Dopo la concessione ministeriale dell’autorizzazione integrata ambientale (AIA)
RIBADITI E SPIEGATI I NO ALL’ILVA DI TARANTO ( e a Lecce sempre in attesa della convocazione del consiglio comunale straordinario )
“Il Governo e tutti quelli che hanno approvato o approveranno quell´AIA “riesaminata” abbiano il coraggio e l´onestà di dire ai cittadini di Taranto e di Statte che essi sono e continueranno ad essere l´agnello sacrificale immolato all´idolo della mala politica industriale dell´Italia”
Peacelink, associazione pacifista di Taranto, ha diffuso la seguente nota, a firma del suo presidente, Alessandro Marescotti:
I politici che hanno votato compatti questa Aia non ne sono usciti vincitori ma pesantemente sconfitti.
Questo per due motivi. Primo perché tutte le associazioni a Roma, e anche medici e pediatri, hanno espresso forti critiche e preoccupazioni non accolte. Secondo perché questa Aia verrà quasi sicuramente disapplicata dalla magistratura in quanto non affronta e non risolve le criticità evidenziate dalle perizie commissionate dalla Procura e dalle successive ordinanze che vietano l’utilizzo immediato degli impianti a fini produttivi. La Procura il 5 ottobre ha già dato formali disposizioni ai custodi giudiziari di far cessare le emissioni inquinanti e quindi l’Aia non può interrompere l’azione della magistratura a tutela della vita e della salute.
I politici che in Conferenza dei Servizi hanno votato l’Aia hanno quindi votato un atto amministrativo inutile e inefficace.
Esso si infrange contro le misure di cautela che la Procura non può non eseguire in presenza di un pericolo per la salute e la vita.
Non solo.
E’ notizia di queste ore che i custodi giudiziari nominati dalla Procura hanno bocciato l’Aia e il suo cronoprogramma: “Le scadenze temporali – scrivono al Ministero dell’Ambiente – non sono compatibili con i livelli di rischio attestati dalle perizie”.
Questa valutazione è totalmente condivisa da PeaceLink che a Roma aveva espresso il suo NO all’Aia articolandolo in 10 punti.
1) I dati della perizia chimica e quelli dell’Aia non sono comparabili. Alla faccia di chi diceva che l’ordinanza del Gip sarebbe stata recepita nell’Aia: non si trova alcun raffronto fra le tabelle della Procura e quelle dell’Aia.
2) Non è stato dato alle associazioni il tempo di prepararsi e partecipare efficacemente, come prevede la direttiva 2008/1/CE.
3) L’Aia non prevede “unità tecniche nuove” che sostituiscano le unita’ tecniche esistenti. L’AIA prevede l’aggiornamento dell’esistente.
4) Articolo 8 dlgs 59/2005 (migliori BAT in assoluto) non applicato effettivamente: “se ne terrà conto”, si legge. Ma non è così. Un solo esempio di mancata applicazione dell’articolo 8 e’ data dal camino E312 le cui polveri potrebbero essere abbattute del 96% (con le migliori tecnologie che farebbero scendere le polveri da 85,5 a 3,4 kg/h); ma le previsioni dell’Aia sono per una riduzione al massimo del 56%.
5) Sono previsti “parametri conoscitivi” per molte fonti di emissioni cancerogene, neurotossiche e dannose per la salute. Parametro conoscitivo significa assenza di un limite: si misura solo per conoscere.
Cio’ e’ paradossalmente previsto per vari camini, anche fonti di emissioni cancerogene. In particolare per Ipa, Pcb, benzene, pm10, metalli (piombo, arsenico, mercurio, cromo, cadmio, ecc.).
6) Non vengono quantificate le riduzioni delle emissioni diffuse e fuggitive, come ad esempio le polveri in fase di cokefazione, che potrebbero essere ridotte di quasi 70 volte (da 69 g/t a 1 g/t) secondo i periti della Procura. “Sparisce” lo “spegnimento a secco” del coke incandescente, con una tecnologia che avrebbe evitato lo sprigionarsi delle classiche nuvole della cokeria.
7) Parchi minerali: copertura in 3 anni. La città di Sabaudia è stata costruita in 235 giorni!
8) Riduzione da 15 a 8 milioni di tonnellate/anno: e’ un bluff. Mai prodotte a Taranto 15 milioni di tonnellate/anno. In ogni caso – anche quando nel 2009 la produzione e’ scesa a 4,7 milioni di tonnellate/anno – il benzo(a)pirene cancerogeno ha superato del 31% il valore di 1 ng/m3.
Il Procuratore Franco Sebastio ha fatto notare che anche solo 1 milione di tonnellate/anno si potrebbe produrre essendo vietata la produzione, stante quanto ha ribadito il Tribunale del Riesame (sequestro senza facoltà d’uso).
9) I wind days sono un esperimento che non da’ sicurezza di riduzione del benzo(a)pirene sotto 1 ng/m3. Infatti tale cancerogeno e’ in concentrazione elevata non solo quando l’abitato è sottovento ma anche con calma di vento (lo attestano le analisi wind-select dell’Arpa). Pertanto non è eticamente accettabile esporre la popolazione ad un esperimento di riduzione del danno (con esiti non sicuri) senza eliminazione della fonte del danno. Gli studi scientifici dimostrano che una cokeria anche dotata di Bat (migliori tecnologie disponibile) supera 1 ng/m3 di benzo(a)pirene nel raggio di 1700 metri. Inaccettabile. Così non si stoppa il rischio cancerogeno.
