leccecronaca.it incontra…Sandro Giovannini “Lavorare insieme ad un progetto serio e di lunga distanza”
Poeta, animatore culturale infaticabile, editore e chissà quante altre cose ancora, di base a Pesaro, ma sempre in giro per tutta Italia, nella sua fitta rete di contatti intessuti nel corso degli anni, di Sandro Giovannini abbiamo appena ospitato ben volentieri, nei giorni scorsi, il suo contributo sul dibattito politico in corso, ricordando fra le altre cose, da parte nostra, il recente volume della “Nuova Oggettività. Popolo, partecipazione, destino”.
E’ in questo modo che abbiamo appreso della preparazione, per così dire “comunitaria”, appena abbozzata, di un nuovo volume.
Incuriositi, a cominciare dal titolo, abbiamo voluto saperne di più.
Ringraziamo Sandro Giovannini per le anticipazioni in anteprima assoluta.
Domanda: State lanciando questa nuova idea-libro “Per quale motivo Israele può avere 400 testate atomiche e l’Iran nessuna?”, dopo la pubblicazione nel 2011 del libro-manifesto della Nuova Oggettività. In che relazione è il secondo libro con il primo?
Risposta: Questa nuova idea-libro fa base sulla precedente ricognizione logica del libro-manifesto. Esso infatti è il risultato di un’articolata ed approfondita indagine sui molti percorsi atti ad un comunitario percorso futuro, che son stati definiti, da Giovanni Sessa, nella sua risolutiva postfazione ricognitiva, con una formula ben significante: ovvero “identità plurale”.
Si accetta consapevolmente e formalmente da parte di molti intellettuali, provenienti da varie formazioni e con diverse sensibilità, di valorizzare allo scopo comune e rispetto alla crisi terminale del modello mondialista, più gli elementi di concordanza profonda che le analisi differenzianti.
Ciò non è né facile né pacifico perché molti decenni di colpevole uscita per la tangente ideologica hanno seminato il campo d’incompatibilità sia in termini ideali che caratteriali e l’accelerazione dei tempi ultimi favorisce un approccio sempre più anarcoide e schizoide sia in termini individuali che comunitari, d’altronde funzionale al sistema dominante, rispetto alle drammatiche emergenze dell’epoca. Ma vi sono ancora personalità integre e disposizioni corrette per lavorare ad un progetto serio e di lunga distanza.
Il precedente libro-manifesto ha indicato un quadro di concordanza, questo secondo nostro libro, invece, pone un problema in termini di provocazione logica perché rende consapevoli anche coloro che non lo sono che di questo argomento, che ci sovrasta con una drammaticità non attenuata dai falsi e dalle strumentalizzazioni, non si può parlare in termini di verità e con sicurezza di non essere sbattuti dagli tsunami della “correttezza politica”.
Infatti chiediamo a coloro, di varie aree culturali, che scriveranno in questo testo, di non rispondere alla domanda del titolo ma di scrivere come reagendo ad un’altra ipotetica domanda che ognuno di essi, in modo del tutto autonomo, ritenga decisiva o drammatica, in base alla propria vitale esperienza intellettuale ed esistenziale. Il sottotitolo è “L’impero interiore”, questo per dare comunque il segno di una alterità assoluta ma utopicamente possibile e non solo genericamente antisistema, che possa rendere centrale la dimensione spirituale e quella carnale nello stesso foro significativo, centro radiante ed ombelico vitale di ogni esistenza non deviata e non corrotta…
Domanda: Non crede che l’obbligo di non rispondere alla domanda del titolo sia una fuga dalla responsabilità?
Risposta: Se le condizioni in cui si può sviluppare un ragionamento sono sopraffatte dalla strumentalizzazione non si potrà mai realizzare una dialettica reale e produttiva di una possibile sintesi. Saremo solo sottoposti alle ragioni della violenza, che obnubilano, distorcono, coprono e risolvono ogni questione solo sulla base del puro rapporto di forza che è, per natura intrinseca, cangiante e foriero di disgrazie ulteriori e mai di rispetto profondo per la vita.
Nessuna ingenuità od irenismo possono sollevarci dalla responsabilità, quando in gioco sono le vite di tutti e non serve mettere la testa sotto la sabbia, sperando che “altri” risolvano i problemi.
Noi abbiamo almeno la forza di porre il problema nella sua drammaticità irrisolta e, se non cambiano profondamente molti parametri, irresolubile. Lasciamo pure ai “sostanzialisti di facciata”, di qualsivoglia appartenenza, criticare il metodo scelto… Noi andiamo contro i troppo strumentali facilismi e chiamiamo alcuni – forse non molti – ad una presa di coscienza.
Domanda: Ma allora perché avete scelto questa questione fra tante possibili?
Risposta: Perché da questa questione, che si mostra con una sua paranoica urgenza sul quadro geostrategico, potrebbe determinarsi in un prossimo futuro uno scenario realmente, e non solo letterariamente, apocalittico. Le questioni drammatiche o decisive sono ovviamente molte: la sovrappopolazione, il degrado ambientale, il mondialismo imperante, lo sfruttamento capitalistico, la follia finanziarista, il perdurante squilibrio operato sui popoli da parte di ristrette cerchie di privilegiati, il neoimperialismo ridicolmente ipocrita in sostituzione di quello classico, il crollo del sia pur precario equilibrio del terrore, l’esportazione della democratica guerra asimmetrica e per procura, la fuga per la tangente integralista, il sempre irrisolto problema della “partecipazione” nell’impegno politico, una geopolitica vissuta spesso come illusoria e surrettizia sostituzione di un ideale spirituale e sociale assieme e molti altri problemi di cui ormai fortunatamente aumenta la consapevolezza. Noi iniziamo da uno ed ognuno sceglie una risposta più confacente per mettere in gioco la propria responsabilità.
Domanda: Vi aspettate clamore mediatico e/o risposta intellettuale?
Risposta: Noi procediamo consapevoli delle difficoltà di comunicazione nei rispettivi campi e siamo anche ben avvertiti della durezza del “mercato” delle idee, avendola saggiata con il nostro precedente libro-manifesto, che comunque ha percorso la sua giusta scia esistenziale avendo esaurito due tirature e soprattutto ha dimostrato che era possibile, dopo decenni, compiere un lavoro onesto di ricognizione e proposta. Lavoriamo sulla distanza cercando di non concedere troppo agli dei momentanei ed alle illusioni risolutive, ma fiduciosi nel nostro buon procedere.
PER ULTERIORI APPROFONDIMENTI:
indirizzo mail di Sandro Giovannini: giovannini.sandro@libero.it
siti web:
nuovaoggettivita.blogspot.com
Category: Costume e società