7 chili in 7 giorni – parte2 Dall’uomo che sussurrava ai ciccioni
Dopo l’invito, diciamo così, del nostro direttore, mi sono messo al lavoro. Ho incontrato decine di persone, che mi hanno raccontato le loro esperienze in campo alimentare: i chili persi, quelli che poi venivano ripresi nel giro di qualche settimana, una volta interrotta la dieta. Insomma, più erano le persone che interrogavo, e più le mie idee divenivano confuse in merito alla materia che mi era stata chiesta di trattare. La mia inchiesta si era impantanata, anche perché era una indagine strana: mi era stato chiesto non solo di analizzare i diversi modi di dimagrire, ma dopo averli attentamente studiati, provare uno di questi su di me. Cioè’ dovevo mettermi a dieta e poi raccontarlo ai lettori di leccecronaca.it.
La tentazione di mandare al diavolo direttore e giornale e’ stata forte, poi secondo una filosofia che mi portò appresso da qualche tempo, ho pensato che bisognava guardare il problema da un altro punto di vista, e trasformarlo in un’ opportunità. Pensai che poteva essere l’occasione buona per rimettermi in forma.
Certo, che i chili da perdere erano tanti! Ebbene si, dovevo perdere almeno 60 chili, poiché ero arrivato a superare i 160 chili. Sessanta chili? Erano tanti, però, a me le sfide sono sempre piaciute, e non mi diverto a vincere facile, come invece recita una nota pubblicità. Intanto i giorni passavano e io non venivo a capo di nulla, non mi sapevo decidere, quale dieta iniziare? Quella del fantino, che come mi diceva il mio amico, sfottendomi, sarebbe finita il giorno in cui mi sarei mangiato il cavallo? Oppure quella dissociata, che non so per quale motivo, era vista con sospetto dal mio socio? Poi c’era la dieta dell’erba live, ma per un amante della carne come me, non mi sembrava adatta. Quelle delle calorie, mi pareva quella più sensata, tot calorie al giorno, solo che quando seppi a cosa corrispondeva in termini di quantità di cibo, capii che neanche questa era adatta a me: io ero abituato a mangiare almeno tre volte tanto. Poi, quando, senza convinzione, stavo per scegliere quella ipocalorica, mentre già mi immaginavo d’ingurgitare chili d’insalata scondita, arrivò la soluzione, così all’improvviso, come tante volte accade, proprio mentre pensavo a tutt’altro. La soluzione al mio problema avvenne durante un funerale. No, non il mio funerale, come qualche simpaticone che mi sta leggendo, malignamente, avrà pensato. Il funerale del genitore di un amico carissimo che non vedevo da un po’ di tempo. Una persona simpaticissima. Non lo vedevo da tempo e stentai a riconoscerlo, mentre all’interno della chiesa davanti al feretro, secondo le usanze locali i paesani andavano a stringere la mano per le condoglianze. Era dimagrito a vista d’occhio! E ancora di più sua moglie! “ Ma come hai fatto anzi come avete fatto?” gli chiesi alla fine della cerimonia funebre. La loro risposta fu la mia soluzione.
Continua…………
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