UNA NUOVA SPERANZA PER I TARANTINI – E I SALENTINI – AVVELENATI DAL ‘MOSTRO’, LO STATO ITALIANO A GIUDIZIO IN VIA PRIORITARIA PRESSO LA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’ UOMO, CHIAMATO A RISPONDERE DI NON TUTULARE A DOVERE LA SALUTE DEI SUOI ABITANTI
(Rdl)______Siccome ancora dalla giustizia italiana non hanno avuto soddisfazione (ricordiamo che è in corso un processo, appena alle fasi iniziali, contro i presunti responsabili dell’ ‘ambiente svenduto, mentre altri provvedimenti della magistratura sono stati in passato vanificati dal governo, con i suoi vari decreti così detti ‘salva Ilva’) un gurppo di cittadini tarantini si è rivolta direttamente alla massima autorità possibile in campo internazionale, La Corte europea dei diritti dell’uomo.
Esso è un organo giurisdizionale internazionale, istituito nel 1959 dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali del 1950 per assicurarne l’applicazione ed il rispetto. Vi aderiscono tutti i quarantasette membri del Consiglio d’Europa e ha sede a Strasburgo.
Qui i cittadini hanno presentato un ricorso in cui viene denunciato lo Stato italiano, per la mancata osservanza egli obblighi di protezione della vita e della salute in relazione all’inquinamento prodotto dal mostro; inoltre, hanno chiesto che esso venga discusso in via prioritaria, nella speranza di ottenere una sentenza modello, che costringa ad adottare tutte le misure più urgenti e radicali, e che valga anche in caso di passaggio di proprietà dell’ azienda.
Inoltre lo Stato italiano viene accusato della violazione del diritto alla vita e all’integrità psico-fisica, in quanto le autorità nazionali e locali hanno omesso di predisporre un quadro normativo ed amministrativo idoneo a prevenire e ridurre gli effetti gravemente pregiudizievoli derivanti dal grave e persistente inquinamento prodotto dal complesso dell’Ilva.
Viene contestata pure la violazione del diritto al rispetto della vita privata e familiare, anche in conseguenza dei ripetuti decreti “salva Ilva” con cui il Governo ha mantenuto in funzione l’impianto sotto la propria gestione.
Ricordiamo che, come è emerso di nuovo nei giorni scorsi, le sostanze velenose immesse nell’ atmosfera viaggiano per decine di chilometri e colpiscono quindi anche il Salento, contribuendo all’ elevato tasso di tumori, che nella nostra zona, anche per effetto della centrale a carbone di Cerano sull’ altro versante, è superiore finanche a quello, già di per sé anomalo e oltre la media, di Taranto città.
Il ricorso è stato preparto e seguito dagli avvocati Andrea Saccucci, Guarino Fares e Roberta Greco.
Questa mattina è arrivata la notizia che il ricorso è stato accettato dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, e che sarà discusso appunto in via prioritaria.
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