Sono apparso a Maria Luisa Bene

| 14 Maggio 2012 | 3 Comments

di Giuseppe Puppo

Voglio scrivere la biografia di Carmelo. Completa di tutti i materiali, gli articoli di giornali, i programmi di sala, le recensioni che ho conservato, e con i ricordi della sua vera vita, che nessuno potrà mai portarmi via”.

La luce del tramonto le scolpisce il volto fresco e grazioso e con i suoi chiaro-scuri gioca con l’abito nero, i capelli corti e lisci, gli occhiali, le lampade del salotto ricolmo di libri, libretti e copioni, entrando fin che può dalla vetrata sul balcone di questa casa che anch’essa vogliono portarle via, da dove si gode il più bel panorama che io abbia mai visto da una casa privata: la vista parte dello stabilimento termale, sopra le grotte naturali e sembra toccare le scogliere, fino alla cupola del palazzo di foggia orientale, dove suo fratello ambientò le visioni di “Nostra Signora dei Turchi”; davanti, immenso, maestoso, profumato, soltanto il mare, che gioca a confondersi con il cielo.

Ne hanno scritta un’altra qualche anno fa, dopo quella che lo stesso Carmelo si scrisse ancora in vita, si ricorderà come si chiamava..”

Mi ricordo, lo so, da mesi, prima di iniziare a scrivere il mio spettacolo teatrale originale, ho studiato sul tema tutto quel che ho potuto: <Sono apparso alla Madonna>, si chiamava l’autobiografia è un titolo perfetto, in cui c’è già tutto quanto Carmelo Bene, sia pur in sintesi estrema, con la sua carica di sconvolgente rivelazione e il gusto esasperato della provocazione intelligente, mai fine a sé stessa, sempre propedeutica a un significato.

Adesso sarà difficile fare di meglio, però ci ha già pensato…

Quando eravamo piccoli, tornavamo a casa insieme da scuola e ogni giorno ci aspettavano sul balcone di casa la mamma con la Tata, la quale, non appena ci vedeva spuntare dal fondo della strada, esclamava ogni volta:<Eccoli, la muscia e lu scarpune!>”

Bellissimo, sì: l’immagine della gattina che si appiccica alla pantofola e le rimane sempre vicina, rende il senso della vita di Maria Luisa, rimasta attaccata a quella di Carmelo, seguito in tutta quanta la sua esperienza artistica, come regista, attrice, organizzatrice dei suoi spettacoli e ad essa dedicata.

Sarà una testimonianza di prima mano sulla cultura della seconda metà del Novecento. Internazionale.

Guardi, questo è il programma di sala del <Caligola> di Albert Camus rappresentato da Carmelo con il gradimento compiaciuto del grande scrittore francese. Guardi, questo è una brochure in cirillico, di quando andò a Mosca a interpretare i futuristi russi. Lo sa che in Russia gli hanno dedicato più tesi di laurea che in Italia? Lo sa che filosofi e critici francesi hanno scritto di lui più che di ogni altro attore  e regista? Continua a essere conosciuto e studiato più all’estero, che in Italia e nel Salento. Lecce dimentica i suoi figli migliori”.

Il volto ora si è improvvisamente rabbuiato. Quando scende quel rosso tramonta nel cuore un male profondo.

Me lo hanno portato via, lo hanno ucciso, estromettendomi dalla frequentazione, dalla vista stessa di Carmelo nell’ultimo periodo della sua vita. Lo dimostrerò al mondo intero. Poi non è giusto che mi abbiamo sottratto tutti i suoi beni, che stiano dissipando un patrimonio ideale e materiale di grande valore. Il mio avvocato manda continuamente diffide, la giustizia farà il suo corso. Lo sa che si è stupito che io per la prima volta abbia dato il mio gradimento al suo spettacolo? Trovo giusto onorare la memoria di Carmelo direttamente con un’opera teatrale originale. Trovo giusto che partiate dal Salento. Quando sarà la prima?”

Sarà il 30 settembre, ad Aradeo, con la compagnia del teatro ‘Domenico Modugno’.

“Ci sarò. Anzi, voglio aiutarvi a organizzare lo spettacolo in tutta Italia, le darò qualche riferimento operativo…Si metta all’opera!”.