10) L’Aia non valuta gli eccessi di mortalità per Taranto dello studio Sentieri (174 decessi/anno in più) in quanto lo studio Sentieri è ancora nei cassetti dei Ministri Balduzzi e Clini. I dati di eccesso di mortalità sono acquisiti dalla Procura (marzo 2012) ma non dall’Aia. Tutti hanno votato a favore di un’Aia che non include neppure una tabella di stima del danno sanitario. Tutto e’ rinviato al futuro. E intanto la gente si ammala e muore.
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Dal canto suo, il presidente dell’associazione ambientalista “Altamarea”, Biagio De Marzo, ha inviato alle autorità la seguente lettera aperta:
“La situazione attuale di Taranto, a tutti nota anche in virtù del grande clamore mediatico nazionale, è quella che dal 26 luglio 2012 vede 6 settori impiantistici della cosiddetta area a caldo sotto “sequestro preventivo senza facoltà di uso” e Emilio Riva, Nicola Riva e Luigi Capogrosso agli arresti domiciliari incolpati di disastro ambientale.
Il 18 ottobre 2012 la delegazione di Altamarea ha partecipato alla Conferenza dei Servizi convocata dal Ministero dell´ambiente e della tutela del territorio e del mare per le determinazioni sul Parere Istruttorio Conclusivo sul riesame dell´Autorizzazione Integrata Ambientale di Ilva Taranto rilasciata il 4 agosto 2011, già da noi giudicata erronea, ingannevole, inidonea e del tutto inadeguata per ridurre l´inquinamento di origine industriale con i suoi effetti disastrosi sull´ambiente e sulla salute dei cittadini e degli stessi lavoratori.
Il ministro Corrado Clini, che non ha partecipato alla Conferenza dei Servizi, nella tarda serata dello stesso 18 ottobre ha indetto la conferenza stampa con l´annuncio del rilascio dell´AIA “riesaminata” che diverrà operante appena pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. Tale annuncio è avvenuto a pochissimi minuti dalla fine della Conferenza dei Servizi, senza che ci fosse stato materialmente il tempo per far conoscere compiutamente al ministro quello che era accaduto nelle sei ore di durata della CdS.. Ciò dimostra che tutto era stato deciso prima e che la CdS era una meschina foglia di fico per cercare di nascondere inguardabili brutalità.
Siamo, quindi, in presenza di atti e comportamenti dittatoriali, fatti dietro il paravento di ossequio formale alle regole, degni di personaggi autoritari che si travestono da democratici.
Contro il PIC si erano pronunciati in maniera argomentata tutte le associazioni e ad esso si erano opposti anche i custodi giudiziari nominati dal Tribunale. Tutto inutile.
Chi ha approvato quel PIC e quindi il rilascio dell´AIA “riesaminata” è complice di coloro i quali si sono macchiati e si macchieranno dei delitti individuati e perseguiti dalla Magistratura.
Di quello che ha detto il ministro Clini conosciamo solo i virgolettati dei giornali. Di essi il più inquietante è: “Vuol farmi dire se il provvedimento va in conflitto con l´azione della magistratura? Le rispondo che l´azienda deve comportarsi in base alla legge, e l´AIA per legge autorizza l´impresa a produrre.” Cos´altro vuol dire se non che l´Ilva deve continuare a produrre anche con gli impianti sequestrati senza facoltà di uso? Il ministro sbaglia completamente: la legge stabilisce che le aziende siano autorizzate a produrre, ma non dice che l´autorizzazione può essere concessa senza il rispetto delle norme. Noi da cinque anni sosteniamo e documentiamo che l´AIA del 4 agosto 2011 e quella “riesaminata” sono piene di inosservanze di norme vigenti.
Siamo stanchi di documentare le illegalità, le falsità e i soprusi commessi o tollerati dalle Istituzioni nella vicenda Ilva in cui sono in corso anche indagini su possibili atti corruttivi che coinvolgono parecchie persone. Siamo stanchi di dover portare queste vicende nelle aule dei Tribunali normali o amministrativi in cui, spesso, sulla verità e sul buon senso prevalgono i cavilli e gli artifici giuridici che, comunque, dilatano a dismisura i tempi.
Se il Governo e tutte le Istituzioni coinvolte, con il rilascio dell´AIA “riesaminata” hanno deciso di accelerare lo scontro con la Magistratura e, implicitamente, di innescare una rivolta civica dalle conseguenze inimmaginabili, sappiano che noi saremo dalla parte della Magistratura e che attiveremo ogni forma di disobbedienza civile, ben sapendo che anche i regolamenti militari prevedono la non obbedienza a ordini illegittimi.
Il Governo e tutti quelli che hanno approvato o approveranno quell´AIA “riesaminata” abbiano il coraggio e l´onestà di dire ai cittadini di Taranto e di Statte che essi sono e continueranno ad essere l´agnello sacrificale immolato all´idolo della mala politica industriale dell´Italia.
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