THE FUTURE IS NOW / APPENDI LA BIRO AL CHIODO BUROCRATE, LA RIVOLUZIONE E’ DIGITALE!
di Annibale Gagliani______
“C’è vero progresso solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia diventano per tutti…”. Ragionamenti propulsivi, neuroni progressisti e semplici constatazioni di uno dei guru della Seconda Rivoluzione Industriale: Henry Ford. Ogni epoca ha il proprio demone da esorcizzare: negli anni Quaranta si temeva lo squadrismo delle camicie nere, sulle onde dei Seventy years venivano ripudiati i matusa socio-culturali, verso gli anni Novanta la paura era per il tintinnio delle manette e nel Duemila ci si accorse del berlusconismo (troppo tardi). Ma au jour d’hui? Cosa temete più di ogni altra cosa sul suolo italico? Si, dite bene, maledetta burocrazia! Vattene via!
Ieri sera nella cornice suggestiva della sala Don Pietro Serio in Campi Salentina si è tentato, attraverso un rito propiziatorio di eGovernment, un aurorale allontanamento degli spiriti burocratici che aleggiano sprezzanti sul capo chino delle amministrazioni contemporanee. Un seminario digital-popolare ideato dall’esperto in materia dott. Giorgio Fina, valido componente del laboratorio dell’Università del Salento “eGovernment”, guidato da docenti eccellenti come Raffaele De Giorgi, Giuseppe Limone e Gianpasquale Preite (luhmanniani fino al midollo).
L’incontro intitolato “La costruzione dell’agenda digitale, lo Stato dell’arte”, ha attinto a piene mani dall’ultima fatica di ricerca del relatore Prof. Pasquale Di Viaggiano: “Profili di comunicazione elettronica nello Stato digitale” (edito da Tangram Edizioni, Trento, 2015).
Dopo i saluti calorosi dei padroni di casa, il Sindaco di Campi Prof. Egidio Zaccheo e la dott.ssa Alessandra Serio (Consigliera alle politiche giovanili con delega per l’innovazione tecnologica), hanno preso parola nel dibattito la soave Assessora alla cultura della regione Puglia, avv. Loredana Capone, e il verde Assessore alla cultura del comune di Lecce Alessandro Delli Noci.
Partiamo da alcuni dati realmente angoscianti: il nostro apparato burocratico è lento, inefficace e isterico; l’Italia è all’ultimo posto tra i ventotto Paesi dell’Unione Europea in quanto a innovazione tecnologica; i cittadini italiani sono mediamente pigri nei confronti del progresso. Potete ben capire come il problema angolare dell’arretratezza di questo artistico stivale sia di matrice prettamente culturale: la mentalità del middle italian fa acqua da tutte le parti. Per ora sembra carente l’istituzione del CAD (Codice di Amministrazione Digitale), che può dare genesi a delle vere e proprie agende di bosco e sottobosco nazionale, digitalizzando in maniera olistica le amministrazioni.
Yes we can, infatti, ma today non è. Giorgio Fina sostiene che in il “legislatore” tricolore è davvero bravo a comporre le norme giuridiche, ma si dimostra una vera pippa nel farle rispettare. L’Assessore Delli Noci attacca l’approccio soft del “cittadino” verso le tecnologie, colpevole di non pensare in digitale, ma soltanto di tradurre in esso.
Il Prof. Di Viggiano rammenta come l’eGovernment (apparato che garantisce il funzionamento della macchina amministrativa) debba costituire delle “virtuose sinergie” con l’eGovernance (componente politica che attua fattivamente le strategie governative).
Sofferto è invece il grido dell’Assessora Loredana Capone, che tira le orecchie agli “amministratori”, rei di aver dimenticato quali siano gli attori a cui debbano essere garantiti i servizi. Non è poi così arduo, sono sostanzialmente tre: turista, imprese e cittadini: si dovrebbe esprimere il proprio potere politico in funzione di essi e non alle spese dei suddetti. In una regione Puglia che fa a cazzotti tutti i giorni per garantire la Banda Ultralarga ai naviganti delle sei provincie, esortando il potenziamento delle aree wi fi anche ai comuni più microscopici e desolati, il digitale compie un piccolo (ma deciso) step.
Le citys possono diventare smart? I comuni possono confezionare e conservare documenti in immense banche dati? Gli studenti dell’Università del Salento possono godere del privilegio di non ammazzarsi dietro file interminabili al servizio studenti e di avere un libretto solo on line? I cittadini possono evitare di minacciarsi nelle code coatte della posta o degli uffici pubblici?
Sembra uno scenario kafkiano o perlomeno un moto surreale, ma a quanto pare non è mica impossibile. In primis i grandi comuni devono prendere sottobraccio le piccole realtà, divenendo poderosamente “aria vasta”, giusto per riuscire a instituire grandi opere di rivoluzione iper-teconologica (che sia un brevetto di software digitale, la gestione di nuovo personale o la costituzione di linee dalla connessione internet strong). In secundis bisogna istruirsi, è chiaro: un diktat che vale per i dirigenti della pubblic governance e altresì per tutti i cittadini, poiché il messaggio deve essere univoco: la tecnologia non è un’esclusiva degli “esperti cervellotici”, bensì una ricchezza alla portata del popolo intero.
Dopo aver sovvertito questa mentalità granitica, tutto può prendere una piega linda e inaspettata, proponendo un’accelerazione sociologica che accrescerebbe l’occupazione e l’intelletto italioide. Però non bisogna mai dimenticare che la base di tutto rimane il buon senso: se tu, caro burocrate, non avrai lo spirito vitale di aggiornarti e soprattutto di evitare i soliti dispetti ludici con il tuo collega di turno, oltre a lavorare di meno (grazie alla rapidità del digitale), ti meriterai pienamente il salario che percepisci regolarmente.
Poi è ovvio che assieme al tuo ingranaggio, che finalmente tornerà a roteare come si deve, dovranno incominciare a macinare giri produttivi anche le menti di chi ti dirige, oltre all’apparizione dell’interesse solidale di chi servirai con il front o il back office. L’unione fa la forza, l’unione digitale ti spedirà in un futuro senza limiti. Perciò posa la biro maniaco del caffè, killer seriale di badge, e incoraggia con le “tue” idee lo sviluppo tecnologico. Da decenni la burocrazia soffre di un malanno cronico che solo la ricostruzione giudiziosa della sua struttura può farla risorgere. Togliamole quel cappio naturale che le stringe la giugulare senza remore e restituiamole fiato vigoroso.
Ripesco alla stregua dei talentuosi pescatori genovesi un assioma del lontanamente vicino 1788, immerso nella Critica della ragion pratica del filosofo romantico Immanuel Kant: “Agisci in modo da considerare l’umanità, sia nella tua persona, sia nella persona di ogni altro, sempre anche come fine, e mai come semplice mezzo…”.
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