SURRACO SBLOCCA, COSENZA RADDOPPIA, E IL LECCE VA. UN GOL PER TEMPO E TRE PUNTI PER RESTARE FRA LE PRIME
(l.r.)_____Riprendono a correre le prime in graduatoria, per il Lecce è fondamentale ritornare a vincere in casa, dopo i due ultimi pareggi esterni, scialbi non solo per il magro bottino, quanto per la qualità del gioco fatto vedere nelle ultime uscite: bisogna stare là fra le pretendenti, cresciute pure di numero, in un avvincente folto gruppo nelle prime posizioni, e arrivare carichi e motivati a primavera, quando si deciderà l’ unica promozione diretta.
FORMAZIONI
Mister Braglia schiera per il Lecce: Perucchini, Freddi, Legittimo, Papini, Cosenza, Abruzzese, Lepore, Salvi, Moscardelli (’83 Curiale), Surraco (’87 De Feudis), Doumbià (’72 Sowe).
Mister Zavattieri schiera per la Juve Stabia: Polito, Rosania, Liotti, Obodo, Polak, Carillo, Carrotta (’72 Gatto), Favasuli, Gomez (’72 Izzillo), Arcidiacono (53′ Del Sante), Nicastro.
Arbitro: Giovanni Luciano di Lamezia Terme.
CRONACA
Il freddo insolito del Salento di questi giorni si fa sentire al via del Mare all’ ora di inizio, ben dopo il tramonto. In quasi novemila sugli spalti, che è nella fattispecie comunque un bel numero.
Ospiti che dispongono subito una nutrita ed attenta linea difensiva, ma su un rilancio, Arcidiacono ha la prima occasione dell’ incontro: non gli riesce il difficile stop di petto appena dentro l’ area e la palla è preda del portiere in uscita.
Dal canto suo, il Lecce colleziona due calci d’ angolo, intorno al decimo minuto, senza esito. Stesso risultato per il terzo al minuto 18.
Ma due minuti dopo, alla prima vera manovra d’ attacco, il Lecce passa: spunto di Doumbià sulla sinistra, che vede arrivare più accentrato Surraco (nella foto) e gli serve un pallone d’ oro; dai quindici metri, in corsa, il ritrovato bomber manda sotto l’ incrocio dei pali, in maniera imparabile, per il vantaggio dei giallorossi.
Invece che ravvivarsi, a questo punto la partita ha una fase di stasi e di confusione.
Se ne esce solo sul finale del tempo, quando i giallorossi organizzano una bella azione corale, con preciso cross finale di Doumbià da un lato all’ altro, dove Moscardelli, che avrebbe dovuto concluderla, da due passi colpisce di testa, ma prende il palo.
Subito un’ emozione dopo pochi secondi al rientro dagli spogliatoi, quando Gomez, dopo il calcio d’ avvio in avanti, indirizza al volo verso la porta, ma trova un acrobatico ed efficace Perucchini a bloccare la minaccia.
Poco dopo, c’è un rigore grande quanto una casa non visto dall’ arbitro, perché in piena area Carillo, cercando di colpire di testa il pallone, lo ferma con il braccio, cadendo a terra, ma incredibilmente per il direttore di gara non è successo nulla.
Al minuto 51, rovesciata capolavoro di Moscardelli e gran parata il calcio d’ angolo di Polito che alza oltre la traversa. Sul calcio d’ angolo a seguire, Cosenza trova il colpo di testa vincente, con il pallone che passa oltre le gambe del portiere e finisce in rete.
La Juve Stabia non riesce ad essere pericolosa, il Lecce invece lo è di nuovo, con un altro colpo di testa di Cosenza, ma soprattutto subito dopo con Surraco che lo mette dentro, colpendo il pallone sulle mani di Polito in uscita: per l’ arbitro si tratta di carica al portiere e quindi di gol da annullare.
Poi in pratica non succede più nulla e fino alla fine c’è da annotare solamente la girandola delle sostituzioni.
IL GIUDIZIO
2 a 0 secco senza discussioni. Partita così così, con un Lecce volitivo e propositivo e gli avversari mai veramente pericolosi, in un incontro ravvivato solamente da alcune pregevoli manovre d’ attacco dei giallorossi, dimostratisi, e meno male, finalmente creativi, sia pure a tratti, ma sempre lucidi, concentrati e cinici.
DA DIMENTICARE
L’ errore arbitrale per il rigore non dato sul fallo di mano di Carillo, che letteralmente da terra smorza il pallone col braccio.
DA RICORDARE
Il bel gesto sportivo, da incorniciare, dopo la rovesciata acrobatica di Moscardelli e la deviazione in colpo di reni di Polito sopra la traversa, con i due che si fanno i complimenti reciproci per il loro rispettivo grande numero tecnico.
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