UNA COSTITUENTE PER IL NUOVO CENTRODESTRA
Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Il dirigente del Pdl Roberto Tundo prende posizione nel dibattito in corso nel suo partito.
L’ articolo 1 dello statuto del PdL recita, fra l’altro, che il Popolo della Libertà è un movimento di uomini e donne che si riconoscono nei valori del Partito dei Popoli Europei: la dignità della persona, la centralità della famiglia, la libertà e la responsabilità, l’uguaglianza, la giustizia, la legalità, la solidarietà, la sussidiarietà.
Nel centrodestra, quindi, non sono i valori che mancano ma, purtroppo, molti dei suoi uomini hanno comportamenti che non rendono credibili questi valori.
E’ per tale ragione che Gianni Alemanno ed Alfredo Mantovano – e noi con loro- da giorni stanno proponendo un azzeramento totale per rifondare, poi, il centrodestra.
Il PdL si deve ‘rigenerare’ profondamente, non ha bisogno di un semplice restyling, ma deve fare posto ad un nuovo schieramento politico che sappia valorizzare, insieme ai suoi uomini migliori, le più significative esperienze che si sono manifestate in altri settori della società.
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Sullo stesso argomento riceviamo pure la seguente dichiarazione del consigliere regionale del Pdl Saverio Congedo:
“Merita grande attenzione la richiesta di Gianni Alemanno di “azzerare” il PDL che lungi dall’essere una sorta di resa di un’area politico-culturale, è invece un’esortazione ad avviare una strategia di rilancio che “rottami” solo ciò che va realmente “rottamato” ed esalti il valore aggiunto delle diverse identità del movimento per renderle tutte ancora più vitali e rigeneranti.
Un invito, quindi, a ripartire con rinnovato slancio e con una nuova convergenza che sappia essere attrattiva in ogni direzione, per tornare – prima ancora che a vincere – ad interpretare con rigore e determinazione le aspettative di aree sempre più vaste del Popolo italiano. Senza gettare il bambino rappresentato da Valori intramontabili e da positive esperienze politiche, insieme all’acqua sporca di un malaffare che ha trovato il suo terreno di coltura forse proprio nell’appannamento delle identità culturali”.
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