Beh, Maria Luisa, grazie. Un immenso onore per me. Adesso io…Io…Quel che ho scritto ho scritto. Poi, ora…Ho trovato gli interpreti dei miei sei personaggi che cercavo. Quindi…

Ma si dia da fare! Lei è di Lecce, stanno qui le sue radici. Come le mie, come quelle di Carmelo, della nostra famiglia, alla quale – a proposito, ecco un altro luogo comune da sfatare – era legatissimo, a cominciare da papà e mamma.  Inventava, letteralmente, le occasioni, per farli venire ad assistere alle nostre ‘prime’ a Roma, o per venire a stare da loro, soprattutto durante le villeggiature estive. E lo faccia a Lecce, ci mancherebbe! Trovo la situazione culturale della città peggiorata: c’è tanto in quantità, ma poco in qualità. A Lecce venivano le più importanti compagnie nazionali, spesso in anteprima, ricordo che con Carmelo, negli anni Cinquanta, all’Ariston,  vedemmo il più bel “Arlecchino servitore di due padroni” di Carlo Goldoni mai realizzato, quello interpretato da Marcello Mosetti, per la regia di Giorgio Strehler. Poi, c’era la grande lirica, sulla scia del mito di Tito Schipa, altro figlio illustre oramai dimenticato, dopo qualche celebrazione estemporanea. Gliel’ho detto, Lecce dimentica i suoi figlio migliori. Carmelo a Lecce aveva studiato, e io insieme a lui. Avevamo anche una casetta, che poi abbiamo dovuto vendere. Ricordo in particolare il liceo “Palmieri”, dove egli frequentò gli ultimi anni, e io pure, anzi, a Lecce avevo iniziato a venire prima di lui, in treno, pensi, da Campi salentina. Poi, siamo stati in tutto il mondo, certo, partendo necessariamente da Roma, e io sempre prima di lui e insieme a lui, o per interpretarne i suoi spettacoli, o per curarne la regia, ma con Lecce e il Salento sempre nel cuore, là dove sono le radici…”

Sono importanti le radici: senza le radici del passato non ci può essere sviluppo nel futuro, ci si atrofizza. Poi, i Leccesi portano nel dna questa contraddizione, marcata, fra restare e partire, tornare e doversene andare di nuovo, sperando e rimpiangendo, maledicendo e trepidando per questo in ogni caso per tutta la vita.

Dovrebbero curare di più la qualità, pensare ai contenuti, non ai contenitori. Glielo dica, al sindaco Perrone, ha vinto di nuovo lui, no?”

Sì, è stato rieletto in maniera trionfale, ma io nemmeno lo conosco, lo avrò visto di sfuggita in un paio di occasioni…

“Beh, glielo dica, quando lo rivedrà. E gli dica che dovrebbero darmi la cittadinanza onoraria. Pensi, volevano darmi la cittadinanza onoraria di Campi salentina…Ma io ci sono nata davvero a Campi salentina, che cittadinanza onoraria avrebbero voluto darmi? Sì, ridete, ridete pure. Ora vi prendo un po’ di tè, il caffè non posso farvelo, perché sono allergica alle polveri e la domestica è andata via, poi vi devo dire di come Carmelo concepiva il teatro, la cultura, vi devo mostrare qualche  foto, ma lei Valerio la smetta di riprendermi con quell’aggeggio infernale, e lei Alessandra che fa l’attrice faccia tesoro di qualche altra mia  parola che adesso vi dirò…”.

Con  Valerio Melcore e Alessandra Maggio, aspettando  Maria Luisa, improvvisiamo un rapido dibattito, considerando che hanno conferito  la cittadinanza onoraria di Lecce a Ferzan Ozpetek, per un film che ha dato al mondo intero un’immagine di Lecce di paesino pettegolo e bigotto, completamente falsata e del tutto negativa. In effetti…

“Vorrei interpretare le poesie di Carmelo all’anfiteatro romano. Le ho fatte sentire  anni fa ai Teatini, suonavano sedici pianoforti a quattro mani. Le ho fatte sentire poi a Roca,  sopra una zattera galleggiante davanti la grotta della Poesia: c’erano migliaia e migliaia di persone, convenute da tutta Italia, i vigili dovettero bloccare la strada. Ora più niente. Lo sa che le poesie di Carmelo sono anch’esse importantissime? Giorni fa, è venuto a trovarmi Pietrangelo Buttafuoco. Conosce?”

Conosco, conosco: Pietrangelo è un’eruzione in piena…

Sorride Maria Luisa. “Si onora della mia amicizia, ci tiene tanto a me. Abbiamo in comune anche un altro amico: Franco Battiato.  E’ venuto a portarmi il suo ultimo romanzo  edito da Mondadori. E lo sa che mi ha detto?”.

Non oso pensarlo: Pietrangelo non è nemmeno un’eruzione, è un’erezione culturale continua…

“Mi ha detto: altro che i soliti nomi! Il poeta più importante del Novecento è Carmelo Bene! E poi mi ha detto: che altro che Celentano! Per Carmelo Bene la provocazione era una ragione di vita, ma era sempre intelligente, sempre propositiva. Ed ha aggiunto: se avesse visto che adesso la provocazione la fa Adriano Celentano, oggi Carmelo Bene non farebbe più il provocatore”

