RIFIUTI IN PUGLIA: CAMBIAMO PASSO?
di Emanuele Lezzi_______
Messa la parola fine a quella di Cavallino, si ricomincia a parlare di quella di Corigliano (costruita appena quaranta metri sopra la falda acquifera) ed ora anche di Grottaglie e chissà cos’altro tra qualche giorno. Si dirà che non c’è il tempo per pensare a soluzioni alternative e che si deve procedere obbligatoriamente in quella direzione.
Il punto però non è se ciò è vero o meno, se la prossima battaglia (perché ci sarà prima o poi anche li una battaglia) la vinceranno i cittadini o chi vuole costruire i mega impianti di rifiuti.
Il punto vero è che le emergenze e le soluzioni tampone le viviamo da molti anni ormai. E tutte le volte che si è deciso di risolverle con le discariche, si è arrivati a non parlarne più fino all’emergenza successiva, continuando sempre a proseguire nella direzione sbagliata.
Iniziamo a chiarire alcuni punti in base a come sembra al momento la questione, poi ognuno farà le sue valutazioni e mi dirà se eventualmente mi sbaglio.
1) Senza il nostro rifiuto umido le mega discariche non possono funzionare, non hanno più senso (e questo è stato confermato dagli stessi tecnici che le gestiscono in un bel servizio/inchiesta di Danilo Lupo di qualche anno fa).
2) Una volta quell’umido(indispensabile al loro funzionamento) veniva semplicemente buttato dai nostri nonni in campagna e si compostava col terreno ridiventando utile al paesaggio ed alla terra.
3) Oggi buttare quel rifiuto umido è vietato per legge. Se ognuno di noi si permette di portare le bucce delle arance oltre il suo perimetro domestico, ad esempio nella sua campagna lontana da casa o nella campagna di suo cognato o del suo vicino di casa per compostarle, rischia una denuncia per abbandono di rifiuti.
Così disincentivato, il cittadino comune, se in casa non ha lo spazio per una compostiera, getterà tutto nell’indifferenziato o, tutt’al più, nei bidoncini comunali dell’umido. In questo modo una ditta passerà a ritirare i sacchetti ed il suo comune di residenza pagherà quel servizio di raccolta alla stessa ditta, anche e soprattutto in base al peso trasportato. Se poi fate un esperimento, troppo spesso vi risulterà che un piccolo sacchettino di rifiuto umido pesa molto di più di un grande sacco che contiene il resto dei rifiuti che di solito consumiamo in una normale famiglia. A parità di volume quindi, il maggior peso non ha confronti.
Parliamo di percentuali che, con i dati ufficiali, superano il 40% minimo del peso totale ma nell’esperimento su citato spesso vi risulterà molto e molto di più. Tutto questo influenza notevolmente i costi, a svantaggio dei nostri comuni e di tutti noi cittadini che paghiamo le tasse.
Allora perché si vieta per legge la possibilità ai singoli cittadini, o anche solo alle associazioni ambientaliste, di organizzarsi per renderli nuovamente utili alla comunità e alla terra? Perché non permettere di compostarli nelle proprie campagne come si faceva una volta, andando così a dimezzare anche i costi per le Pubbliche Amministrazioni?
Ecco le alternative a chi dice che non vi è altra soluzione!
L’emergenza sarà sempre e solo la logica conseguenza di un’incapacità amministrativa poco lungimirante. Quindi perché chi persegue questa mentalità (quella delle discariche), che si vuole spacciare per moderna, non decide di cambiare mestiere?
Il tempo appena trascorso si sarebbe già dovuto impiegare, come in altri comuni virtuosi, nell’unica direzione che porta a non aver più bisogno di mega discariche. Si deve e si doveva impiegare per favorire i piccoli centri di raccolta di prossimità o di comunità e il compostaggio domestico, con un albo dei compostatori, in modo da premiare, e non invece multare, i cittadini virtuosi. Solo in questo modo, di fatto, si potrà andare in direzione opposta rispetto ai mega impianti di oggi, che altrimenti rischieranno sempre, anche in caso di mega impianti di compostaggio, di portare nuovi disagi per i cittadini che risiedono nelle vicinanze. Perché i Comuni e soprattutto la Regione non ci pensano seriamente, creando le condizioni affinché tutti i cittadini possano fare il compostaggio?
La Carta dei Servizi del nuovo bando ATO che i Sindaci dei comuni si apprestano a firmare nei prossimi giorni prevede, per cinque anni di contratto, certamente una serie di azioni positive:
Raccolta porta a porta estesa a tutto il territorio;
Raccolta dell’umido 3 volte a settimana;
Raccolta frazione secca 1 volte a settimana;
Raccolta carta 1 volte a settimana;
Raccolta plastica + metalli 1 volte a settimana;
vetro 1 volta ogni 2 settimane;
beni durevoli ingombranti 1 volta ogni 2 settimane (a chiamata);
Azioni positive che però andranno ad aumentare notevolmente i costi per i gli stessi Comuni. Tra le motivazioni anche il prezzo molto alto stabilito per la raccolta proprio dell’umido, dovuto forse all’assenza di impianti adeguati nelle vicinanze. Perché non iniziamo da subito prima di legarci per altri cinque anni?
Category: Cronaca, Io la vedo così, Politica
era il 7/10/2014
e scrivevamo
tra le criticita’
del ciclo rifiuti
-la gestione dell’umido
nella raccolta rifiuti…
si possono prevedere
impianti di compostaggio
comunali x produrre cdr o terriccio e humus liquido
a livello locale
su terreni comunali inutilizzati
gestiti come pure e semplici concimaie di una volta con basso costo d’impianto e produzione di terriccio da commercializzare
significherebbe nuovi posti di lavoro per ogni comune che attua tale ipotesi
che possiamo trasformare in progetto dettagliato !
In seguito abbiamo sviluppato
progetto di compostaggio Comunale
coi Lupi Salentini Per L’Ambiente
che porterebbe a sgravio Tares-tasi
per i cittadini e ad entrate Comunali
o produzione lavoro per coop di gestione erifiuto umido e vendita di terriccio e humus liquido,
Ma cosa Importantissima
a chiusura discariche !
Per Meglio Illustrare Progetto siamo disponibili a
– conferenza stampa coi Sindaci Salentini;
– o essere contattati dai Sindaci
che vorranno adottare tale progetto nel proprio territorio Comunale
Enzo Vizzi