“Le donne vanno frequentate nell’istante in cui si presenta l’occasione”…LUCA FIOCCA REPLICA A ELENA VADA SULL’ “ABBORDAGGIO”, DAL PUNTO DI VISTA MASCHILE
di Luca Fiocca______
Ho letto con interesse i due interventi di Elena Vada scritti per leccecronaca e che riguardano l’arte di abbordare.
Argomento cui io ho dedicato un saggio dal titolo “Se è tortora all’acqua torna”, per le Edizioni ‘Tabula Fati’: mi sia consentito replicare a Elena, dal punto di vista maschile.
L’abbordaggio rappresenta un avvicinamento, un primo contatto, che può avere nella mente di chi lo esegue anche intenzioni a sfondo non necessariamente sessuale.
Saper accostare una persona è in generale un’arte e le difficoltà che s’incontrano in tale pratica sono normali, umane, presenti in tutti noi, così come il desiderio di fare nuove conoscenze. L’evolversi delle relazioni interumane è alla base dello sviluppo sociale e della crescita personale. Oggi le informazioni corrono sempre più su canali impersonali, asettici, tecnologici, come il telefono, il computer, la televisione, strumenti che creano un filtro rassicurante tra noi e gli interlocutori. Anche per questo sembra importante riappropriarsi della capacità di stabilire relazioni umane dirette, autentiche, senza filtri o barriere. Che comprendano quelle sensazioni visive, tattili, olfattive, che sono indispensabili per definire un contatto ‘umano’.
Certo è che il principio di tali rapporti è quello che s’instaura tra individui di sesso diverso, quando la premessa è l’attrazione o la curiosità generata dalla vista.
L’obiettivo è l’approfondimento della conoscenza tramite l’acquisizione d’informazioni relative agli altri sensi (tattile, olfattiva, eccetera) oltre che l’appagamento della curiosità intellettuale intesa come verifica di una possibile affinità cerebrale tra i due soggetti, che non prescindendo dalla soddisfazione dei requisiti sensoriali, si completi in un compiacimento della mente. In altre parole, l’approccio compiuto è quello nei confronti di una bella donna che si riveli anche simpatica ed intelligente.
Giacomo Casanova, il predicatore, soleva ripetere che impersonava l’aspirazione di tutti gli uomini ed il desiderio di tutte le donne.
Evviva!!! Ad ogni tempo l’arte sua, all’arte dell’abbordaggio la sua libertà.
L’effimera arte dell’abbordaggio non è cronaca, non è immersione. E’ invece un lento, vago riaffiorare di sentimenti, di conoscenza. E’ memoria: ‘ricorda figlio mio, le donne sono come la selvaggina, vanno prese a tempo e a volo’.
Quante volte ho ascoltato queste parole senza capire a pieno il loro intrinseco significato. Che i volatili si dovessero cacciare al volo e nell’istante in cui erano a tiro era fuori discussione, ma perché pure le femmine? Gli anni e l’esperienza mi hanno insegnato che è proprio così, che le donne, cioè, vanno conosciute e frequentate nell’istante in cui si presenta l’occasione, evitando di rimandare ad altro giorno o ad altro luogo.
Le fasi obbligate delle avventure galanti del Cavaliere di Seingalt, al secolo Giacomo Casanova, ad esempio, dimostrano questa singolare teoria perché sono il frutto di una fulminea passione che precede la rapida conquista e l’ottenimento di un appagamento breve e intenso, accompagnate da una dedizione totale che è il preludio ad un pronto sganciamento.
Il perdere l’attimo propizio deriva da una certa timidezza che ci induce a rimandare l’approccio perché non ci sentiamo sicuri o temiamo il rifiuto. Così facendo perdiamo l’occasione. Dobbiamo imparare ad essere impavidi e spietati, come il cacciatore che coglie puntualmente, al volo, la preda.
Dirò di più, citando un episodio realmente accaduto: se siete in compagnia di una ragazza ed una provocante autostoppista vi chiede un passaggio in auto, non esitate a darglielo ed esitate ancora meno se durante il tragitto vi farà intendere che ci sta.
Non dovrete far altro che riaccompagnare a casa la vostra amica e proseguire la piacevole conversazione con la nuova compagna appena conosciuta. ‘La vita è come l’ombra di un sogno che fugge: cogli l’attimo fuggente’.
Category: Costume e società, Cronaca, Cultura
Caro Luca hai dimenticato di dire, che a sostegno di quanto scrivi i nostri nonni dicevano, “ogni lassata è persa”. Che stava a significare proprio che la disponibilità che in un determinato momento una donna poteva avere non ci sarebbe più stata il giorno dopo.
Solo non vedo la contraddizione tra ciò che scrivi tu e quanto scrive Elena.