LE PROBLEMATICHE DI SAN CATALDO
Riceviamo e volentieri pubblichiamo il seguente comunicato del presidente dell’ associazione ‘Valori e rinnovamento’ Wojtek Pankiewicz______
In passato ho più volte invocato la costituzione, soprattutto per la lotta all’erosione costiera, la creazione di una cabina di regia tra i comuni rivieraschi, in particolare con quello di Vernole, che potesse individuare interventi omogenei ed evitare una programmazione frammentaria.
Abbiamo registrato spesso dure proteste da parte dei titolari degli stabilimenti balneari per la perdita, magari in piena stagione estiva, di file di ombrelloni. Più di una volta si è presentato il problema dei liquami sversati nelle acque di San Cataldo dal depuratore “Ciccio Prete”.
Qualche anno fa col prof. Giovanni Sorrento e numerosi altri frequentatori della parte sud della marina di San Cataldo, in territorio di Vernole, insoddisfatti della gestione dei luoghi da parte di tale comune (in particolare mancanza di marciapiedi e parcheggi liberi), abbiamo promosso una sottoscrizione tra i frequentatori della marina nella parte sud appartenente a Vernole, raccogliendo centinaia di firme che furono consegnate al sindaco Perrone, chiedendo che anche la parte sud di San Cataldo, frequentata quasi esclusivamente da cittadini leccesi, potesse passare al comune di Lecce, come avvenuto per Casalabate che è stata, invece, ceduta ad altri comuni.
Ritengo perciò utilissimo e urgente : 1) promuovere subito con gli altri comuni rivieraschi la creazione di una cabina di regia soprattutto sul problema della lotta all’erosione costiera; 2) aprire una amichevole trattativa col comune di Vernole per verificare le possibilità che anche la parte sud della marina di San Cataldo, , magari con opportuni scambi territoriali, passi al Comune di Lecce, che, per esempio, potrebbe offrire in cambio dei suoli nei pressi dell’Aeroporto Lepore, indispensabili per adeguare, completare e lanciare tale struttura, che sarebbe preziosa per il turismo.
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Nel luglio dello scorso anno (2015) si parlava della marina di S. Cataldo come un luogo di degrado dove marciapiedi pericolosi, verde in stato di abbandono e banchine abbandonate a se stesse contribuivano a rendere il tutto un paesaggio desolante che non rivelavano nessun tipo di attenzione al fine di costruire un’efficace politica turistica.
Nel gennaio 2016 all’Open Space di Palazzo Carafa, FederBalneari lanciava la sfida per trasformare San Cataldo da “cenerentola” a reginetta delle marine leccesi e il Sindaco Paolo Perrone si diceva fiducioso nell’ipotesi di rilancio e valorizzazione della marina.
Verso la fine di febbraio 2016 su diversi organi di stampa cartacei e web il Comune di Lecce assicurava come presto sarebbero partiti i lavori di manutenzione dei canali di bonifica sulle marine leccesi, cominciando da Frigole, Torre Chianca e poi le altre marine. Intanto allo stato attuale delle cose, il degrado continua a essere visibile.
I locali commerciali tipici delle località turistiche, un tempo esistenti sul lungomare, sembrano essere stati colpiti dalle guerre tenute sulle vicine coste dei Balcani.
“La marina leccese versa da tempo in un forte stato di abbandono, la costa di San Cataldo e l’entroterra sono caratterizzate da vaste aree di verde incolto e colate di cemento, inoltre la darsena di San Cataldo continua ad essere afflitta dall’accumulo di alghe. L’intero litorale leccese si presenta completamente impreparato, dal punto di vista della riqualificazione territoriale, ad affrontare il prossimo periodo estivo” questa la denuncia del portavoce regionale M5S salentino, Antonio Trevisi.
“Una situazione che prosegue da anni – evidenzia Trevisi -in un’area peraltro a grande vocazione turistica essendo vicina sia al capoluogo salentino che alla riserva naturale de ‘le Cesine’. Ma non solo: è necessario anche pensare alla importante funzione che la darsena ha per i pescatori della zona, oggi inagibile a causa del mancato dragaggio delle alghe. E’ necessario procedere con un piano di interventi strutturato che sia in grado di individuare precisamente l’ambito di rigenerazione al fine di poter accedere ai finanziamenti destinati alla riqualificazione e alla valorizzazione di questo territorio. È un errore continuare a prevedere interventi momentanei per risolvere le situazioni che si presentano di volta in volta. Diventa di fondamentale importanza provvedere al recupero e alla valorizzazione degli arenili e dei beni paesaggistici che insistono su questa costa, ammodernando le infrastrutture viarie esistenti, predisponendo parcheggi e servizi navetta, che permettano il collegamento con i principali luoghi di attrazione, e introducendo reti di mobilità alternativa”.