ULTIM’ORA / SCONTRO FRONTALE A TUTTA VELOCITA’ FRA DUE TRENI REGIONALI CHE VIAGGIAVANO IN DIREZIONI OPPOSTE SULLO STESSO BINARIO UNICO. IN PIENO GIORNO. APPARE INCONCEPIBLE, EPPURE QUESTO E’ SUCCESSO ALLE 11 FRA CORATO E RUVO. DECINE DI VITTIME E DI FERITI
(e.c.)______Due treni regionali si sono scontrati frontalmente, a tutta velocità, questa mattina verso le 11 in un tratto di campagna fra Corato e Ruvo, gestito dalle Ferrovie del Nord Barese. C’ è un binario unico e i due convogli viaggiavano in direzioni opposte. Le cause di quanto successo appaiono al momento incredibili: saranno oggetto delle indagini degli inquirenti. I tecnici hanno già compiuto alcuni rilievi in zona.
Per ora, ci sono solamente le lamiere, accartocciate nell’ impatto, e tante vittime, tanti feriti. I soccorritori, vigili del fuoco, sanitari del 118, polizia urbana, polizia di Sato e carabinieri, arrivati anche dalle zone limitrofe, hanno lavorato a lungo, e si stanno ancora prodigando
“Credo ci siano molti morti“, ha detto sul posto il comandante dei Vigili urbani di Andria, Riccardo Zingaro: “C’è stato uno scontro frontale su un unico binario, alcune carrozze sono completamente accartocciate e i soccorritori stanno estraendo dalle lamiere le persone, molti sono anche i feriti“.
“I Vigili del fuoco ancora al lavoro. Al momento sono sul posto, sto coordinando le operazioni. E’ stata attivata la Protezione civile e sono stati predisposti dei posti di soccorso. Le persone che sono autonome vengono accompagnate lontano dalla zona. Le vittime per quanto risulta sono una decina ma i vigili del fuoco stanno ancora lavorando“, ha detto pochi minuti fa il sindaco di Corato Massimo Mazzilli.
In Parlamento alcuni deputati hanno già chiesto al ministro dei Trasporti Graziano Del Rio di andare in aula a riferire.
Il capo del governo Matteo Renzi ha lasciato Milano, dove era per impegni istituzionali, e sta facendo ritorno a Roma: “C’è una “assoluta richiesta di capire i responsabili e fare totale chiarezza. Non ci fermeremo finché non chiariremo cosa è accaduto”.
Category: Cronaca
Noi portavoce ed attivisti pugliesi del Movimento 5 Stelle ci stringiamo intorno ai famigliari delle vittime e ai feriti del terribile incidente ferroviario delle ferrovie Barinord nella tratto tra Corato ed Andria.
Abbiamo fiducia nel lavoro degli inquirenti e dal canto nostro, chiederemo delle risposte all’interno delle istituzioni ad ogni livello.
Per rispetto nei confronti dei feriti, delle vittime e dei loro parenti, è necessario fare luce in fretta sulle cause e sui responsabili di questo scontro.
Poco fa, nelle campagne dell’Alta Murgia, è avvenuto un tremendo scontro frontale tra due treni su cui viaggiavano pendolari e studenti. Una notizia terribile.
Sto seguendo gli aggiornamenti con forte apprensione, confidando nel prezioso lavoro dei soccoritori e nell’attesa di capire qualcosa in più sulla vicenda.
Il mio pensiero va ai familiari delle vittime coinvolte e alle persone rimaste ferite che stanno ricevendo in questi minuti cure e assistenza.
Occorre fare chiarezza e farò tutto il necessario, in ordine al mio ruolo, affinchè vengano chiarite dinamiche e responsabilità di questo disastro.
Il rombo degli elicotteri che volano basso sotto un cielo a tratti coperto da una cappa di afa insopportabile e lo strillo delle sirene.
Un odore soffocante di gasolio che toglie il respiro ai tanti che si sono addentrati nell’uliveto dove affluiscono tutte le ambulanze del 118, per prestare i soccorsi.
La scena è raccapricciante. Quei due vagoni, l’uno dentro l’altro, due treni locali, si sono scontrati frontalmente sulla linea monobinario Corato-Andria che collega il Nord Barese a Bari.
Uno scontro terribile, con almeno 10 morti.
Tre le inchieste sulla tragedia: una della Procura della Repubblica di Trani (sostituto procuratore Francesco Giannella), una interna di Ferrotramviaria che gestisce la linea, e una del ministero dei Trasporti.
