AL VOTO, AL VOTO!/Le ripercussioni leccesi delle ultime novità politiche
(Rdl) Quella che era nel 1994 una gioiosa macchina da guerra, che però poi si rivelò fallimentare, è stata ricostruita per tempo dal Pd, con un’operazione accorta di assemblaggio e di riverniciatura, passata sotto la lunga e perciò ancor più utile operazione delle così dette “primarie”. Anche a Lecce esse hanno visto buona partecipazione e hanno ottenuto il risultato di rilanciare un partito qui più che altrove in difficoltà e qui meno che altrove convinto di poter prendere il potere alle prossime elezioni.
Dal canto suo, il Pdl vede rientrare in campo, per usare il lessico che gli è famigliare, ma a gamba tesa, è il caso di dirlo, e mandato da sé stesso, allenatore e padrone, sempre per usare una metafora a lui cara, Silvio Berlusconi, il quale evidentemente non si rassegna all’anonimato del “padre nobile”, o al grigiore del nonno in pensione.
Quindi niente primarie, con effetti catastrofici di immagine, di credibilità, questi sicuri al momento, mentre sono tutti da ottenere e da dimostrare gli effetti benefici dell’operazione, la consistenza stessa del partito, logorato da mesi di innaturale sostegno al governo Monti, di cui nessuno ha capito il senso e di presunta partecipazione gestionale, di cui nessuno ha capito il ricavo, sia per esso stesso, sia per i suoi elettori.
A Lecce, oasi felice del Pdl, qui infatti uscito forte e compatto dalle ultime amministrative, le ripercussioni saranno inevitabili: già si vedevano le linee di divisione fra il nucleo originario di “Forza Italia”, come è noto saldato sulle posizioni di Raffaele Fitto, e quello proveniente da “Alleanza nazionale”, raggruppato da Alfredo Mantovano, che a livello nazionale fa riferimento a Gianni Alemanno, fra i più critici nei distinguo sugli ultimi sviluppi politici.
A ciò si aggiunga che della maggioranza del sindaco Paolo Perrone (nella foto, in un’immagine istituzionale) fanno parte in posizione influente, anche in termini di incarichi, partiti trasformatisi in forte criticità, come “Io Sud”, su scala nazionale divergente dal Pdl, o “Futuro e libertà”, che addirittura ha scelto di unirsi al polo centrista, con l’Udc di Casini e il neonato movimento di Montezemolo. Insomma, neanche quando vinci forte puoi stare tranquillo, per quanto al momento non si vedano nella maggioranza leccese crepe provocate dai terremoti nazionali in atto, anche se sarà difficile, proprio per effetto di questi, mantenerla compatta.
Le “primarie”, anzi, le “parlamentarie”, le hanno fatte, anzi, le stanno facendo, anche quelli del Movimento 5 Stelle, che anche a Lecce stanno scegliendo i loro rappresentanti da presentare al parlamento, senza la qualifica di onorevole e a stipendio autoridotto, ma con una probabile elezione di massa, visti i flussi elettorali segnalati dai sondaggi. Li stanno selezionando a modo loro, non come operazione di propaganda, o marketing politico, bensì di autorevole proposta, certo con rigore e serietà di metodo, visti requisiti pretesi da chi si propone e pure l’attendibilità dei militanti che li scelgono: un sano ed innovativo esercizio di democrazia diretta, insomma.
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