ECCO QUA, DI NUOVO LA DISCUSSIONE SUL ‘MARE NERO’ (MA PURE SALENTINO) DI LUCIO BATTISTI / RAGAZZI MIEI, FASCISTI E MARXISTI IMMAGINARI
Cari amici lettori di leccecronaca.it, I love you! Siete grandi!! No no, lo dico davvero, siete partecipi e propositivi, attenti ed esigenti, ci correggete gli errori, ci criticate, intervenite a commentare, specie per fare polemiche, e io vi ringrazio di tutto, perché questo è un giornale che dal confronto, dalla partecipazione, dall’ analisi e dalla documentazione trova la sua prima ragione per vivere, in un comune arricchimento.
Però, lasciatemelo dire, e – badate bene, lo sto dicendo col sorriso sulle labbra – certe volte siete più grandi ancora.
E allora, siamo in guerra in Libia; ci sono le emergenze ambientali; la crisi economica ci attanaglia e ci sta uccidendo prima ancora che lo facciano i veleni che ci arrivano da Taranto e da Cerano, e potrei continuare lungo, e…sapete qual è l’ argomento che più ha appassionato in queste ultime ore i lettori di leccecronaca.it, che hanno cliccato alla grande sull’ articoletto (lo rileviamo dai sistemi automatici), si sono dilungati sul tema, e ci hanno mandato tanti commenti, da mandare in tilt l’ apposito sistema (il nostro webmaster sta lavorando per ripristinarlo, dovrebbe riuscirci domani mattina)?
Se Lucio Battisti era ‘fascista’, oppure no.
I love you!
Beh, siamo un quotidiano on line e viviamo nel tempo dei social network, dove del resto la stessa questione è stata variamente ripresa e commentata, sempre nelle ultime ore. Ma solo qui da noi con tanta lucida partecipazione, poi, per lo più, da giovani e giovanissimi.
Sì sì, perché gli interventi ospitati sono mediamente acuti.
Io non voglio commentare i commenti dei lettori.
Ma il direttore, che è in primis al servizio dei suoi lettori, deve loro alcune precisazioni, e…tu chiamale se vuoi emozioni!
Allora, tutto è nato dalla rubrica GRAZIE DELLA FOTO di domenica 6, che ‘celebrava’ a suo modo il ‘compleanno’ di Lucio Battisti, nel senso di ricorrenza della nascita: se fosse vivo, oggi avrebbe 73 anni.
La foto scelta dal nostro redattore che cura la rubrica ritraeva Lucio in compagnia di Mogol fra gli ulivi nel Salento.
Ora, per cominciare, la foto è vera ed è nel Salento, almeno così mi ha assicurato, dopo le opportune verifiche richieste.
La datazione però è sbagliata. Non è di fine anni Settanta, come erroneamente abbiamo scritto, e ne chiediamo scusa: è databile invece fra la fine degli anni Sessanta e i primissimi anni Settanta.
E questo è quanto.
Come è noto, o, per meglio dire, come forse non è ancora molto noto, in quel periodo Battisti e Mogol acquistarono una villa col mare davanti a Torre Squillace, in contrada Scianuli, nei pressi di sant’ Isidoro (nella foto), la dotarono di sala di registrazione e per alcuni anni la usarono quale loro ‘buen ritiro’ ispiratore, in cui nacquero alcune delle loro celeberrime canzoni.
Che da qui come e perché sia rinata la discussione sul ‘fascismo’, non so dire.
Ripeto che non voglio commentare i commenti dei nostri lettori.
Mi siano concesse nell’ occasione però solo due…”emozioni” personali.
La prima, coperta di allegria. Perché leggendo adesso di nuovo di quella discussione, che all’ epoca era molto sentita, ho fatto un tuffo di gioventù, sono ritornato meravigliosamente ragazzo, mi sono ritrovato catapultato nel pieno di quegli anni Settanta in cui avvenne la mia educazione sentimentale, mi sono rivisto alle assemblee, ai cineforum fumosi, e nei cortei, fra i volantini e i megafoni, e poi sulle panchine dei giardini di marzo, e nella cantina buia dove, respirando piano, anche a me mi diceva “ferma ti prego la mano”.
E’ stato bello, grazie.
La seconda, velata di tristezza.
Non furono belli, quegli anni, ragazzi miei fascisti e marxisti immaginari. Ad essere fascisti o comunisti, si usciva di casa la mattina, e non si sapeva se la sera ci si sarebbe rientrati. Vittime, tutti, del sistema, che sulla teoria e sulla pratica degli ‘opposti estremismi’ invece prosperava, ci spaccavamo le teste, invece di riempiercele. C’ eravamo tanto armati: spranghe, molotov e P38, in una vera e propria guerra civile funzionale al potere, che tutti pensavamo di combattere, invece facendone così il gioco sporco.
La cosa più bella che ho scoperto in questi ultimi anni del nuovo millennio, del nuovo secolo e del nuovo decennio, è che con tanti che all’ epoca avrei detestato, e con i quali avrei fatto a botte, invece adesso mi ci ritrovo, sono sintonizzati sulla mia stessa lunghezza d’ onda, ce li ho in memoria, nella rubrica del cervello, e collaboro con loro, e faticosamente, ma decisamente stiamo costruendo insieme nuove realtà, non su fumose ideologie, ma su idee forza di lotta e di impegno.
Cito a questo proposito le recenti parole di uno di loro, Italo Porcari: “Esperienze, culture e sentimenti diversi si stanno faticosamente fondendo in una concezione del mondo diversa. In un movimento culturale di cui si intravedono appena i contorni. Molta strada da percorrere, ma il viaggio è iniziato”.
Ecco, ragazzi miei, io penso che sia questa la strada che dovremmo percorrere.
Senza più continuare a dividerci su ideologie che non hanno senso alcuno. E se voi, benedetto iddio, dopo quarant’ anni e passa state ancora a discutere e a dividervi se Lucio Battisti era ‘fascista’, oppure no, a me viene la tristezza, e non vedo il cuore immacolato. Perché vuol dire allora che la veste dei fantasmi del passato non è ancora caduta.
Salve, la foto scelta dal Vostro redattore di Lucio Battisti e Mogol non è tra gli ulivi nel Salento ma è stata scattata durante la cavalcata Milano-Roma nel giugno 1970.