XYLELLA / LA PROCURA REVOCA IL SEQUESTRO DEGLI ULIVI. NON C’E’ PIU’ PERICOLO CHE VENGANO ABBATTUTI, COSI’ I GIUDICI HANNO MOTIVATO IL PROVVEDIMENTO. NELLA CONVINZIONE CHE ORA TOCCHI ALLE ISTITUZIONI REGIONALI CONTENERE LA DIFFUSIONE DEL CONTAGIO CON LA RICERCA E LE BUONE PRATICHE AGRICOLE
(Rdl)______La procura di Lecce, ritenendo che non vi sia più alcun rischio di abbattimento, ha disposto, con decreto di restituzione, il dissequestro dei 2.223 alberi di ulivi interessati da ordini di abbattimento nell’ambito del piano di interventi anti xylella.
Gli ulivi erano stati sottoposti a sequestro il 18 dicembre scorso con decreto urgente a firma dei pubblico ministero Elsa Valeria Mignone e Roberta Licci e del procuratore della Repubblica di Lecce Cataldo Motta (nella foto), poi convalidato dal gip Alcide Maritati, nella convinzione (maturata sulla scorta di una perizia) che le eradicazioni degli ulivi non fossero il metodo giusto per arginare la malattia.
Nell’inchiesta sono coinvolte dieci persone, tra cui l’ex commissario straordinario per l’emergenza Xylella, Giuseppe Silletti, ricercatori e funzionari della Regione Puglia.
Secondo quanto è scritto dal provvedimento, la restituzione è collegata alla cessazione dello stato di emergenza; all’avanzamento della ricerca, con l’avvio di una task force regionale con approccio multidisciplinare; e agli spiragli concessi dalla Corte di Giustizia europea rispetto a una possibile modifica delle determinazioni Ue.
“Non può che essere devoluta alle istituzioni regionali e nazionali la rappresentazione in sede europea delle nuove evenienze registrate nel campo della lotta alla xylella al fine di adottare tutte le iniziative necessarie per il contenimento della diffusione del batterio che siano commisurate a esigenze di tutela e salvaguardia del patrimonio ambientale e culturale salentino.
In tale prospettiva il permanere della misura in atto, nel constatato superamento delle esigenze preventive, ampiamente soddisfatte, che di quel provvedimento avevano imposto l’adozione, appare ormai privo di concreta utilità oltre che già oggetto di non corrette interpretazioni”.
A quanto si apprende secondo la procura, dopo la nuova perimetrazione delle aree interessate dal contagio, non vi sarebbe più alcun pericolo, per gli ulivi in questione, di imminenti abbattimenti. La Corte di Giustizia europea che ha sì legittimato gli abbattimenti delle piante infette e di quelle sane nel raggio di 100 metri, ha anche stabilito che “nel caso in cui nuovi elementi modifichino la percezione di un rischio o mostrino che tale rischio deve essere circoscritto mediante misure meno gravose di quelle esistenti, spetta alle istituzioni, e in particolare alla Commissione, provvedere all’adeguamento”.
La situazione sarebbe inoltre mutata dopo l’avvio, di un confronto scientifico sul tema e con le buone pratiche agricole che “hanno fornito dati tali da integrare un patrimonio di conoscenza ulteriore suscettibile di valutazione proprio a quei fini di adeguamento delle misure ai nuovi dati cui la Corte di Giustizia fa esplicito riferimento”.
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