ROMANZO NOIR / LAURA BOLDRINI COMMUOVE MESAGNE, MA IL CAPORALATO NON SI COMBATTE CON QUATTRO LACRIME ESIBITE IN PUBBLICO
di Annibale Gagliani______
Laura Boldrini è la Presidente della Camera dei Deputati. Laura Boldrini è la terza carica più importante dello Stato.
La stimate? Attizza le vostre fantasie? Vi rimane indifferente? Tutto ciò non è importante, quello che conta è comprendere l’austera oggettività che lei è una delle figure più influenti del panorama politicante italiano.
Il suo Primo maggio passato nell’artistica e vanitosa Mesagne ha portato una ventata di struggenti interrogativi.
https://www.leccecronaca.it/index.php/2016/05/01/laura-boldrini-a-mesagne-contro-il-caporalato/
Il discorso dell’integerrima Presidente ai mesagnesi candidi non aveva niente da invidiare alla Rosa Luxemburg e a Evita Peròn, ed è stato in grado di commuovere il folto cumulo di lavoratori, distribuiti come olive neure dinanzi al Castello secolare.
Il problema affatto trascurabile è che il Caporalato non si sconfigge con quattro lacrime. Anche a me sembrava possibile, però a quanto pare era un’impresa spartana che riusciva solo a Cristo. Nemmeno il tasso di disoccupazione è sensibile a torrenti di decibel elevati per il comizio.
La piaga del Sud è sempre quella, il boom apparente di una Puglia “d’assalto” rappresenta una goccia di latte in un oceano d’olio di ricino. Da quando la raccontava Vittorio Bodini, ardendo come le foglie di tabaccho sotto la Luna dei Borbone, fino al pluri-milionario humour “alle cime di rape” del Merlino Zalone, qui obbiettivamente non cambiò una Minghia (citando il buon Montalbano).
Laura Boldrini si è commossa e questo le fa onore, aprendo uno squarcio nel burocratico cuore, ma l’onere che si porta a casa è arso dal sole di Mezzogiorno. Un giovane laureato o ignorante in Puglia può lavorare solo ed esclusivamente se si prosta all’esigenza del “noir”.
Tante ore, poca paga e zero contributi, certe volte sentiamo le bestemmie di Marx ed Engels echeggiare sui nostri lobi. Se poi contiamo il dissanguamento sordo dei fratelli africani nei campi di pomodori e carciofi, davvero la Presidente crocerossina dovrebbe piangere di rabbia, e non di compassione.
E se il buon Michele Emiliano non si piglia sto benedetto caffè per mettere apposto i conti con Don Matteo, la stimata e garbata Apulia rischia di sprofondare presto in un altisonante anonimato. La piovra referendaria ci trivelleà il mare, dissoccupazione e papponi del work business ci svuoteranno tasche e dignità, e lei signora Boldrini?
Se tutte le promesse fatte domenica sono davvero un debito lancinante, non canti alla stregua di Enzo Jannacci, quando le verrà chiesto dalla fine dell’Italia:
“vengo anch’io…?
(No tu no…)”.
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