Continuerebbe a fare teatro, però…

“Il teatro era tutto per lui. Il teatro e la cultura. Il teatro è cultura, la cultura sono la poesia, la filosofia, la letteratura, la pittura, le lingue, i dialetti…Ma il teatro è unico. Non esiste il pubblico del teatro, ma il pubblico del teatro è ogni singolo spettatore, che, con la sua sensibilità, da protagonista, interpreta egli stesso il testo, sempre da protagonista ne elabora il senso. Il teatro sono poi la musica, le scene, i costumi, le luci…Carmelo aveva una cura maniacale delle luci. Dovevano essere come quelle di un quadro di Caravaggio, avere gli stessi effetti che hanno i colori guardando il mare dalla grotta della Zinzulusa. Era capace di stare a provare soltanto le luci per una settimana intera. In particolare, a proposito, gli piaceva Francis Bacon, conosce? Ma no, non lo scrittore del Cinquecento! Il pittore irlandese del Novecento. Di scrittori inglesi gli piaceva Henry James, conosce?”

Poco, è troppo poco quel che so, Maria Luisa. Cercherò di imparare. Come avremmo tutti tanto da imparare da questa signora in nero alla quale sono stato davanti per alcune ore come in un’estasi culturale, seguendo i suoi racconti, faticando dietro ai suoi riferimenti, ma soprattutto sapendola ascoltare, lasciandomi andare alle sue parole, come insegnava il Maestro per il teatro.  

Così rimaniamo ancora a guardare le foto di scena, i quadri, i libri, un vero e proprio patrimonio preziosissimo, ma soprattutto il volto suo, che si illumina di chiaro intenso, nei tratti di una bellezza ancora evidente, quando racconta di una vita dedicata al fratello, novella Antigone che al fratello ha posposto ogni cosa, convinta che un fratello non si possa sostituire, un marito e chiunque altro sì, o quando al contrario, rabbuiandosi, accenna ai torti di cui è stata vittima, alle minacce legali del dopo eredità contesa, che prospettano di portargli via tutto, anche questa casa, che trabocca di cultura viva.

Ma una cosa io la so, Maria Luisa, me l’ha insegnata un altro poeta che tanto piaceva pure a Carmelo, Ezra Pound: quello che veramente ami rimane, quello che veramente ami non ti verrà strappato, quello che veramente ami è la tua vera eredità.

Category: Costume e società

Comments (3)

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  1. Maria Grazia ha detto:

    Maria Luisa è bellissima, dentro e fuori!

  2. anonimo via mail ha detto:

    Sì è vero: l’immagine di Lecce che esce fuori dal film “Le mine vaganti” è irreale e negativa: un paesone pieno di pregiudizi e pettegolo all’esasperazione. Dai, non sta né in cielo e né in terra!
    Questa è la Lecce che il regista turco tanto osannato, con provincialissima sudditanza psicologica e insano complesso di inferiorità, ha fatto vedere in giro per il mondo?
    E che dire poi del “nostro” Edoardo Winspeare, in particolare del suo ultimo film “Galantuomini”, giorni fa andato in tv, per fortuna a notte fonda, in cui il Salento è presentato come un territorio dominato dalla mafia?
    Quando sento parlare di cultura metto mano alla pistola, anzi, quando sento parlare di cinema metto mano al cannone e alla mitralia.

  3. ugo oldano ha detto:

    Alla cortese att.Sig.LUISA BENE (CHE PARLA COI TAROCCHI SU LOVE STORY )
    sONO UGO , MARITO DI Norma,assidua lettrice .Tutte settimane…
    Lei mi racconta sempre SUE risposte ed è entusiasta per la serietà !!!
    Puo’ per favore come ha già fatto altre voplte inviarmi indirizzi di MONASTERI , SANTUARI ,DOVE TROVARE SERENITA PER LO SPIRITO ,IN PIEMONTE O VICINANZE ? Grazie Ugo… Poi approfitto per inviarVi quanto sotto !!!
    E’ un invio che faccio a molti che CAPIRETE IL PERCHE’.

    Alla gentile persona che leggerà questo messaggio, faccio una richiesta, che potrebbe sembrare un po’ bizzarra, ma per me SERIA.
    Colleziono BIRO PUBBLICITARIE, di ogni tipo e LOGO (anche non più scriventi).
    Le chiedo se gentilmente potrebbe spedirmi alcune delle suddette BIRO (anche non vostre).
    E’ bello aiutare un AMICO, anche se non lo si conosce!!! Io lo faccio e mi sento gratificato….
    Se decidesse di inviarmi BIRO, li metta in una busta IMBOTTITA (l’indirizzo può trovarlo in firma). Pagherò eventuali spese di spedizione se occorre.
    La ringrazio anticipatamente e le auguro UN MONDO DI BENE….e che IL VOSTRO LAVORO VI SIA SEMPRE GRATIFICATO.

    Cordialmente, Ugo. ( Norma Napoleone)

    Oldano Ugo
    Via Di Dentro, 33
    13043 – Cigliano (VC)
    mail: ugo.oldano@alice.it

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