Qualche riflessione sul nostro scontento salentino / LA SITUAZIONE E’ GRAVE

| 21 Novembre 2012 | 0 Comments

(g.p.) Quando, tanti anni fa, frequentavo il “Palmieri” anche io e scrivevo – mutatis mutandis: sul cartaceo, ovvio – per qualcosa di simile alla rubrica “Sottobanco” che leccecronaca.it ha creato per dar voce ai ragazzi e far raccontare da essi stessi la vita delle scuole, c’era il mio compagno di banco che ogni qualvolta dovesse prendere la parola in pubblico, assemblea, o riunione che fosse, o anche per iscritto, esordiva sempre in tono solenne cominciando con la frase: ”La situazione è grave!”.

L’ incipit memorabile mi viene buono adesso che scrivo – sull’elettronico, ovvio – per raccontare quello che succede intorno a me, nel bene, nel male, per chiedermene i significati e per proporne, se possibile, un senso, ora che la situazione è grave veramente.

Tante le spie, fra pubblico e privato, che me lo indicano. Sono le parole che sento nei bar dove entro a prendere il caffè; sono i frammenti di un discorso doloroso che ascolto mentre dal tabaccaio aspetto per le sigarette e la ricarica del telefono; sono gli sguardi dell’edicolante che incrocio sul marciapiede in piedi davanti alla sua “casetta” verde; sono i racconti che mi fanno il mio editore, un mio amico, gli esercenti che contatto, o tento di contattare, le persone con le quali parlo per lavoro, e ancora di più quelle con cui parlo per piacere, io che di economia capisco poco e punto, io che non frequento i mercati, finanziari, bensì quelli della piazza e delle piazzette la domenica, i miei osservatori privilegiati, io che non so altrimenti di borsa, se non quella della spesa.

Una rilevazione univoca, un minimo comune denominatore, un’impressione generalizzata: pochi e niente soldi in tasca, ancora meno fiducia nel cuore, tanta rabbia in corpo, in testa speranza ridotta pressoché a zero.

E’ quest’ultimo il dato più allarmante.

Crisi significa scelta. Nei periodi di crisi bisogna scegliere, e così magari reagire in maniera costruttiva. Nei periodi di crisi più che in altri bisogna aprirsi e cercare nuove dimensioni, nuove opportunità, articolando risposte immediate, costruendo alternative se non altro di speranza immediata, ma che poi piano piano divengano opportunità e speranza per altri.

Favorire nel senso di consentire i consumi virtuosi, delineare occasioni concrete, uscire dalla spirale della tassazione, della stretta, della recessione, del debito e dell’asfissia da strangolamento del debito.

Con qualche idea di generazione radicale, che spetterebbe alla politica trovare e indicare, per diminuire il debito pubblico di fiducia verso le istituzioni, per abbattere lo spread dello con la disperazione.

Se no avremo e forse abbiamo già non problemi di ordine pubblico, ma problemi di emergenza sociale, perché a questo inevitabilmente si arriva: a bloccare il traffico, a bruciare il tricolore, a lamentarsi in preda alla disperazione in seduta permanente effettiva, come quotidianamente segnalano le spie a Lecce.

Beh, cosa fa la politica mentre queste spie si accendono e lampeggiano in maniera sempre più allarmante?

Mentre a Roma si discute sulla prossima legge elettorale, a Lecce le famiglie non hanno soldi per campare.

Cosa volete che importi di premi di maggioranza e quorum a chi è assillato dal mutuo cui non riesce più a far fronte?

Mentre a Roma e a Lecce si aprono i comitati elettorali per le primarie, le esigenze primarie degli Italiani vengono di giorno in giorno sempre di più negate.

Il regime della casta pensa soltanto a sé stesso ed è diviso solamente su chi prima e meglio debba occupare le poltrone del potere: la tristosa macchina da guerra del Pd, che, pur divisa in maniera insanabile nei tronconi di osservanza, di falso rinnovamento e di utopica affabulazione, conta di vincere; o l’improponibile apparato di quel che resta del Pdl. Sullo sfondo la nuova formazione che con l’ennesimo scimmiottamento di quel partito comunque serio che era la Dc, uniti ai pierferdinandi e ai gianfranchi alle prese con il compito ingrato di sopravvivere a sé stessi, ai tanti disastri combinati.

Stando così le cose, dobbiamo tutti allora cercare quella risposta che non arriva dalla politica dentro di noi. C’è ancora tempo per decidere se andare a votare per Beppe Grillo, se non andare a votare proprio, o se scendere per strada nella rivolta epocale.

Ancora qualche mese per valutare quelle che sembrano le uniche opzioni concrete, per decidere quale attuare.

Intanto, cerchiamo dentro noi stessi, impariamo a pensare in maniera creativa, diamo fondo al coraggio e all’intraprendenza. Noi di leccecronaca.it per quel po’ che sappiamo fare, in quel po’ in cui siamo competenti, ci stiamo provando. Non è soltanto informazione ( riflessione ricerca documentazione) quella che ogni giorno vi proponiamo. E’ un messaggio di speranza e un invito di coraggio che con ogni nostro articolo vi mandiamo, sperando di poter stringere la mano di ognuno di voi e da voi di poter ricevere una pacca sulla spalla, dietro ai vostri clic quotidiani.

p.s.

Clic quotidiani che fra l’altro – ci permettiamo di comunicarvelo con soddisfazione, tanto per chiudere almeno con una cosa bella – sono sempre di più, per numero di singoli accessi e per numero di pagine viste, ogni giorno meglio di quello precedente.

Ne gioiamo insieme a voi, ma solo per un attimo. Cominciamo adesso. E poi appunto insieme a voi vogliamo continuare, voi, siete voi, non i lettori, siete voi, solo voi i protagonisti, nella nostra comunità, o community che dir si voglia. Insieme…Siamo una squadra fortissimi.

 

Category: Costume e società

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