UN RICORDO DEGLI ANNI SETTANTA LECCESI PER LE ELEZIONI PRESIDENZIALI AMERICANE
(g.p.) Vorrei appassionarmi pure io, se non altro per corrispondere alla profusione di articoli di giornali e servizi televisivi che dall’Italia, provincia dell’Impero, dedichiamo provincialmente, appunto, alle elezioni presidenziali americane, ma non ci riesco proprio. Senza tema di smentite, so che si tratta di un’americanata.
Fra l’altro, invece di strampalate analisi, vorrei che fossero date le informazioni basilari: chi vota in queste elezioni, quando vota, come vota, perché vota.
Sarebbero belle sorprese, credetemi: e invece, su questi aspetti, che circoscrivono l’americanata in atto, niente è dato sapere dai nostri provinciali mass media.
So soprattutto che vinca Obama, oppure Romney, i democratici o i repubblicani, non c’è nessuna differenza sostanziale. Al massimo, cambieranno gli uomini del presidente, e a fare affari saranno queste o quelle grandi compagnie multinazionali: la prossima guerra, pardon, la prossima operazione di pace e democrazia all’estero, per esempio, sarà decisa a base di bombe di un tipo, o dell’altro, a seconda che vinca il candidato sponsorizzato da questa o quella industria di armamenti, ecco l’unica differenza!
In questi giorni di esaltazione provinciale per le elezioni americane, che purtroppo durerà ancora per qualche giorno, anche dopo i risultati di questa notte, obbligherei tutti i nostri provinciali esaltati alla visione di un film, autocriticamente – per quelle parentesi di lucida autocritica di denuncia di cui ogni tanto Hollywood è capace, salvo poi far diventare anch’esse operazioni affaristiche e commerciali – chissà come uscito anni addietro negli Usa e andato nei cineforum specialistici e però in qualche modo rimasto nella storia del cinema, perché segnò il debutto quale attore di Robert Redford.
“Il candidato”, 1972, per la regia di Michael Ritchie, raccontando un’elezione a governatore della California, spiega benissimo che tanto i democratici, tanto i repubblicani, sono due face della stessa medaglia e rivela in maniera chiarissima cosa davvero sia la democrazia americana.
Io lo vedi qui a Lecce, da ragazzo, al cineforum del “Politeama” che ogni anno organizzava don Sandro Rotino e che all’epoca era un vero e proprio evento, ogni settimana, per gli appassionati e qualificatissimi partecipanti e non tanto per il film in programma, quanto per il dibattito che ne seguiva, vero e proprio spettacolo nello spettacolo, con furibonde e sofisticatissime discussioni, che spesso sfociavano in memorabili battibecchi e che comunque andavano avanti fino a notte.
Che nostalgia, quel cineforum!
Comunque, un ricordo attualizzato, il film “Il candidato”, appunto.
Ve ne consiglio la visione, anche a pezzi e a bocconi, su internet, questa lunga notte, in luogo dei risultati delle elezioni presidenziali.
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