Nuovi poveri – Nord Sud ( Ovest Est ) Usi e costumi d’Italia

| 17 Settembre 2012 | 0 Comments

di Un Italiano Vero

15

Nelle grandi città del Nord i nuovi poveri sono un esercito silenzioso, anonimo, disperato e disperante, che combatte quotidianamente la dura lotta per la sopravvivenza e che, di fronte ad essa, giorno dopo giorno, anziché assottigliarle, ingrossa le sue fila.

Tranne pochissimi che lo fanno per scelta, la stragrande maggioranza è stata buttata in strada dalle avversità dell’esistenza e dalle ripercussioni della vita: sono quelli che sono venuti in cerca di fortuna e non ce l’hanno fatta, quelli che hanno perso via via il lavoro, la casa, la famiglia e infine pure la speranza; quelli che un lavoro, una casa, una famiglia e una speranza non hanno mai avuto.

Dormono nelle vecchie auto, in edifici dismessi e abbandonati, in alloggi di fortuna presso amici e conoscenti, i più “fortunati”; nei locali del pronto – soccorso, sui treni fermi o direttamente sui marciapiedi, coperti di cartoni, anche d’inverno, tutti gli altri.

Mangiano alle mense a loro dedicate: si mettono in fila ordinata verso le 11.30, consumano il pasto a testa bassa, ritirano un sacchetto per la sera.

Fanno shopping con i vestiti usati regalati .

Poi, ci sono quelli in bilico, che magari una casa hanno ancora, ma non riescono più a pagare l’affitto, o le bollette della luce e del condominio, e allora vanno ai mercati rionali quando smobilitano e frugano fra i resti accatastati per un po’ di frutta e di verdura, che non possono più permettersi; quelli che vivono con sei euro al giorno, quanto costa un “menù completo” offerto da alcuni negozi, o dai supermercati: un piatto di pasta al sugo, una scatoletta di tonno, o pesce surgelato, finanche uno yogurt, per scialare.

Poi ci sono quelli che riempiono le ore del giorno, dall’alba al tramonto, vagando per i grandi viali, o le strade dei quartieri – bene, frugando nei cassonetti dell’immondizia, alla ricerca di qualunque cosa che possa essere recuperata, o in qualche modo riadattata: questo, esattamente questo, il loro “lavoro”. Sono legioni speciali dell’esercito dei disperati e disperanti: alcuni sono organizzati con contenitori speciali, e biciclette, soprattutto anziani, che dalla vita non hanno più niente di meglio da fare, per scontare la pena di vivere così.

Lecce, invece,  abbonda, soprattutto d’estate, di mendicanti “professionisti” e sembra che siano essi i poveri nuovi: no, non sono essi, per quanto disagiati, sono professionisti dell’elemosina, imprenditori della questua, no.

I nuovi poveri non si mostrano, hanno il pudore dei sentimenti, l’orgoglio rimasto sufficiente a non chiedere nemmeno, fanno di tutto per non apparire come tali.

Ma basta andare a  San Vincenzo, a Santa Rosa, a Fulgenzio, a San Lazzaro e ai Salesiani, alle mense a loro dedicate dalle chiese, verso mezzogiorno, per trovarli.

Non avevo mai visto invece qui quelli che frugano  fra i cassonetti.

L’altra settimana, per la prima volta, ne ho visto uno, un anziano in pantaloncini corti e sandali, sotto il sole cocente, e la scorsa settimana un altro, una signora di mezza età, livida in volto, terrea e smarrita, e mi si è stretto il cuore.

(15 – continua)

Category: Costume e società

About the Author ()

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Connect with Facebook

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.