LA LILT CONTRO LA TAP: “Il gasdotto nuocerebbe all’ ambiente e alla salute”. E IL DOTTOR SERRAVEZZA ‘STAMATTINA E’ ANDATO A PORTARE LE CARTE IN PROCURA
(Rdl)______La professoressa Vestilia De Luca, presidente della sezione leccese della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, informa che il dottor Giuseppe Serravezza (nella foto, mentre interviene ad un’ iniziativa ambientalista), responsabile scientifico dell’ associazione, questa mattina ha presentato un esposto alla Procura Generale della Repubblica di Lecce in merito al progetto TAP.
La professoressa così spiega la per tanti versi clamorosa iniziativa.
Come è noto, la LILT di Lecce ha fatto della prevenzione primaria e della lotta ai fattori di rischio presenti sul territorio la cifra caratterizzante il proprio impegno sul fronte della lotta ai tumori. Ne fanno fede, tra l’altro, i numerosi interventi pubblici; le pagine della rivista trimestrale, ampiamente dedicate a questi temi; così come la costante attenzione a monitorare i dati epidemiologici riguardanti la mortalità oncologica.
Nel numero di giugno 2014 della rivista vennero pubblicati dei dati rielaborati sulla base delle fonti disponibili (ISTAT, Osservatorio Epidemiologico della Regione Puglia), che ponevano all’attenzione delle Istituzioni e dell’opinione pubblica quello che definimmo “il triste primato della provincia di Lecce”, la quale, negli ultimi 20 anni, ha visto annullarsi, per quel che riguarda la mortalità per tumore, quella differenza virtuosa a suo favore rispetto alle aree del Centro-Nord.
Veniva in tal modo evidenziata la drammatica situazione sanitaria venutasi a determinare, con l’aumento costante in progresso di tempo dei decessi di cancro, che, per alcuni tipi, come quello del polmone, ormai si collocano oltre il tasso medio nazionale. Per tutti i tipi di tumore, nella provincia di Lecce, si sono avuti, nel 2011, 2212 decessi, ben 252 in più di quelli attesi.
Di recente, questi dati sono stati autorevolmente confermati, in occasione della presentazione ufficiale (lo scorso 15 febbraio) del Report Ambiente e Salute in provincia di Lecce.
In esso, erano riportati i dati del Registro Tumori della ASL di Lecce, relativamente al periodo 2003/2008, che evidenziavano un’incidenza delle neoplasie polmonari negli uomini maggiore di quella riscontrata nelle zone urbanizzate del centro/nord, con un tasso standardizzato pari a 87.6 per 100.000 (contro un dato medio di 72.9 per 100.000 nelle regioni del nord Italia e di 63.8 per 100.000 nelle regioni del sud). Il comprensorio territoriale interessato è il distretto di Galatina seguito da Poggiardo, Casarano, Maglie.
A ciò si aggiunga uno studio dell’Istituto Superiore di Sanità, relativo all’incidenza dei tumori polmonari, che ha evidenziato un cluster di 16 Comuni del centro Salento (nello specifico: Galatina, Galatone, Seclì, Neviano, Aradeo, Collepasso, Cutrofiano, Soleto, Sternatia, Zollino, Maglie, Melpignano, Castrignano dei Greci, Corigliano d’Otranto e Sogliano, quest’ultimo con il più alto tasso di incidenza) in cui si registrava un’incidenza di 355 casi di tumore polmonare contro i 285 attesi.
La stampa ha dato giustamente ampio risalto a questi dati allarmanti (Oltre 4000 casi l’anno. Un cittadino su 4 a rischio di ammalarsi, recitava un titolo) e si è sviluppato, come è noto, un acceso dibattito. I riflettori sono stati puntati sulle possibili cause ambientali di questo deplorevole stato di fatto in tema di salute pubblica.
E non a torto, poiché è scientificamente ormai acquisito che il 90% dei casi di cancro è dovuto alla presenza nell’ambiente, inteso in senso lato, di fattori di rischio oncologico. E, pertanto, se nel Salento il cancro avanza e miete sempre più vittime, coinvolgendo anche fasce di età prima non toccate dalla malattia, ciò è un chiaro indizio di un ingravescente stato di sofferenza ambientale.
Ciò obbliga moralmente tutte le Istituzioni alla massima sorveglianza sulle scelte di sviluppo economico e sugli effetti impattanti di ulteriori insediamenti industriali, che finirebbero per aggravare una situazione ormai insostenibile.
Si ricorda, in proposito, come, in occasione di numerose emergenze ambientali che hanno interessato il territorio della provincia di Lecce nel recente passato (Copersalento, centrali a biomasse, incenerimento CDR a Galatina), la stessa ARPA Puglia non ha esitato ad affermare che “lo stato di salute della popolazione e dell’ambiente sono tanto compromessi da non potersi permettere ulteriori pressioni di carattere ambientale”.
In questo quadro, si colloca l’esposto presentato dalla LILT contro TAP. Si ritiene infatti che il progetto abbia importanti ricadute in senso negativo sull’ambiente e quindi sulla salute della popolazione. Si considerino in particolare le emissioni onshore e offshore, cioè le emissioni PRT ordinarie (Pressure Reduction Terminal), le emissioni di emergenza non routinarie (scarico di emergenza, rottura della condotta), i fumi esausti (delle macchine e delle navi), l’impianto non rimosso – i lunghi tunnel interrati – che rimarranno alla scadenza d’uso.
Alla luce dei dati sullo stato di salute delle popolazioni e dell’ambiente salentino e che tanto allarme e preoccupazione hanno destato nella collettività, la LILT di Lecce si è quindi rivolta alla Procura Generale della Repubblica, affinché essa prenda in esame il progetto TAP per una approfondita analisi e conseguente valutazione, al fine, soprattutto, di scongiurare ulteriori aggravi a danno della salute pubblica, già così pesantemente compromessa.
L’ APPROFONDIMENTO nel nostro articolo del 15 febbraio
https://www.leccecronaca.it/index.php/2016/02/15/fondo/
Category: Cronaca
La LILT con l’esposto in Procura cerca di scoperchiare il pentolone Tap dentro al quale si nascondono impatti che vanno dalla sicurezza alla salute dei cittadini, dall’ambiente alla cultura all’ economia turistica ed agricola.
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