MOBILITA’ DEI DOCENTI, PROBLEMA SOCIALE: ECCO LE POSSIBILITA’ DI EVITARE IL TRASFERIMENTO
di Stefania Isola * (avvocato – per leccecronaca.it)______
La mobilità della scuola per l’anno scolastico 2016/2017 sta generando, come effetto negativo, un problema sociale che è tanto più serio in quanto colpisce i numerosi docenti che dovranno prendere servizio lontano da casa e dalla famiglia; soprattutto, in virtù del fatto che, con uno stipendio come quello degli insegnanti, sarà difficile poter sopportare le nuove spese che si presenteranno.
Giustificabile è, pertanto, la rabbia dei docenti il cui destino è legato ad un “algoritmo” pensato soltanto in termini numerici.
Ma le possibilità legislative per evitare il trasferimento legato alla mobilità-scuola ci sono.
Prima di tutto l’assegnazione provvisoria e l’utilizzazione: fino al 28 agosto potranno essere presentate le domande per la scuola secondaria di primo e secondo grado. Riguardo la compilazione della domanda, è importante sapere che può essere valutata, infatti, solo una precedenza e il docente che possiede i requisiti per più di una, dovrebbe, più convenientemente, indicare quella in suo possesso che sarà valutata prioritariamente.
L’utilizzazione è perseguibile da chi si trova in condizione di soprannumero o esubero, mentre l’assegnazione provvisoria è per chi ha esigenze di famiglia o di salute certificate.
In ogni caso, dal 1° settembre bisognerà prendere servizio nella sede di titolarità e attendere il risultato dell’istanza.
Esiste anche la possibilità dello ‘scambio di posti’ a carattere interprovinciale tra insegnanti che ricoprono la medesima cattedra: se un docente non ha ottenuto l’assegnazione provvisoria può provare a ‘scambiare’ il proprio posto con un altro docente.
Se la strada dell’assegnazione o utilizzazione e dello ‘scambio di posti’ non potessero essere realizzate, restano ancora altri istituti giuridici a cui fare riferimento per evitare la mobilità-scuola. In primo luogo il congedo parentale: avendo un figlio di età pari o inferiore ai 12 anni e non si è mai usufruito di questo istituto giuridico, allora è possibile richiedere 6 mesi di congedo dal servizio, sia per le madri che per i padri.
Infine, il congedo biennale: se si è figlio di una persona che usufruisce della legge 104 e si è referente unico, si possono richiedere due anni di congedo per assistenza al genitore.
Se, quindi, è evidente quale sia la situazione negativa generata dalla mobilità della scuola, sono chiare anche le possibili soluzioni per risolverla.
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Molti docenti il 1° settembre saranno costretti ad abbandonare la famiglia per andare ad insegnare nelle nuove sedi assegnategli con la mobilità nazionale obbligatoria, prevista dalla legge 107/15, che nella maggior parte dei casi si trovano nel nord Italia.
Il presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone, con la consigliera provinciale Simona Manca e la consigliera di Parità della Provincia Filomena D’Antini Solero, martedì 30 agosto, alle ore 11.30, nella sala giunta di Palazzo Adorno, a Lecce, illustreranno alla deputazione salentina, le proposte tecniche per evitare che molti docenti della provincia di Lecce, per la maggior parte donne e madri, abbandonino le loro famiglie o perdano il lavoro.
All’incontro sono stati invitati anche i segretari provinciali di Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda.
Si è svolto questa mattina, martedì 30 agosto, nella sala giunta di Palazzo Adorno a Lecce, l’incontro promosso dal presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone con la consigliera provinciale delegata alla Cultura Simona Manca e con la consigliera di parità Filomena D’Antini Solero, per illustrare alla deputazione salentina e alle organizzazioni sindacali alcune proposte “sostanziali” di modifica della legge 107 del 2016 (la cosiddetta legga sulla “Buona Scuola”).
L’iniziativa scaturisce dall’emergenza sociale venutasi a creare nel Salento, come in altre province del Sud d’Italia, in seguito alla mobilità nazionale obbligatoria, che sta portando centinaia di docenti della provincia di Lecce, per la maggior parte donne e madri, a partire per il Nord, lasciando le famiglie, per non perdere il posto di lavoro (in base alla provincia di nascita, sommando i 1441 trasferimenti coatti della secondaria di II grado ai 711 della secondaria di I grado ed ai 1099 della primaria, ben 3.251 docenti pugliesi non hanno avuto la possibilità di restare in regione e, per la sola provincia di Lecce, sono interessate oltre 800 persone).
Hanno accolto l’invito i deputati Roberto Marti e Rocco Palese e il senatore Francesco Bruni, che hanno partecipato all’incontro insieme ai rappresentanti sindacali di categoria Maria Rosaria Valentino (Snals), Gianna Guido (Cisl), Francesca Franza (Cgil), Maria Rosaria Ferilli (Gilda), Giovanni Caretto, Salvatore Florio e Arturo Gaetani (Cisl). Erano presenti, inoltre, il consigliere provinciale Roberto Martella, il consigliere regionale Saverio Congedo ed una folta delegazione di docenti del Coordinamento GAE di Lecce.
