“Mi scappa la pipì papà”…
Ogni qualvolta leggo, vedo o sento notizie su Lecce, solitamente ce n’è sempre una che mi colpisce in maniera particolare, e mi fa pensare.
Oggi mi hanno fatto riflettere le proteste, di nuovo manifestate da più parti, per le difficoltà di trovare un bagno a Lecce città.
Sembra una barzelletta, ma purtroppo è la triste verità.
Molti cittadini hanno segnalato come in molti locali per usufruire dei bagni si debba obbligatoriamente consumare. Addirittura sullo scontrino rilasciato ci sarebbe un codice che digitato farebbe aprire magicamente la porta del bagno.
Certo che se una persona è colta da un impellente bisogno così rischia di farsela addosso.
Il mio pensiero va soprattutto agli anziani che, stando così le cose, sono costretti a non uscire più di casa. Ma pure ai bambini, che non hanno gli strumenti né fisici, né mentali, per trattenere bisogni naturali.
Però dall’altro punto di vista capisco anche gli esercenti dei bar e locali, perché tante persone maleducate entrano senza neanche salutare andando dritte ai servizi.
In certi bar poi si crea un via vai continuo e i bagni dopo poche ore sono inguardabili e maleodoranti.
Molti titolari per sopperire a questo problema hanno inventato la scusa del bagno fuori uso, o la consumazione obbligatoria.
Una soluzione definitiva al problema sarebbe una buona volta per tutte creare più bagni pubblici nel centro storico di Lecce e quello che c’è già possibilmente renderlo più accettabile.
Una città come Lecce con una mole molto numerosa di persone e con un turismo sempre più crescente come si evince dal boom di prenotazioni nei giorni dell’ Epifania, non può non avere più bagni pubblici funzionanti e decorosi.
Fra l’ altro, individuando spazi pubblici da riconvertire, che certo non mancano, potrebbero anche essere adattati in più, oltre al minimo indispensabile, a veri e propri ‘alberghi diurni’, con docce e servizi di bellezza, come in alcune grandi città italiane ed europee (nella foto, quello di Porta Venezia, a Milano ndr), ed essere affidati a cooperative sociali, con ciò creando pure posti di lavoro.
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