L’ ANNIVERSARIO DELLA STRAGE DI BOLOGNA: CERCHIAMO DI CAPIRE PERCHE’ DOPO TRENTASEI ANNI ANCORA NON SI CONOSCONO NOMI DEI VERI COLPEVOLI E DEI MANDANTI
di Valerio Melcore_______Sono trascorsi trentasei anni dalla Strage di Bologna.
Anche quest’anno ci sono state manifestazioni, interviste ai parenti delle vittime, oggi c’era pure la Comunità islamica a manifestare, a Bologna.
Dopo quasi quarant’anni non sono stati scoperti i mandanti e neppure i veri esecutori, di quella carneficina. Come mai?
La risposta è semplice, ma i più non la vogliono ascoltare.
Perché? Per non dover ammettere di aver raccontato, per decenni, una verità che non stava in piedi. Di aver inscenato manifestazioni pubbliche, letto proclami, fatto comizi e apposte targhe commemorative dove venivano indicati quali responsabili della strage, delle entità astratte, i fascisti.
Il Ministro degli Interni subito dopo la strage parlò di una caldaia che era esplosa, quando si appurò che si trattava di una bomba, senza avere lo straccio di una prova, si gridò subito alla strage fascista.
Centinaia di uomini e donne, per la maggior parte ragazzini, dell’area dell’estrema destra furono messi in galera, per anni si indagò nella stessa direzione nella speranza che qualcuno parlasse, si cercarono le prove, possiamo immaginare quante promesse siano state fatte a coloro che erano chiusi in galera in cambio di qualcosa che potesse avvalorare la tesi dei fascisti stragisti, nella speranza di giungere ad avere uno straccio di prova, ma questo ahimè, non è mai avvenuto.
I partiti al Governo erano terrorizzati all’idea che il Partito Comunista dichiarasse che quella di Bologna fosse una bomba di Stato, i comunisti temevano che la Democrazia Cristiana la addebitasse alle Brigate Rosse, così si ritrovarono tutti d’accordo per scaricare sulla destra la terribile responsabilità della strage, anche perché nel panorama politico italiano il Movimento Sociale Italiano aveva un peso modestissimo.
La giustificazione fu che la destra con le bombe voleva destabilizzare il paese. La verità è che le stragi che tolgono la vita a persone innocenti sono destinate a stabilizzare il potere, non a scardinarlo. “Meglio i ladri che gli assassini” è ciò che la gente dice all’indomani delle stragi senza senso. Ed fu per questo che il potere dei partiti per qualche anno ancora reggerà il potere.
Del resto la storia ci insegna che quando si vuole destabilizzare un regime, le bombe si mettono sotto al culo di chi governa non nelle stazioni o nelle piazze.
Dopo anni di inchieste per giustificare la mancanza di qualsiasi risultati si parlò di servizi deviati, di Logge Massoniche, di Servizi segreti americani, ecc… Alla fine si arrestarono due ragazzini Valerio Fioravante e Francesca Mambro con buona pace di tutti.
Ma sono condanne che non convincono, non convincono persino chi sulle strage indagò avendo a disposizione tutti gli strumenti per potersi fare un’idea piuttosto precisa, come il Senatore del PD Giovanni Pellegrino.
Ecco cosa si può leggere su Wikipedia:
“Secondo alcuni, come Giovanni Pellegrino (deputato dei Democratici di Sinistra ed ex presidente della Commissione parlamentare Stragi), il movente non sarebbe la strategia della tensione e la spinta verso una svolta a destra, ma altri contrasti di potere, che siano stati internazionali tra NATO e Patto di Varsavia, tra Israele e Palestina, o tra USA e Libia, con l’Italia in posizione ondivaga, che si trovò in mezzo a questa “guerra segreta”; sia interni, come minaccia per silenziare chi sapeva qualcosa sulle bombe del 1969-1974, ad esempio come faida interna alla P2. La stessa sentenza di condanna degli esecutori emessa della Cassazione afferma che, se essi sono accertati, il movente occulto è oscuro, così come i mandanti. Pellegrino si espresse così, nel 2003:
« Tutto questo ha un senso nell’Italia del 1969: c’erano il movimento studentesco, l’autunno caldo, Giuseppe Saragat al Quirinale, il governo debole di Mariano Rumor. Mentre questo movente non ha alcun senso nel 1980: quando siamo nell’Italia del Preambolo, del riflusso e del post-fordismo. Con Sandro Pertini al Quirinale. Sarebbe bastato al Presidente affacciarsi al balcone con la pipa in bocca per far insorgere l’Italia intera in sua difesa. E questo non sarebbe successo per Saragat.» |
Anche chi sostiene nettamente la veridicità della sentenza ufficiale, afferma talvolta che, … la P2 e lo stesso SISMI depistarono (ai danni di un altro neofascista, Stefano Delle Chiaie) per motivi poco chiari: c’è chi ipotizza anche che la bomba fu un’azione diversiva per sviare l’attenzione da alcuni scandali del periodo: il crack finanziario del banco Ambrosiano, la bancarotta e la caduta del faccendiere Michele Sindona (colluso con la mafia e la P2, e, secondo Luigi Cipriani, deputato di Democrazia Proletaria, anche finanziatore della strategia della tensione fino al 1974), l’affacciarsi degli attacchi di Cosa Nostra contro lo Stato e le indagini che avrebbero condotto agli elenchi dei piduisti, ritrovati a Castiglion Fibocchi, tutti casi in cui venne coinvolta la loggia massonica eversiva diretta da Gelli, il cui scopo era l’instaurazione di una repubblica presidenziale bipartitica, con tratti di autoritarismo e controllo dei mass media, mascherata da intenti “liberali” e “anticomunisti”.
Ed ecco cosa dice Valerio Fioravanti condannato per la strage insieme alla moglie in un’intervista a Raffaella Fanelli nel 2011.
«Nessuna intervista… io e Francesca non vogliamo più parlare di questa storia. Abbiamo già motivato e spiegato, e a questo punto dipende dalla buona volontà degli altri approfondire. Ripetiamo le stesse cose da trent’anni e nessuno vuole ascoltarci. Quindi non ha senso parlare». L’appuntamento con Valerio Fioravanti è in piazza Risorgimento a Roma, a due passi dal Vaticano. Pochi minuti concessi per sottrarsi ad altri inseguimenti, a telefonate ed email sempre più pressanti. «Con la strage di Bologna e con quegli 85 morti noi non c’entriamo niente. E ci siamo stancati di ripeterlo. Se questo Paese non cerca la verità è un altro motivo per tacere».
La voce di Giusva Fioravanti è ferma, il suo sguardo diretto e deciso, sta per andarsene. Reagisce solo all’accusa: «Lei è stato condannato come esecutore materiale insieme a Francesca Mambro e Luigi Ciavardini». La replica è immediata. «Si legga la sentenza. Non è così. I giudici hanno scritto che noi non siamo gli esecutori materiali… lo hanno messo nero su bianco. Nessuno ci ha mai visto a Bologna, questo hanno scritto, né prima né durante né dopo la strage. Il processo si è concluso con un “intanto condanniamo voi, come membri del gruppo che ha organizzato la strage, in seguito, con le altre inchieste, individueremo i veri esecutori materiali, i mandanti, il movente e da dove arriva l’esplosivo”. Ma sono passati 15 anni da quella sentenza e niente è stato fatto».