PERICOLI PER IL LITORALE SALENTINO
Dall’ ordine degli agronomi di Lecce, riceviamo e volentieri pubblichiamo______
Il sovraffollamento delle spiagge salentine mette a dura prova il delicato eco-sistema del litorale. A lanciare l’allarme, alla vigilia di un agosto che si prospetta da record di presenze, è l’Ordine degli agronomi di Lecce.
Una recente ricognizione sullo stato delle spiagge, effettuato dagli esperti del paesaggio nelle scorse settimane, ha infatti evidenziato una serie di situazioni a rischio da Nord a Sud della provincia: micro e macro ferite dei cordoni dunali creati dall’azione antropogenica esercitata dai bagnanti per accedere in spiaggia, distruzione della vegetazione dunale, interventi invasivi per far spazio a strutture balneari, spesso abusive.
Il presidente dell’Ordine degli agronomi, Rosario Centonze, invita così operatori turistici e bagnanti alla massima attenzione per evitare che venga compromesso un habitat naturale molto delicato e fondamentale per il Salento. “Proprio in vista dell’arrivo di agosto – dice l’agronomo – mese in cui si registra la massima concentrazione di bagnanti, mi preme lanciare un appello contro l’uso indiscriminato delle spiagge e del litorale. Attenzione che dovrebbe essere rivolta in primis dagli operatori balneari per i quali la carta vincente delle proprie attività è proprio la bellezza dei luoghi”.
Centonze accende i riflettori sull’importanza della vegetazione dei cordoni dunali e sottolinea il loro apporto nel preservare non solo la bellezza ma la stessa sussistenze delle spiagge dello Ionio e dell’Adriatico. “La vegetazione – spiega – ha un ruolo fondamentale nella stabilizzazione delle dune, che a loro volta sono una barriera importante per evitare la dispersione della sabbia e quindi l’erosione del litorale”.
Sono circa una quarantina le specie botaniche che popolano la costa sabbiosa salentina, dal lentisco (Pistacia lentiscus L.) al mirto (Myrtus communis L.), dall’asparago pungente (Asparagus acutifolius L.), alla robbia selvatica (Rubia peregrina L.). Ed ancora la gramigna delle spiagge, il ginepro coccolone, il giunco marittimo, la pastinaca di mare, il finocchio marino, il ginestrino delle spiagge, la canna domestica, il piumino e il limonino, il giglio marino, il rovo, l’oleastro. “Si tratta di un assetto floristico e faunistico estremamente ricco e diversificato, che meriterebbe la massima tutela”, insiste Centonze, “attraverso la costruzione di accessi ad hoc, come di passerelle in legno in punti che non arrechino danno ai cordoni dunali, e poi attraverso interventi di restauro vegetazionale laddove la situazione è particolarmente compromessa, tramite la messa a dimora di gruppi di elementi erbacei perenni ed elementi arbustivi formati da specie autoctone”.
No, dunque, al transito indiscriminato di turisti su una vegetazione che funge da barriera naturale alla sabbia quando i venti soffiano da mare verso la terra e che “ancora” le dune salvaguardando uno dei litorali più belli e apprezzati d’Italia. “L’ordine degli agronomi di Lecce – conclude Centonze – conta 270 dottori agronomi, tra le cui competenze assume primaria importanza la progettazione del paesaggio nel rispetto di un corretto e sostenibile uso delle risorse. Siamo pronti a dare il nostro apporto per la tutela di un litorale che è tra le principali ricchezze del Salento, ma anche i turisti e gli operatori balneari devono fare la loro parte”.
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