TREPUZZI: LE DONNE, LA POLITICA E LE REAZIONI DEI CITTADINI. RESOCONTO DALLE RETROVIE
di Eleonora Ciminiello_____4 donne e il pubblico. 4 donne forti per carattere, coraggio, esperienze di vita hanno tenuto banco ieri sera, 19 febbraio, durante il convegno “Le donne e la politica, Esperienza a confronto”, che si è svolto nell’aula consiliare di Trepuzzi. L’incontro, moderato dalla psicologa-psicoterapeuta Ilenia Blasi, è stato organizzato dal gruppo di attivisti del Meetup Trepuzzi5 Stelle, e ci ha incuriositi, non solo per il tema, certamente molto attuale ed interessante, ma soprattutto per le reazioni che, dal momento in cui le locandine sono state affisse in paese, si sono avvicendate nella popolazione.
I lettori si chiederanno perché reazioni? Reazioni per una locandina? Sembrava strano anche a noi, e proprio per questo abbiamo deciso di approfondire l’argomento, cercando di sondare il terreno. Le nostre impressioni sono state confermate durante l’incontro, dall’ex assessore comunale Anna Blasi, che ha avuto, a suo tempo, una delega all’assessorato alla Cultura, allo Sport, alle Pari opportunità.
Anna Blasi, durante l’incontro si “libera” ed esplode: «Da quando sono state affisse le locandine del Meetup 5 Stelle in cui compariva il mio nome, alcuni “amici” mi hanno tolto il saluto». Restiamo basiti. Cosa sta succedendo a Trepuzzi?
La sala è gremita di gente, buona parte evidentemente interessata all’argomento e pronta a recepire le esperienze ed i suggerimenti che giungono dalla relatrici, ma dal chiacchiericcio, peraltro fin troppo animato in aula, è evidente che una porzione dei presenti è lì solo per produrre una “fastidiosa opposizione”: curiosi? Forse. Timorosi? Anche.
Il dibattito parte proprio da Anna Blasi che riporta la sua esperienza come donna, lavoratrice, politica: insegnante e volontaria presso la Caritas, figlia di un padre comunista «tesserato da sempre» viene coinvolta in politica nel 2001, divenendo consigliere comunale. Nel 2006 riesce ad essere eletta come assessore con più deleghe. Un’esperienza, che dal suo racconto, parte palesemente come una sfida a fare di più e a fare meglio per il suo paese. La realtà con cui si scontra Anna è ben diversa: lo spirito collaborativo, lo spirito multidisciplinare cui lei era abituata per lavoro, ma anche per la sua attività di volontaria, non esiste all’interno delle mura comunali. Anna Blasi, infatti, alla domanda «Com’è andata la sua esperienza politica?» risponde: «Ho avuto delle difficoltà. Difficoltà nate perché ho trovato negli uomini una forma di chiusura, di egoismo, di gelosia. Le donne sono abituate a collaborare, gli uomini meno».
Mentre lei risponde ci guardiamo intorno. Quelli che dovevano essere i suoi “compagni” di avventura, assessori assieme a lei quando l’amministrazione era retta dal sindaco Cosimo Valzano, ridono e in silenzio sussurrano in dialetto locale:«Se l’avessimo lasciata fare avrebbe fatto tutto lei». Sono quindi questi gli uomini con cui ha avuto a che fare quella donna minuta che parla al pubblico, il classico gruppetto da bar pronto a far squadra contro gli avversari, in questo caso rappresentati da un’unica donna mossa dall’intenzione di lavorare.
La parola a questo punto passa a Daniela Donno, leccese d’origine e senatrice italiana del Movimento 5 Stelle, anche lei chiamata a raccontare come la politica ha incrociato la sua vita. Anche la senatrice Donno è stata volontaria, presso la Croce Rossa italiana, un modo il suo per cambiare le cose, ed essere d’aiuto. Parlando di politica, donne e quote rosa, ricorda il suo ingresso nel Movimento 5 Stelle, e quanto, da senatrice, si sia impegnata per dare una svolta.
Ci resta impresso di lei un aneddoto: ad un certo punto della sua vita comunica ai colleghi, volontari come lei, l’intenzione di prendere la patente per guidare l’ambulanza:«Ho dovuto lottare con i miei colleghi per poter conseguire la patente».
