OLTRE DICIASSETTE MILIONI DI FONDI PUBBLICI IN TRE ANNI, PER ‘SCOPRIRE’ CHE NEL SALENTO SI MUORE PIU’ CHE NEL RESTO D’ ITALIA PER TUMORE / IL ‘CENTRO SALUTE AMBIENTE’ HA PRESENTATO OGGI A LECCE IL SUO INUTILE REPORT PER LA PASSERELLA DEI SEDICENTI RESPONSABILI REGIONALI, IN PRIMA FILA IL PRESIDENTE-ASSESSORE CHE RECITA A SOGGETTO
Nel Salento si muore per tumore di più che nel resto d’ Italia, soprattutto per cancro ai polmoni e alla vescica. La media è nettamente superiore a quella nazionale. Fate pure gli scongiuri, se ci credete, ma le cifre dicono che un salentino su quattro corre il rischio ammalarsi e di morire per questa patologia.
Solamente per il cancro al polmone, ci sono oltre 530 casi all’ anno, e con ciò siamo ai vertici nazionali di un drammatico primato.
Mi fermo qui con i numeri, perché ne ho già dato la sintesi, e snocciolare le cifre di per sé non rende l’ idea.
L’ idea invece è che questa è la tristissima realtà.
Se n’è parlato oggi a Lecce, dove, alla presenza delle massime autorità sanitarie e politiche, vale a dire i vertici regionali, in primis il presidente Michele Emiliano, che è pure – e ancora non si riesce a capire il perché di tale anomalia istituzionale – assessore alla sanità, è stato presentato il rapporto curato dal Centro Salute e Ambiente, un organismo burocratico, partorito per modificazioni e sovrapposizioni genetiche di vari enti nel corso del tempo, fino alla forma attuale, e che oggi ha dato i numeri.
Uso questa espressione, perché il Csa ha scoperto l’ acqua calda. Oggi in un trionfo della burocrazia e della ipocrisia politica, attore protagonista appunto in primis il presidente-assessore, ha snocciolato le cifre, di cui vi abbiamo dato, appunto, la sintesi.
Un momento. In primis, sono cifre non aggiornate, risalgono ad alcuni anni fa, e quelle attuali nemmeno il Csa le sa.
Poi, sono dati che sapevamo già da tempo, da più parti e in più occasioni divulgati, sia pur in forma parziale e frammentaria, ma con la stessa identica conclusione di sintesi “presentata” oggi dal Csa nella passerella-vetrina “rappresentata” oggi.
Non solo, sappiamo già altrettanto bene che la nostra triste realtà non è una condanna biblica, non è una maledizione divina, ma è una conseguenza di scelte scriteriate, omissioni, inadempienze e – fatemelo scrivere a lettere cubitali – COMPLICITA’ CON GLI ASSASSINI – compiute dai politici del potere contro il nostro territorio, per i veleni usati nel suolo, e per gli scarichi dell’ Ilva e dell’ Enel, i due mostri posti da un estremo lembo all’ altro del Salento.
Ora, di fronte a mali estremi, andrebbero presi estremi rimedi. Quali? Le bonifiche delle schifezza che hanno gettato nel nostro territorio; il divieto assoluto di usare agenti chimici in agricoltura; la chiusura e la riconversione economica nelle zone degli impianti di Taranto e di Cerano.
Questo, esattamente e totalmente questo. Tutto il resto sono barzellette. Come la pantomima che continua a interpretare Michele Emiliano un po’ su tutto quanto, e che adesso ci ha veramente stufato, riguardo al suo rapporto con Matteo Renzi, per cui egli sarebbe il buono che propone stop, riconversioni, spostamenti e suggerimenti, e l’ altro il cattivo, che fa lo gnorri, non lo riceve, non gli risponde. ‘Stamattina live a Lecce – in replica televisiva sul TG3 Regione – abbiamo assistito all’ ennesimo episodio di oggi le comiche, in cui il presidente-assessore ha recitato la parte di quello che ha la presunta soluzione (che poi sarebbe la riconversione a gas di Cerano e dell’ Ilva, giusto per far fare lo stesso il gasdotto della Tap, e certo) mandata al presidente-presidente, il quale avrebbe preso tempo (per questo non ha risposto) per “studiare” la documentazione. Dobbiamo ridere?
Non so voi, ma io non ne ho proprio voglia.
