Bomba o non bombola

| 21 Maggio 2012 | 0 Comments

La vignetta: Beppe Grillo visto da Valerio Melcore

Quando la realtà supera la fantasia.

A caldo, sabato scorso, dopo un rapido giro di telefonate fra di noi, pure con un certo stupore, ci siamo accorti di essere perfettamente d’accordo su una considerazione semplice e forte, vera, come sono sempre forti e vere le cose semplici: la bomba di Brindisi giova a chi vuole conservare il potere che vien meno, un’autorità che non c’è, una legittimità che non c’è mai stata.

Questo insegna la storia di questa nostra Italia, con i suoi “misteri” irrisolti solamente nelle verità processuali, non nella logica dei mandanti.

Invece di guardare a vent’anni fa, alle stragi di mafia, che avevano una loro logica e una loro spiegazione, abbiamo pensato subito a quarant’anni fa, agli anni di piombo, alla così detta strategia della tensione.

Il nostro vignettista ha “tradotto” il ragionamento redazionale un Beppe Grillo che si ribella e lancia un avvertimento chiarissimo, parafrasando una canzone profetica, per quanto all’epoca rimasta insondata e confinata nel vacuo, o insignificante assortimento di parole in libertà, di Antonello Venditti, “Bomba non bomba”, dall’album “Sotto il segno dei pesci”, anno 1978.

Agli inizi della scorsa settimana, in concomitanza con il successo elettorale dei “grillini”, la nostra vignetta era on line, suscitando vasta eco, soprattutto sui social network, vagamente ripresa e commentata.

Poi, nelle scorse ore, la sorpresa.

Beppe Grillo in persona sul suo blog scrive testualmente:”Se tre indizi fanno una prova( il ferimento dell’ad di Ansaldo Roberto Adinolfi a Genova, la bomba di Brindisi e le continue esternazioni sul ritorno del terrorismo), allora ci sono ottime probabilità del ritorno di una stagione stragista. Quando il cambiamento si manifesta possibile, le forze che vogliono mantenere gli interessi costituiti, economici e politici, bussano alla porta con grande energie. Le bombe e gli attentati sono il loro biglietto da visita. Ma il cambiamento non si può arrestare. Bomba o non bomba arriveremo a Roma”.

Una valanga di reazioni, fra l’indignato e lo scandalizzato.

L’unica positiva, quella di Antonello Venditti: “Mi fa piacere che Grillo abbia citato la mia canzone, che racconta la storia democratica di questo Paese. Ha ragione quando dice che nei momenti di cambiamento le forze della conservazione si fanno sentire. La mia era una canzone che raccontava un’avventura che sembrava impossibile e che invece si è poi rivelata possibile: l’arrivo della democrazia a Roma. Lì il viaggio partiva da Bologna. Quello di Grillo invece partiva da Parma”.

Fin qui Venditti. A noi di leccecronaca.it la soddisfazione giornalistica di aver anticipato e concretizzato la realtà, immaginando quattro giorni prima nella nostra vignetta quello che poi logicamente e pure addirittura testualmente lo stesso Beppe Grillo, da par suo, ha esternato.

Category: Costume e società, Io la vedo così

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