Strabuzziamo gli occhi. Perché mai una donna non potrebbe prendere la patente per guidare un’ambulanza? Lei, quasi leggendoci il pensiero, risponde:«I miei colleghi sostenevano che una donna sotto pressione non potesse guidare». Non crediamo alle nostre orecchie.
Dalle retrovie, mentre il discorso si addentra nella carriera politica della senatrice e nella sua convinzione di quanto sia necessaria una “riforma culturale” che guardi alla persona politica, «per ciò che è e per ciò che fa, e non per il suo genere», non mancano le risatine ed i commenti tipici della peggior specie di homo insapiens, che affermano che le donne dovrebbero ringraziare di guidare l’auto.
E’ la volta di Antonella Laricchia, consigliere della regione Puglia del Movimento 5 Stelle. Antonella Laricchia parla della sua esperienza in politica, partendo dalla sua lotta a difesa dell’ambiente mentre operava come guida turistica volontaria nel suo paese, d’altronde, come lei stessa afferma, «Non c’è turismo senza ambiente pulito».
Tutte guardano alle quote rosa come ad una limitazione, come ad un vero e proprio ostacolo alla libertà: soprattutto alla libertà di partecipare alla vita politica, indipendentemente dalle prescrizioni della legge. Una discriminante di genere che persiste all’interno di un paese che si dice civile. Ma come sottolineano le relatrici, oggi l’elettorato è pronto a eleggere le donne, la cui sensibilità, spirito creativo e capacità di andare oltre, risultano essere componenti essenziali per governare un paese: in Italia si assiste, piuttosto, all’assenza di donne propense a candidarsi. Forse ciò accade perché subiscono la cultura maschilista che è ben espressa da un commento in sala, che ci raggiunge le orecchie: «Una donna che entra in politica deve sapere che si sta compromettendo». Compromettendo? Forse siamo noi a non comprendere bene le dinamiche e la mentalità “del paese”, ma a Trepuzzi sembra davvero ci sia qualcosa che non vada.
Con grande sorpresa dei presenti, nel bel mezzo del dibattito Anna Blasi, ringrazia gli attivisti del Movimento 5 Stelle, invitandoli a informare sempre di più: è proprio grazie alla loro informazione che è venuta a conoscenza di tante cose, come ad esempio del fatto che mentre lei raccoglieva, esercitando la sua funzione di ex segretaria del Partito Democratico, «1 euro da tutti i tesserati per stampare i manifesti di partito», lo stesso partito riceveva contributi statali, di cui lei ignorava l’esistenza. Non sappiamo se sia stata questa la ragione del suo abbandono del Partito Democratico, o se ve ne siano altre, ma di certo questa potrebbe esser stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Abbiamo sentito abbastanza per questa sera e, affermazione dopo affermazione, e commento dopo commento, l’aula si è lentamente svuotata: ad abbandonare in silenzio o borbottando e sbattendo la porta soprattutto coloro che erano accorsi solo per curiosare, o riferire agli amici e ai compari, quello che si era detto, quindi decidiamo di uscire a prendere una boccata d’aria.
Due uomini, probabilmente amici da bar, stavano discutendo sotto il porticato. Uno diceva all’altro parlando di un’attivista locale:«Perché non dice di essersi allontanata dal PD perché non ha ottenuto un lavoro?». Sorridiamo e pensiamo volendo fare anche noi, come loro un commento da chiacchiera da bar: visti i supposti voti di scambio, se qualcuno volesse ottenere davvero un lavoro, non dovrebbe restare al PD o comunque bussare alla sua porta?
E poi pensiamo a Trepuzzi, alla situazione in cui versa la piscina, gli impianti sportivi, il campo, le strade, le scuole, i marciapiedi, la raccolta Indifferenziata, pensiamo ad un’amministrazione poco pronta ad intercettare i bandi, spesso non aggiornata e non efficiente, pensiamo a questo paese che sta crollando a pezzi e poi guardiamo questi uomini, quasi messi lì a posta per far ascoltare ai passanti le loro fandonie costruite ad arte per attaccare chi non si è piegato ad un sistema collaudato da anni.
Quello che ci portiamo addosso di questa serata è comunque chiaro: qualcuno in paese ha paura ed ha sguinzagliato i cani.
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