LECCE / LA RINCORSA, IL CALO E LA CADUTA. LEPORE LA VERA BANDIERA, BRAGLIA OK FINO AI PLAY-OFF
di Laura Ricci______
Si chiude così, tra le lacrime di sconforto, disperazione e delusione dei protagonisti di un’annata tutta nuova, all’insegna di una dirigenza inedita e di una squadra rifondata nella gran parte dei suoi interpreti.
La fine- A sentire nominare la parola “play-off”, ormai, i tifosi del Lecce rabbrividiscono.
Dopo le due esperienze brucianti contro Carpi e Frosinone nei primi due anni di Lega Pro, le speranze riposte in questa stagione erano quelle di un accesso diretto alla Serie B, ovvero la vittoria del campionato e, di conseguenza, di evitare di immergersi nuovamente in quelle fasi a eliminazione diretta che mai hanno portato bene ai salentini in questa categoria.
L’avvio convincente nei quarti di finale contro il Bassano, liquidato per 3-0, aveva fatto ben sperare il popolo giallorosso.
L’avversario che ha poi incrociato il destino dei salentini, il Foggia, ha fatto però tornare quei fantasmi che si aggiravano intorno al Lecce; sconfitta in casa al Via del Mare per 3-2 e tanti dubbi sulla lucidità tattica di Braglia che sbaglia la formazione titolare per poi riprendersi in corsa.
Tra le mura rossonere, i salentini speravano di poter ribaltare le proprie sorti, ma i ragazzi di De Zerbi si sono dimostrati più solidi, propositivi, organizzati e, sopratutto, lucidi.
Gli umori- La piazza giallorossa altro non può fare che portare con sé un senso di rabbia e sconforto rispetto agli anni vissuti in Lega Pro, categoria dalla quale ci si aspettava di risalire sin da subito, poi divenuta un incubo per chi porta nel cuore i colori giallorossi.
Il tecnico Braglia, a fine partita, si è detto soddisfatto complessivamente del cammino intrapreso dal suo Lecce da quando c’è lui al timone, rivendicando un girone di andata affidato ad Antonino Asta poi risultato un pesante fardello da portarsi dietro fino al termine della stagione.
È cosa nota che il mister giallorosso abbia sempre sottolineato quanto la falsa partenza del Lecce sia pesata sulle sorti della squadra; recuperare tanti punti di fila non era semplice, ed è costato ai suoi ragazzi un netto calo fisico e mentale proprio nel momento finale.
La bandiera- Di delusione e sconforto ne sa qualcosa lui, Franco Lepore, salentino di sangue e di fede, sempre in campo a lottare fino all’ultimo secondo per la sua maglia, mai arrendevole e leader naturale di un gruppo che ha riconosciuto in lui l’anima della squadra.
Le sue lacrime, sgorgate al termine della sconfitta nella gara di ritorno dei play-off contro il Foggia, rappresentano quelle di un calciatore che porta con sé l’amore di migliaia di tifosi leccesi.
Al contrario di quelle bandiere che nei recenti tempi si sono quasi auto-incoronate tali, Lepore, con il tempo, lo è diventato non con le parole, ma con i fatti.
Il futuro- “È difficile ricominciare ogni volta”, ha ammesso il leccese, ma non c’è altra soluzione.
I tifosi salentini vogliono ripartire proprio dalla sua conferma nella rosa e dalla sua nomina di capitano; per il resto, la società giallorossa tirerà le sue somme e deciderà come riassettare il tutto per costruire la squadra migliore.
Probabile l’addio di Braglia, ma i nomi del suo successore sono ancora molto lontani.
Tra i giocatori, Moscardelli potrebbe lasciare il salento a causa di un serbatoio ormai forse vuoto al termine di questi anni con il Lecce. Sul piede di partenza anche Carrozza, De Feudis e Doumbia.
Su quelli che sono ormai divenuti “i veterani”, ovvero Salvi, Papini e Abruzzese, la dirigenza lavorerà per capire se sia il caso o meno di mantenere i pilastri o se questi abbiano ormai dato tutto quello che avevano alla causa giallorossa.
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