A causare l’incidente la mancata comunicazione della presenza di due treni in quella stessa tratta ferroviaria di un solo binario.
Non ci sono indagati, per il momento il fascicolo aperto dalla Procura di Trani per omicidio plurimo colposo è a carico di ignoti.
I treni passeggeri sono utilizzati in prevalenza da lavoratori ma anche da turisti.
A quanto si apprende da Ferrovie del Nord Barese, su quel tratto sono anche in corso i lavori di raddoppio ma non ci sarebbe nessuna connessione con l’incidente.
L’impatto è stato violentissimo, perciò tutti i passeggeri sono stati scaraventati come proiettili in avanti.
E’ assurdo che nel 2016 avvengano ancora tragedie simili, soprattutto se si considerano i continui aumenti delle tariffe ferroviarie.
Come associazione promuoveremo una class action contro i responsabili, se i passeggeri non verranno automaticamente risarciti, non solo per i danni fisici subiti, ma anche per la paura provata al momento dello scontro.
Il Managing Director di TAP Ian Bradshaw e il Country manager di TAP Italia Michele Elia a nome dell’azienda, degli azionisti, del management e di tutto il personale, partecipano al dolore delle famiglie delle vittime e dell’intera comunità pugliese per il terribile incidente ferroviario sulla tratta Andria Corato.
A nome mio e di tutta la comunità accademica dell’Università del Salento il più sentito cordoglio per le vittime del gravissimo incidente ferroviario avvenuto nelle scorse ore nella nostra regione.
È lodevole il grande impegno profuso dalle Istituzioni e dai cittadini nei soccorsi. Il mio invito per tutti coloro che sono nella possibilità di farlo è alla donazione di sangue: sono certo che i cittadini e le cittadine pugliesi, a partire dal nostro Ateneo, continueranno a rispondere agli appelli in questo senso con spirito di solidarietà e senso civico.
Lecce, 12 luglio 2016
Il sindaco Fulvio Pedone e l’amministrazione comunale di Lizzanello e Merine esprimono vicinanza con il cuore e la preghiera alle vittime e ai feriti del disastro ferroviario che ha coinvolto due convogli della Ferrotramviaria, tra Andria e Corato.
Il nostro messaggio di conforto, se pur niente davanti a tanto dolore, giunga sincero alle famiglie colpite nell’anima e nell’esistenza.
In questi terribili momenti l’intera comunità di Lizzanello e Merine, così come la Puglia intera, è stretta in un grande abbraccio che possa donare un po’ di forza e coraggio a tutti i cittadini colpiti.
Le lacrime dei pugliesi coinvolti in questa terribile ed incomprensibile tragedia sono anche le nostre. Le urla di rabbia di chi ha perso un figlio, una madre, una sorella, un marito, sono anche le nostre.
Affidiamo verità e giustizia a chi di competenza. Un pensiero di profonda gratitudine è rivolto anche alle centinaia di soccorritori, alle forze dell’ordine tutte, ai medici e agli infermieri, ai volontari che incessantemente hanno lavorato per ore.
La rabbia è un sentimento, legittimo, autentico quando scaturisce dalla manifestazione di un’ingiustizia. Quelle decine di vite spezzate sono un macigno. E finalmente, da Bari a Roma, in Italia ci si accorge di un Paese che corre a due velocità e hanno “scoperto” la pericolosità del binario unico.
Già. Perché qualcuno vorrebbe farci credere di non averlo mai saputo prima, piangendo lacrime di coccodrillo.
Perché nel 2016 è normale affidare la vita delle persone ad una telefonata, a segnali da anteguerra che viaggiano per mano umana e non in modo automatico.
Oggi con il sangue sulle linee ferroviarie tra Andria e Corato, l’Italia ha scoperto che al Nord si fa una battaglia istituzionale per la Tav che non arriverà mai a Lecce, e al Sud un corpo vale quanto un sacco di patate.
È la verità. La dura verità che ha dei responsabili precisi: quelli al potere da oltre vent’anni. Perché non ci stiamo a ricercare colpe di un tecnico che ha sbagliato. Troppo facile, troppo comodo.
Una Puglia e un Salento che hanno centinaia di chilometri di ferrovie a binario unico non si possono permettere il lusso di girare a vuoto e trovare capri espiatori.
Non ci stiamo.
