LE IDEE / IMMIGRATI – 3 – IL VERTIGINOSO BUSINESS VERGOGNOSO DELL’ ‘ASSISTENZA’
di Stephanie Kirchgaessner ( * ‘The Guardian’ del 27 novembre 2015 – Ci voleva un giornale inglese per poter leggere qualcosa di preciso al riguardo…)______
L’acqua e il gas erano stati staccati da parecchi giorni quando Lessena M ei suoi coinquilini, un gruppo di richiedenti asilo dalla Costa d’Avorio che hanno vissuto a Napoli per più di un anno, hanno deciso di mettere in scena una protesta.
Hanno iniziato a lanciare i bidoni della spazzatura e un vecchio divano arancione dal balcone del loro appartamento mentre i vicini si riunivano in strada per assistere alla scena. Poi è arrivata la polizia, apparentemente dispiaciuta che il proprietario dell’appartamento non avesse ancora riaperto l’acqua.
Senza l’impianto idraulico funzionante, il fetore in casa era diventato intollerabile. Lessena, 34 anni, ha detto anche che il ragazzo che gli portava il cibo ogni giorno in un sacchetto di plastica – sempre pasta – aveva smesso di venire.
“Eravamo totalmente abbandonati”, ha detto. Lessena, che è sopravvissuto a un attacco con l’acido in Costa d’Avorio che gli ha lasciato cicatrici sulla spalla sinistra e il collo, sostiene di essere già stato alla polizia diverse volte per denunciare formalmente i proprietari di casa che, sebbene vengano pagati dallo Stato italiano per ospitare i richiedenti asilo, non sono mai raggiungibili. A pochi giorni della protesta, Lessena e i suoi coinquilini sono stati spostati.
Lessena è uno dei circa 99mila migranti ad essere ospitati in Italia quest’anno ad un costo di circa € 1.16 miliardi, il doppio di quanto è costato l’anno scorso. Il compito di prendersi cura di loro è stato in gran parte affidato a enti di beneficenza, privati, imprese e cooperative di tutta Italia.
Mentre molti sono ospitati in grandi centri di accoglienza, come il più grande d’Europa a Mineo, Sicilia, altri vengono inviati a piccole proprietà, dove affittacamere, gestori di hotel e proprietari di ristoranti hanno trasformato il loro spazio disponibile in abitazioni. Si tratta di un business redditizio: i proprietari di rifugi per i richiedenti asilo sono pagati 35 € al giorno per ogni adulto che ospitano. Chi ospita 100 persone, per dire, riceve € 1.28 milioni all’anno.
Sulla carta, i richiedenti asilo hanno legalmente diritto a determinate prestazioni per vivere una vita “decorosa” e per integrarsi nella società italiana: cibo e cure mediche, sostegno psicologico e € 2,50 al giorno. Politici di destra, guidati dal leghista Matteo Salvini, abitualmente ritraggono i richiedenti asilo come persone che vivono una vita comoda grazie al sussidio statale. Ma per alcuni, la realtà è completamente diversa.
Un certo numero di attivisti che lavorano con i richiedenti asilo credono che il business dei migranti sia pieno di corruzione e influenzato dalla criminalità organizzata, che approfitta di un’emergenza nazionale per realizzare profitti. I migranti sono d’altronde concentrati nel sud Italia, dove l’influenza delle mafie è significativa.
L’opportunità di profitto illegale è stato clamorosamente sfruttata dall’uomo al centro della cosiddetta vicenda di “mafia Capitale” , Salvatore Buzzi, che è stato intercettato lo scorso anno mentre diceva a una persona che il traffico di droga era “meno redditizio” che l’attività di alloggiamento dei richiedenti asilo.
Gianluca Petruzzo, il presidente dell’ “Associazione 3 Febbraio”, ha detto che l’Italia si trovava essenzialmente in uno stato di emergenza quando si trattava di trovare una sistemazione ai migranti. Quando le autorità sanno, per esempio, che mille migranti arrivano in Sicilia, gli accordi per trovare una sistemazione di solito sono fatti in fretti e furia, spesso senza indire un bando per l’assegnazione.
“In una zona a nord di Napoli, c’è un ristorante che ospita 300 persone – spiega Petruzzo – una camera per 300 persone. Ci sono alberghi dove in una stanza per due o tre persone hanno messo letti a castello per sette o otto migranti”. Petruzzo afferma che, in alcuni casi, ha personalmente assistito a proprietari che portavano i richiedenti asilo a lavorare nelle proprie aziende per 12 ore al giorno per un compenso di circa € 10 al giorno.
“La cosa più terrificante è quando si va in una centro e parlare con i proprietari e loro ti dicono: ‘Che cosa vuoi, vengono dall’Africa. Diamo loro cibo e acqua, che altro vogliono? ‘ I proprietari pensano che queste persone siano più bestie che esseri umani “, ha detto Petruzzo.
C’è un dibattito sul fatto che le condizioni di vita disagiate di molti richiedenti asilo in Italia siano dovute al fatto che il paese semplicemente non possa far fronte con questi numeri di migranti, o se sia tutta una strategia per spingere le persone ad andarsene.
Petruzzo non pensa che i tempi incredibilmente lunghi per valutare le richieste di asilo siano un caso. La maggior parte dei migranti devono aspettare sei-otto mesi per fare il colloquio, e poi altri sei mesi prima di ottenere una risposta. In quel periodo, non sono autorizzati a lavorare o lasciare il paese.
“Più i migranti rimangono, più l’Italia ottiene fondi dall’UE, e quei soldi finiscono nelle tasche di chi gestisce i rifugi, con vantaggi anche per i politici”, ha detto Petruzzo. “Si tratta di una mancanza di organizzazione, ma anche di cattiva condotta intenzionale”.
L’ APPROFONDIMENTO / IL CONFRONTO nei nostri articoli immediatamente precedenti
https://www.leccecronaca.it/index.php/2016/10/09/le-idee-immigrati-2-ecco-chi-li-vuole-e-perche/