Ripensando a mente fredda a domenica a Carpi/ NON SERVE ATTACCARSI ALL’ARBITRAGGIO NEGATIVO
Il Lecce, a Carpi, ha perso la partita e il primato solitario in classifica.
In realtà, a differenza delle partite precedenti, il Lecce non si è limitato a passeggiare in campo ma ha provato anche a costruire gioco. La prima parte della partita è stata caratterizzata da un alto ritmo quasi da Premier League almeno fino a quando Zappacosta (nella foto) non è stato fermato da un infortunio.
L’ex Barletta è costretto a lasciare il posto a capitan Giacomazzi che, in soli cinque minuti, ha terminato la sua partita. Appena entrato commette un fallo in scivolata, punito (giustamente) con l’ammonizione e, dopo centottanta secondi, gli viene fischiato un fallo per un contatto lieve con un avversario che cade a terra con una scenata degna delle migliori Candid Camera.
Da quel momento in poi il Lecce deve affrontare più di metà match in inferiorità numerica. Sia chiaro, il secondo giallo è stato sicuramente esagerato ma un giocatore che, con l’esperienza di Giacomazzi, commette quell’ingenuità in una zona non pericolosa del campo non può essere nemmeno parzialmente giustificato.
Col Lecce in dieci uomini la partita, ovviamente, cambia. Il Carpi attacca e dimostra di voler vincere ma la difesa giallorossa fa il suo lavoro in modo relativamente ordinato. L’arbitraggio è ancora una volta scarso e, a tratti, incomprensibile e ingiustificabile almeno quanto l’ingenuità dell’espulso giallorosso ma il Lecce, pur rispondendo discretamente sul piano dell’agonismo, non ha quasi mai dimostrato di poter reggere gli avversari sul piano atletico.
Ben comprendendo la confusione a senso unico del signor Maresca di Napoli, i giocatori del Carpi si lasciano andare a falli puntualmente non sanzionati (clamoroso quello su Palumbo subentrato con una buona prestazione a Chiricò) e a tentativi di simulazione non sempre riusciti facendo perdere all’arbitro e ai suoi assistenti il controllo del match.
La svolta del match arriva con il fallo in area di Legittimo che atterra Harma che, dal dischetto, batte Benassi fino a quel momento inoperoso o quasi.
Il Carpi non è irresistibile e il Lecce, anche in inferiorità numerica, ha la possibilità di riacciuffare il pareggio che vorrebbe dire primato solitario in classifica ma, qualche minuto dopo, Pià si fa espellere per aver detto qualche parola di troppo all’arbitro.
I ragazzi di Lerda si trovano a dover affrontare i restanti 10 minuti in 9 contro 11 e qui avviene, forse, l’episodio più clamoroso della partita. Lerda (in panchina Lorieri) toglie Falco e mette in campo Vinicius a fare l’attaccante senza successo per i restanti minuti di gioco che mancano al triplice fischio che sancisce la quarta sconfitta nelle ultime quattro gare.
In questo momento non serve a niente trovare l’alibi dell’arbitro. Il Lecce non ha mai retto il ritmo del Carpi dal punto di vista atletico e non ha saputo sfruttare l’indiscussa superiorità tecnica arrivando, di fatto, pochissime volte a centrare lo specchio della porta.
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