ORGOGLIO LECCESE: EMMERICH TARABOCCHIA E QUEL RECORD TRA I PROFESSIONISTI CHE SEMBRA INSUPERABILE
di Laura Ricci____
Il calcio si nutre delle gesta di uomini che con la maglia di una squadra riescono a tramutarsi in leggende.
È il caso di Gigi Buffon che, al 4′ del match Juve-Torino, ha dato vita a un nuovo record di imbattibilità per un portiere nel campionato italiano pari a 973′, superando il detentore del titolo Sebastiano Rossi che aveva chiuso la saracinesca del Milan per 929′.
Il caso ha voluto che proprio nel derby torinese Buffon venisse trafitto da Belotti a inizio secondo tempo, mettendo fine a una striscia impressionante di incontri terminati con la casella “zero” nelle statistiche bianconere delle reti subite, che aveva avuto inizio dopo il goal subito al 64′ a opera di Cassano in Sampdoria-Juventus, il 10 gennaio in occasione della diciannovesima giornata di andata.
Il caso- Per quanto epica e notevole possa essere l’impresa del portiere che difende i pali della Juve e della nazionale italiana, non è passato inosservato come questo record sia ristretto alla Serie A: c’è qualcuno che vanta un numero di minuti di imbattibilità decisamente superiore e impressionante.
Il nome è quello di Emmerich Tarabocchia, estremo difensore nato nel 1946 a Sansego, isola che sorge sulle coste della Croazia, e lanciato dal Genoa in Serie B nella stagione 1966/67.
Il record assoluto- Non viene ricordato tra i “titani coi guantoni” quali Zoff, Rossi e Buffon in quanto detentore di un record conquistato sui campi dell’allora Serie C, ma rimane, nei i cuori salentini, il numero uno assoluto: ben 1971′ senza mai subire goal con la maglia del Lecce dal 3 novembre del ’74 (Bari-Lecce 1-0) al 6 aprile ’75, quando in occasione di Benevento-Lecce, Cascella riuscì a insaccare il pallone nella rete giallorossa.
Il personaggio- Il settantenne estremo difensore porta con sé i ricordi di quell’impresa e non dimentica le emozioni che un tale record regala, così come sottolinea in una recente intervista del 2015: “È stato qualcosa di irripetibile. Come ho fatto? Fortuna, bravura della squadra e, dai, anche un po’ di merito personale”.
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