LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA GABELLONE
Lettera aperta al Presidente della Provincia di Lecce Antonio Maria Gabellone
Caro Presidente, essendo stato io la persona che, nelle settimane scorse, a nome della categoria si è incontrata con la S.V. e con il Suo staff tecnico, mi corre, mio malgrado, l’obbligo di doverLe rispondere, sforzandomi di farlo punto per punto, e cercando di non omettere nulla.
Cercherò di evitare toni e argomenti, per il puro piacere di fare polemica, cercando invece di stare ai fatti.
Certo però, che non posso non notare, come il Suo comunicato si rivolge alla nostra categoria, come se fossimo una forza politica avversa e non degli imprenditori, una categoria che Le ha elencato tutte le sue ragioni, e per tutta risposta ha visto l’ente da Lei presieduto andare diritto per la sua strada come un carro armato, schiacciando tutto e tutti, diritti, lavoro, occupazione.
Se quel manifesto affisso su tutto il territorio provinciale, Lei lo ha interpretato come un atto denigratorio nei confronti del “Suo ente”, dimostra che Lei non ha compreso la drammaticità del momento e la crisi che sta attanagliando le imprese che operano nel Salento.
Ciò che Lei scrive nel comunicato inviato alla stampa, in merito all’abusivismo dei cartelli stradali sulle strade della Provincia di Lecce E’ VERO.
Che il settore della cartellonistica per molti anni è stato privo di regole ed è stato gestito ai limiti della legalità, E’ VERO.Così come è vero che è si è realizzato, per usare le Sue parole: ”uno scempio non solo dal punto di vista della sicurezza stradale, ma anche dal punto di vista dell’immagine del Salento: cartelli pericolosi e soprattutto “liberi” cioè apposti senza il pagamento di alcun onere all’Ente proprietario e quel che più conta senza il rispetto delle norme di sicurezza stradale.”
Tutto ciò lo ripetiamo ancora una volta E’ VERO.
Signor Presidente, vi è solo una piccola, ma significativa omissione nel Suo comunicato: Lei non scrive di chi sia la responsabilità di tale scempio.
Infatti Le chiediamo: non era forse la Provincia di Lecce che doveva far rispettare le regole, e doveva operare il controllo sulle strade per combattere l’abusivismo, anche a garanzia di quelle aziende che volevano operare rispettando le regole?
E non era sempre la Provincia che doveva operare i rilasci delle nuove concessioni e rinnovi e riscuotere i canoni? (canoni che i comuni hanno sempre riscosso).
E come mai, nonostante le diffide, l’Ente Provincia per anni si è “rifiutata” di rinnovare le concessioni che pure erano regolari?
Non è forse vero che è stato il comportamento quanto meno omissivo della Provincia che ha, da un lato, fatto diventare abusivi i cartelli regolarmente autorizzati, e dall’altro ha, oggettivamente, favorito quelle aziende che alla fine hanno deciso di fare dell’abusivismo la regola del loro lavoro?
Signor Presidente, che Lei abbia dato la Sua disponibilità all’ascolto della categoria è vero, di questo Le rendiamo merito.
Così come noi riconosciamo la Sua disponibilità al dialogo, Lei, con l’onesta intellettuale che la contraddistingue, dovrebbe ammettere che :
– siamo stati costretti a sederci intorno ad un tavolo con una pistola puntata alla tempia (verbali emessi per importi per € 20.000, 30.000, 50.000 fino mi dicono alcuni colleghi a 150.000);
– ci ha costretto a discutere di un Regolamento sulla Pubblicità che Lei stesso ha dovuto ammettere essere intriso di corbellerie;
– un Regolamento e relativa tassazione che la Provincia non ha mai applicato e ha sortito come unico risultato quello che le tasse non sono state più pagate;
– grazie all’abusivismo che quel Regolamento aveva prodotto la Provincia ha tentato di privatizzare la cartellonistica dando il monopolio ad un’unica azienda privata, e che solo grazie all’intervento della Magistratura ciò non è avvenuto ( e saremmo curiosi di sapere per quale motivo Lei non ha voluto approvare un Nuovo Regolamento ma si è limitato a qualche modifica);
– mi permetto di ricordare ancora come gli accordi presi in fase di trattativa siano sempre stati disattesi dalla Provincia, infatti, proprio Lei aveva dato disposizioni per la realizzazione di un tavolo tecnico formato da un tecnico della Provincia e dal sottoscritto, e questo tavolo non si è tenuto per espressa volontà del Vs. Ufficio Tecnico, e quando ciò è stato fatto rilevare Lei non ha battuto ciglio.
Le ricordiamo inoltre che la nostra categoria ha chiesto regole certe per combattere in futuro l’abusivismo, impegnandosi a collaborare a tale scopo: invece ci avete sanzionato per decine di migliaia di euro sapendo bene che era stata la Provincia a renderci abusivi, non rinnovando le autorizzazioni.
Ancora, caro Presidente, dovrebbe sapere, e se non ne è a conoscenza La informo adesso, giusto a titolo di esempio, che ci sono agenzie che hanno pagato le spese d’istruttoria per gli impianti dopo aver ottenuto parere favorevole da parte degli uffici della Provincia, e, ciò nonostante, poi le autorizzazioni non sono mai arrivate.
Inoltre, signor Presidente, Lei ci ha convinti a non fare ricorso alle centinaia di verbali che ognuno di noi ha ricevuto, perché si sarebbe impegnato a far regolarizzare gli impianti autorizzabili: ci siamo fidati, abbiamo pagato, ma gli impianti che avevamo sono stati tutti disinstallati.
Ora la mia azienda, dopo tent’anni di onorata attività, come Le avevo già comunicato, è stata chiusa e i miei sette collaboratori sono a spasso, perché la tassazione che avete applicato non è sostenibile dal mercato leccese.
Infine, caro Presidente, quando sostiene che la tassazione nella Provincia di Lecce non può essere come quella della Province di Taranto o di Brindisi, perché noi saremmo una provincia turistica, da paragonare a territori del Nord o a province d’Italia al cui interno vi sono città metropolitane, e non me ne voglia, io penso che siamo fuori dalla realtà.
Non volendo tediarLa ulteriormente, nel riconoscere ancora una volta la disponibilità della S.V. a cercare di migliorare rispetto al passato il regolamento, resta una tassazione vessatoria, una doppia tassazione che aggiunta a quella dei comuni rende impossibile vendere a prezzi di mercato i cartelli sulle strade provinciali.
Nell’accingermi a chiudere questa mia, mi sorge un dubbio, ma se invece di crederLa sulla parola, e di fidarci delle Sue rassicurazioni, avessimo portato tutti i documenti da Sua Eccellenza il Prefetto, spiegando le nostre ragioni, magari sarebbe successo come nel ’93 quando il Suo predecessore fece elevare verbali per decine di milioni di lire, che furono tutti annullati dal Prefetto di allora.
Stando così le cose, ribadisco che il mio non è un discorso personale, perché, uscito fuori dal settore della cartellonistica stradale, i miei futuri interessi riguarderanno un altro segmento della comunicazione.
Mi auguro però che, nell’interesse degli imprenditori del settore – ammesso che ci sia un futuro per essi- i discorsi fin qui avviati siano propedeutici, a trovare soluzioni concrete e non solo formali, nell’interesse reciproco e della comunità salentina tutta.
Con ciò, cordiali saluti
Valerio Melcore
Category: Costume e società