IN AUMENTO I PRESTITI BANCARI NON RIMBORSATI
Riceviamo e volentieri pubblichiamo il seguente comunicato della Confartigianato di Lecce______
Impennata delle sofferenze bancarie nel Salento. A partire da marzo 2009 crescono senza sosta. Ammontano ad oltre un miliardo di euro nella sola provincia di Lecce. Per la precisione lo stock complessivo si attesta alla cifra record di un miliardo 110 milioni (al 31 marzo 2009 era fermo a 361 milioni). La variazione è di ben 749 milioni di euro, pari al 207 per cento.
In rapporto ai prestiti erogati dagli istituti di credito (8 miliardi 451 milioni), le sofferenze rappresentano il 13 per cento. Si tratta della percentuale più elevata. E’ quanto rileva l’Osservatorio economico di Confartigianato Imprese Lecce, diretto da Davide Stasi, che ha elaborato gli ultimi dati della Centrale dei rischi.
Le sofferenze rappresentano la somma di quelle rate non rimborsate dai clienti alle banche e la cui riscossione appare incerta. Possono tradursi in possibili perdite in bilancio per le società e gli intermediari creditizi. L’incremento è dovuto, principalmente, all’aggravarsi della recessione che continua a penalizzare i comparti produttivi e commerciali del Salento.
«L’incremento delle sofferenze bancarie è la dimostrazione più evidente dello stato di crisi attraversato dalle aziende e dalle famiglie salentine», rileva Davide Stasi, direttore dell’Osservatorio economico di Confartigianato Imprese Lecce. «Sempre più imprenditori, infatti, si trovano in affanno nel rimborsare i finanziamenti ottenuti dalle banche per portare avanti la propria azienda. La cronica mancanza di liquidità e la prolungata fase di recessione che stiamo tuttora vivendo sono tra le principali cause che hanno fatto esplodere l’insolvibilità, nonostante la sempre più rigorosa selettività della clientela alla quale le banche hanno erogato il credito negli ultimi tempi. Ciò spiegherebbe la difficoltà di accesso al credito che quotidianamente riscontrano le famiglie e le micro e piccole imprese».
Restringendo il campo alle sole aziende o ditte individuali l’ammontare delle sofferenze è di 895 milioni sul totale degli impieghi di 4 miliardi 54milioni. Rappresentano il 21,2 per cento. In sostanza, se i prestiti vengono rimborsati con maggiori difficoltà, le banche non possono fare altro che stringere i cordoni della borsa. E qui si aprirebbe una riflessione profonda, perché se da un lato le banche sono meno propense a concedere finanziamenti perché l’economia arretra, dall’altro proprio l’economia avrebbe bisogno di credito per riprendersi. Un nodo questo che inevitabilmente occorrerà sciogliere per rilanciare il sistema produttivo locale.
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