IN ARRIVO A BRINDISI ALTRI 581 MIGRANTI DALLA LIBIA
(e.l.)______Mentre ieri sono ripresi gli sbarchi di immigrati sulle nostre coste, con le solite caratteristiche
https://www.leccecronaca.it/index.php/2016/09/06/arrivati-a-otranto-ottantaquattro-nuovi-migranti-2/
oggi riprendono anche gli arrivi, finora smistati fra Taranto e Brindisi, dei migranti partiti con i barconi dalla Libia e salvati nel canale di Sicilia dalle unità operative dell’ Unione Europea.
A Brindisi è atteso in serata il pattugliatore della marina militare spagnola “Rio Segura” (nella foto) con a bordo 581 persone.
Ci saranno le oramai consolidate operazioni di assistenza e di identificazione, dopo di che si provvederà al trasporto in altre regioni, dal momento che nei centri di accoglienza pugliesi e nelle strutture previste al bisogno non c’è più posto da tempo.
Category: Cronaca
Come avevamo annunciato nel corso della conferenza stampa che abbiamo tenuto a Bari lo scorso 11 aprile, l’emergenza sbarchi avrebbe riguardato anche la Puglia e così è stato purtroppo.
Avevamo tentato di lanciare un allarme per tempo chiedendo, in quella occasione, che le autorità competenti si attrezzassero così da permettere una rapida e consona accoglienza ai migranti. Così non è stato.
I 581 migranti che arriveranno con questo ennesimo sbarco infatti non dovrebbero restare in Puglia dal momento che i posti per l’accoglienza sono esauriti da tempo.
La nostra regione, così come il resto d’Italia, dovrebbe farsi trovare pronta ad assicurare una accoglienza degna di un paese civile e l’unico modo per raggiungere tale ambizioso obiettivo è attivare in tutti i Comuni del paese centri Sprar.
Un’accoglienza diffusa permetterebbe infatti di distribuire tra i diversi comuni il “carico” dell’accoglienza di chi arriva nel nostro Paese spesso e volentieri perchè in fuga da guerre e persecuzioni e che arrivato in Italia finisce per essere ammassato con tante altre persone in grandi centri di aggregazione.
Dall’altro lato questo permetterebbe di ridurre fino a renderlo insignificante, il possibile impatto sia economico che sociale sui singoli comuni.
Invitiamo pertanto i sindaci pugliesi a farsi partecipi di questa azione di solidarietà e legalità, che a nostro avviso rappresenta un’opportunità per il territorio e che, tra le altre cose, scongiurerebbe la nascita di Centri d’accoglienza straordinari.
Sono di pochi giorni fa le notizie riguardanti altri arrivi di migranti sulle coste del Salento, eventi che ormai non fanno quasi più notizia, che continuano a essere definiti “emergenza” utilizzando però un termine che in realtà serve a nascondere una profonda disorganizzazione.
In particolare l’ultimo di questi arrivi, quello presso Gallipoli di circa cinquanta uomini intercettati a bordo di un veliero con l’arresto anche di alcuni cosiddetti “scafisti”, ha mostrato delle lacune inaccettabili per le dimensioni dello sbarco e per come la provincia di Lecce dovrebbe essere attrezzata all’accoglienza.
È capitato, infatti, che il centro per l’identificazione Don Tonino Bello di Otranto fosse stracolmo di migranti, provenienti da altre province, che vi erano stati condotti e che si sia deciso di procedere alle operazioni di fotosegnalamento direttamente sul posto, cioè al porto di Gallipoli, in orario notturno, allestendo, per l’occasione, una piccola tendopoli.
Il maltempo di questi giorni però ci ha messo lo zampino e così, le raffiche di vento di un temporale, hanno impedito il completo utilizzo delle tende e, in assenza di altre soluzioni, operatori di Polizia e migranti appena sbarcati dal veliero sono stati costretti ad aspettare il completamento delle operazioni d’identificazione sotto la pioggia battente per molto tempo, cercando improbabili ripari a ridosso delle mura del porto e di piccole sporgenze presenti nella zona.
In aggiunta, per gli operatori presenti, vi è anche la responsabilità dell’accoglienza e della vigilanza sui migranti da identificare.
Le operazioni d’identificazione sono poi proseguite in alcuni locali reperiti sul momento e messi a disposizione dalla Capitaneria di Porto.
Quanto accaduto è, a parere della nostra Organizzazione sindacale, inaccettabile sotto il profilo umano, della dignità delle persone e della loro incolumità, delle condizioni di lavoro degli operatori di Polizia e della loro sicurezza.
Riteniamo che in una terra come la nostra, in cui l’accoglienza è una pratica consueta sin dal 1991, non si possa continuare a parlare di emergenza ma si debba lavorare per cercare di evitare di farsi trovare impreparati anche per piccoli eventi come quelli di pochi giorni fa.
Aggiustando i limiti evidenti di questa presunta organizzazione che costringe chi è sul campo a trovare soluzioni estemporanee alle falle aperte da chi vive le situazioni seduto a tavolino e, nel momento dell’emergenza, magari è in un letto confortevole.
Dobbiamo dare atto dell’impegno, anche personale, di Prefetto e Questore della provincia e siamo a conoscenza dell’esistenza di un piano provinciale degli sbarchi ma, per quanto ne sappiamo, il piano entra in funzione solo per eventi che riguardano almeno 100 migranti. Negli ultimi anni, nella nostra provincia, non ricordiamo di sbarchi di quest’entità, per cui ci chiediamo: quando e se mai sarà applicato il piano provinciale per poterne dare una valutazione?
Vorremmo capire se non si ritiene opportuno predisporre un protocollo calibrato sulla tipologia di sbarchi che più ci interessano, quelle con poche decine di migranti. Se non sia il caso di pensare anche a come dotarsi di strumenti e strutture per accorciare, in circostanze come questa, i tempi d’identificazione, ad esempio in provincia vi è solo un’attrezzatura portatile per le identificazioni, piuttosto che aumentare il numero di operatori e volontari che, in situazioni particolari, aiutano, ma non risolvono.