Non ci stiamo perché la verità è che il raddoppio dei binari ha subito le conseguenze di una burocrazia e di una politica lenta e farraginosa, costretta nelle maglie degli interessi di pochi.
Quelle vittime sono state ammazzate. L’immagine della mamma abbracciata alla figlia nel suo ultimo respiro su questa terra. Quell’attimo fuggente che ha spento la luce sul futuro di donne, uomini e bambini che hanno la sola colpa di essere nati in una terra dimenticata.
Una terra che ha sfornato decine di esponenti politici di rilievo che non hanno fatto nulla per salvarli. È questa la verità. E noi dobbiamo prenderne atto, dobbiamo aprire gli occhi per inchiodare i veri responsabili.
Quelli che la parola “Sud” la usano solo per gli slogan del momento, quelli che si fanno eleggere in Regione, in Parlamento, Europa per aggiungere una medaglietta alla giacca.
Dovrebbero provare solo vergogna. E dovrebbero provare anche a stare in silenzio, perché le loro parole commosse puzzano di ipocrisia. Venduti, opportunisti, poeti, che non hanno puntato sulle infrastrutture perché non portano voti.
Perché non abbiamo solo il binario unico, in Puglia.
Abbiamo anche le Ferrovie Sud Est, quelle che viaggiano ancora con le littorine e che regalano al Salento un servizio degno di un Paese del terzo mondo. Quelle che gestiscono anche il trasporto su gomma, con gli autobus che si incendiano con i passeggeri a bordo.
Ecco in Puglia e in Salento abbiamo anche questo, perché c’è chi si è mangiato tutto, rosicchiando fino all’osso da decenni. Ed è ancora qui, in prima linea, a propinarci sermoni. Chi si è “romanizzato” dietro una cravatta elegante e che non ci ha lasciato nemmeno le briciole. Pretendiamo i nostri diritti. Se abbiamo ancora un’anima.
Con la tecnologia e le risorse che ci sono oggi a disposizione è inaccettabile catalogare la tragedia pugliese come un incidente.
Se nel 2016 ci sono ancora tratti ferroviari a binario unico è perchè è stato deciso di non investire lì.
Se anzichè spendere miliardi euro per bucare la Val di Susa per l’opera inutile della TAV si fossero usati quei soldi per sistemare questa e altre tratte a binario unico oggi non saremmo a piangere 27 morti.
Nella legge di stabilità 2015 il governo di Renzi e Delrio, ministro dei trasporti, ha assegnato 4 miliardi e mezzo per il miglioramento della rete ferroviaria del centro nord e 60 milioni per quella del sud ovvero l’1,3% del totale stanziato. Troppe rocce?
Per il binario unico dove i treni si sono scontrati era pronto un progetto di raddoppio dal 2007.
Il problema non è la velocità, ma la sicurezza.
Sulla tratta di Andria mancano i sistemi automatici che azzerano il rischio: non ci sono i sensori, presenti sulla stragrande maggioranza della rete ferroviaria italiana, che, a man a mano che il treno avanza, comunicano eventuali ostacoli e, nel caso, attivano automaticamente procedure di rallentamento o di stop.
C’erano 180 milioni di fondi europei, scaduti nella prima tranche il 31 dicembre 2015, come denunciato in questo video realizzato dagli attivisti M5S di Andria alla fine dello scorso anno.
Il Grande progetto di adeguamento ferroviario dell’area metropolitana del Nord barese includeva fra gli interventi anche il raddoppio di quel binario. Ma si è perso tempo con gli espropri, con le autorizzazioni, con l’impiego delle risorse. Il progetto non è mai partito, il binario è rimasto unico. Questo avrebbe ridotto una parte del rischio.
Almeno altri tre anni sono andati persi nei percorsi della burocrazia: si arriva al 16 giugno scorso, quando la Ferrotramviaria ha comunicato una proroga (al 19 luglio 2016) per la scadenza della presentazione delle domande di partecipazione alla gara, inizialmente prevista per il 1 luglio.
Il portavoce del MoVimento 5 Stelle di Andria alla Camera Giuseppe D’Ambrosio aveva presentato un’interrogazione sulla situazione dei fondi e della cantierizzazione fin dal Giugno 2013, ben 3 anni fa.
Ma prima Lupi, e poi Delrio non hanno mai risposto.
Non è stato un incidente.
Ai familiari delle vittime il nostro più profondo cordoglio.