DIARIO DEL GIORNO DOPO / MOSTRE / LE FOTOGRAFIE DI MARIO CRESCI A CAMPI SALENTINA GIOVEDI’ 14
Giovedì 14 gennaio 2016, alle 17, a Campi Salentina, presso la sala don Pietro Serio, in piazza Libertà, sarà inaugurata la mostra fotografica con le foto di Mario Cresci (nella foto) dedicate a Campi Salentina.
A cura di Lorenzo Madaro e Pio Meledandri. Fino al 14 febbraio, con i seguenti orari: martedì e giovedì 15-18.30 | sabato e domenica 16-20 | o su appuntamento (telefonando al numero: 338.63.38.627).
Così si è espresso l’ autore, docente di fotografia all’ Accademia di Brera di Milano, sul suo lavoro: “Sono passati quasi dieci anni dai giorni trascorsi a Campi Salentina, su invito di Pio Meledandri nell’ambito di un seminario in collaborazione con il Dipartimento di Architettura ed Urbanistica del Politecnico di Bari diretto da Dino Borri. Durante la mia permanenza, venni a sapere che Campi Salentina è il paese natale di Carmelo Bene, uno dei più grandi attori teatrali del Novecento. La notizia mi sorprese perché pochi erano i segni e le iniziative legate al suo nome.
Solo ora, rivedendo le mie immagini, capisco che sapere che questo luogo era legato all’attore, ha inconsciamente influenzato la “parte attiva” della mia visione, “quella costantemente mobile” e percettiva.Sono immagini non particolarmente fotogeniche, quanto piuttosto segnate da un desiderio di naturale teatralità: case viste frontalmente come semplici quinte teatrali, dipinte come grandi teleri; sezioni di colori corrispondenti alle varie proprietà abitative.
E gli attori: una giovane donna che osserva dall’angolo di una casa; un uomo vestito a festa con in mano palloncini bianchi, in attesa degli sposi davanti alla Chiesa; su una parete bianca il disegno di un graffitaro e da un piccolo spazio un ciclista entra improvvisamente in scena dal labirinto delle strade. E ancora altre immagini di un paese vivo con le sue strade, le luminarie della festa del patrono, i lavori in corso, la periferia, il campo dello sport e in tutto questo i suoi attori: gli abitanti, la gente comune. Perché in fondo un paese è come un grande teatro all’aperto, un luogo in cui è sempre possibile esercitare lo sguardo che nasce dal pensiero e dalla memoria.
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