ALLA SCOPERTA DELL’ITALIA DI SERIE C: 7 OTTOBRE 2012, COMO di Un Italiano Vero
L’unico contatto di paragone, insomma, la sola analogia possibile, è sulle case dei così detti Vip. Come è noto, le zone più ambite dai soliti noti e dagli ignoti ricconi seguono un po’ le mode: adesso il Salento ha acquisito un ruolo preminente, soppiantando la Toscana, il Monferrato, le Cinque Terre, e il lago di Como, appunto.
Beh, se vogliamo, per quanto concerne il calcio, trascorsi di gloria, e decadenza odierna.
Per il resto, niente di più dissimile, e di più lontano.
Como se ne sta, adagiata sull’omonimo lago, quello di manzoniana memoria, nell’estrema Lombardia, che sconfina nella Svizzera italiana ( nel senso di lingua parlata, ché rispetto all’Italia per il resto è tutto un altro mondo ).
Terra di isolamento, da buon ritiro, nel freddo dell’inverno, delle notti senza nebbia, ma pungenti di umidità, dei tepori estivi, tanto poi Milano, la metropoli europea, è a sessanta chilometri, si ci arriva in meno di un’ora anche in treno, ancora meno in autostrada, la Milano, Como, Chiasso, che poi porta in Svizzera, a pochi chilometri e pochi minuti. La statale che dall’autostrada porta in città spacca la provincia sotto al lago e, passando per Erba, arriva fino a Lecco, sull’altro ramo del lago.
Terra di confine, anzi, di confini, senza un’identità precisa, ognuno chiuso nelle sue origini, nel suo piccolo mondo antico, per citare un riferimento letterario, ma preciso anche geograficamente.
Ancora oggi, per quanto diminuita, l’attività prevalente dell’economia
locale è la produzione e il commercio della seta, come se i secoli non fossero passati.
Ma sì, però sono passati anche qui, nei grandi centri commerciali che si sono insediati, tutti uguali gli uni agli altri in ogni dove, nelle rotonde delle strade urbane ed extraurbane, fitte e ampie, affrontate a velocità elevate, quando il traffico lo permette, senza spirito europeo, ma tipicamente italiano, in un groviglio complicato di deviazioni, uscite ed entrate, diramazioni e strade secondarie, il tutto sempre trafficato, a tutte le ore.
Un Leccese a Como è come un pesce fuor d’acqua, e, visto il vecchio municipio e il Duomo nella piazza principale, preso per ricordo La provincia di Como, il vero quotidiano locale ( dato che gli altri due sono supplementi del Giornale e del Corriere della sera ), assaggiato il pesce d’acqua dolce preparato in tanti modi, giusto per provarlo almeno una volta, non gli rimane altro che tornarsene a casa, con un lungo viaggio, da un capo all’altro, fra i più estremi, dell’Italia.
( 3 – Continua – i precedenti articoli sono stati dedicati a Cuneo, il 9 settembre e a Treviso, il 23 )
Category: Costume e società