E allora, o il dissidio fra Renzi ed Emiliano è vero, e allora il presidente-assessore ne tragga le conseguenze politiche , in nome e per conto dei Pugliesi, e, di fronte a tali questioni fondamentali, esca dal Pd e si faccia un altro partito.
Oppure è falso. E se è falso, allora Emiliano in primis vada da uno psichiatra che lo curi dalla paranoia che si è fatto, finendo per credere alla sua stessa menzogna, tanto si è immedesimato, nella migliore delle ipotesi, se è in buona fede; mentre, se il dissidio è falso ed egli stesso è in cattiva fede, allora per favore la smetta una volta per tutte con le sue recite.
Non so voi, ma io sono incazzato nero.
Per le barzellette? Ma no, a quelle ci siamo abituati.
Per i dati sulla mortalità? Ma no, quelli li sapevamo già.
Sono incazzato nero perché, documentandomi sulla presentazione di oggi, ho saputo che questo carrozzone farraginoso del Csa, che oggi ha scoperto e presentato l’ acqua calda, ci è costato finora da quando è nato per partenogenesi burocratica in pochissimo tempo 17 milioni e 200 mila euro di finanziamenti regionali.
Una cifra stratosferica, sprecata per niente, per sapere quello che sapevamo già, e servita solamente ai politici e ai sedicenti responsabili della nostra salute per fare la ipocrita passerella di ‘stamattina a Lecce.
Ognuno di voi può agevolmente pensare a che cosa si sarebbe potuto fare per la salute, e di concreto e di radicale, con oltre diciassette milioni di euro.
Io altro non so. Non faccio né il medico, né il politico.
Faccio il giornalista, nella fattispecie il direttore-responsabile.
Responsabilmente devo ai nostri lettori alcune spiegazioni sulla linea editoriale di leccecronaca.it
Ma perché leccecronaca.it si interessa tanto dell’ Ilva? – mi han chiesto più volte – e continua mettere foto, video e servizi sul mostro?
Ora, a parte che è una questione politico economica di rilevanza nazionale e ci interessa la salute dei cugini tarantini, la risposta è: perché i veleni dell’ Ilva viaggiano nell’ aria per decine di chilometri e arrivano fino al Salento. Basta?
Poi, non ho bisogno di spiegare perché abbiamo pubblicato gli studi scientifici che documentano in quaranta-cinquanta all’ anno il numero di decessi provocati da sola dalla centrale di Cerano, e perché siamo andati a fotografare nei campi intorno le giuggiole ricoperte di polveri di carbone. Perché da anni e ben prima dell’ intervento della magistratura, fra pochissimi se non da soli, abbiamo cercato di capire che cosa ci sia dietro la menzogna della xylella, perché da mesi proseguiamo nella raccolta di dati di fatto sulla mistificazione, di cui i veleni delle multinazionali sono comunque artefici.
Perché – a proposito di multinazionali sfruttatrici dei beni comuni a vantaggio degli speculatori e dei politici loro camerieri- non vogliamo il gasdotto della Tap.
Perché vogliamo le bonifiche dei siti infetti da chissà quali schifezze nascoste sottoterra
E perché ci siamo già mobilitati in vista del referendum del 17 aprile, per informare i cittadini e portarli a votare SI’, contro le trivelle che sconvolgono i nostri mari per il profitto dei petrolieri e dei loro protettori politici.
I dati sulla mortalità che oggi hanno avuto visibilità possono bastare a spiegare le scelte editoriali di leccecronaca.it di cui sono responsabile.
Ma non è nemmeno questo. Mi convinsi a dover chiamare tutti all’ impegno attraverso l’ informazione alcuni anni fa. Ero, fra migliaia di persone, in una pubblica piazza ad una manifestazione contro la costruzione del gasdotto.
Fra i relatori saliti sul palco, c’ era il dottor Giuseppe Serravezza, della Lega italiana lotta ai tumori, e in trincea quotidiana all’ ospedale di Casarano.
Era stato invitato a relazionare sull’ incidenza del cancro nel Salento.
Quando arrivò il suo turno, iniziò ricordando i suoi pazienti nell’ ospedale. Poi, soffocato dall’ emozione, non riuscì ad andare avanti e scoppiò a piangere.
Eco, il vero responsabile della linea editoriale di leccecronaca.it è il dottor Giuseppe Serravezza, con le sue lacrime pubbliche di quella sera.
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