Il presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone ha esordito chiarendo: “Queste proposte rappresentano una base di discussione che i parlamentari presenti potranno fare propria. Non sono una soluzione immediata all’emergenza attuale che riguarda i trasferimenti dei docenti nel Nord. Sono misure di ordine generale che vogliamo portare all’attenzione nazionale perché se è vero che la scuola è fondamentale e centrale allora va modificata la legge”.
La consigliera alle Pari Opportunità della Provincia di Lecce Filomena D’Antini Solero ha sottolineato: “ Le nostre proposte puntano a tutelare tutti i docenti senza distinzioni, siano essi uomini o donne, anche se è vero che proprio quest’ultime stanno pagando il prezzo più alto”.
La consigliera provinciale con delega alla Cultura Simona Manca ha evidenziato: “Anche se la Provincia non ha una competenza specifica, ci siamo sentiti di fare una proposta organica complessiva che viene incontro alle esigenze di tutti i docenti, di ruolo e precari. La scuola è un settore che la politica deve affrontare con la massima serietà, in maniera organica e con una visione a lungo raggio. Essa deve essere l’ultima spesa sulla quale l’Italia deve fare economia. La politica sulla scuola deve prevedere investimenti e non risparmi. C’è una situazione di allarme sociale che riguarda i docenti in mobilità e quelli del GAE. L’obiettivo è aumentare i posti in organico. A settembre la legge di stabilità e a dicembre la legge finanziaria sono i due passaggi su cui si può intervenire perché le nostre proposte hanno bisogno di risorse e chiediamo ai parlamentari che se ne facciano carico”.
Unanime e positiva è stata la risposta dei tre parlamentari salentini Marti, Bruni e Palese, che hanno “sposato” in pieno le proposte, e hanno assicurato la propria disponibilità a farsene portavoce nelle sedi parlamentari opportune. D’accordo sul contenuto anche i sindacati di categoria, che faranno pervenire nelle prossime ore alla presidenza della Provincia di Lecce eventuali ulteriori proposte tecniche integrative.
Il documento firmato dal presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone, dalla consigliera provinciale Simona Manca e dalla consigliera di Parità Filomena D’Antini Solero, contiene quattro proposte concrete per modificare la legge 107 del 2016 e cambiare in meglio la scuola.
Quattro proposte “strutturali”, che naturalmente non possono essere realizzate in pochi giorni, perché “la soluzione del problema non può e non deve essere una soluzione “tampone” o provvisoria, ma deve essere una soluzione definitiva, di sistema”.
I quattro punti illustrati nel documento congiunto, infatti, possono essere realizzati già dal prossimo anno scolastico se, con la legge finanziaria di dicembre, si decide di investire e di puntare finalmente sulla scuola.
Eccoli in sintesi:
1) PIU’ TEMPO PIENO
L’offerta formativa dovrebbe essere attraverso un’attivazione consistente del tempo pieno o prolungato nelle scuole. Ciò servirebbe a garantire uno strumento importantissimo per le famiglie e per gli alunni, e al contempo eviterebbe l’esodo di massa dei docenti della scuola primaria che per il 91% sono donne e in moltissimi casi madri con enormi carichi familiari e porterebbe a nuove assunzioni.
2) SOSTEGNO: I POSTI IN DEROGA TRANSITINO NELL’ORGANICO DELL’AUTONOMIA
I posti in deroga devono transitare nell’organico di diritto, e quindi nell’organico dell’autonomia. Su di essi i migliaia di docenti emigrati dalla Puglia potranno fare ritorno e saranno possibili anche nuove assunzioni.
3) LA RIDUZIONE DEL NUMERO DEGLI ALUNNI PER CLASSE. CLASSI FORMATE CON MASSIMO 20 ALUNNI
4) PROCEDURE DI MOBILITA’ ANNUALI.
La legge n. 107/2015 ha previsto l’organico dell’autonomia triennale e l’incarico triennale dei docenti assegnati ai diversi ambiti territoriali. Una logica conseguenza di questo sistema è che anche la mobilità interprovinciale non potrà che essere triennale. Considerato che l’esodo dei docenti del Sud verso le scuole del Nord, è un’emergenza sociale di proporzioni incalcolabili, queste norme devono essere modificate e, a partire dall’a.s. 2016/2017, la mobilità deve essere annuale. L’aumento del numero dei posti che si otterrà grazie alla realizzazione dei tre punti precedenti, farà si che una parte di questi posti, possano costituire la piattaforma organica per i trasferimenti interprovinciali, e quindi per il rientro al Sud ed in Puglia. L’altra parte sarà destinata alle assunzioni in ruolo.