I NUOVI CONTATORI DELL’ ACQUA ALLE CASE POPOLARI
Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Da Lecce il segretario dell’ associazione ‘Codici’ Stefano Gallotta ci scrive______
‘Codici’, che tutela i diritti dei cittadini, con particolare attenzione a chi vive in condizioni di disagio socio-economico, ha ricevuto diverse segnalazioni in questi giorni relative a tagli dell’erogazione idrica nelle case popolari salentine.
Stando a quanto prospettato dalla stessa dirigenza della Arca Sud Salento in occasione delle recenti riunioni condominiali, l’installazione dei nuovi contatori digitali, attualmente in corso sul terriitorio salentino, porrebbe fine all’annoso problema della sospensione della fornitura idrica nei confronti degli inquilini in regola con i pagamenti, in quanto l’Acquedotto potrebbe chiudere i rubinetti ai morosi evitando di danneggiare anche chi paga regolarmente.
Poiché, in ragione di tali garanzie, numerosi inquilini si sono fatti carico di ingenti spese per l’installazione di questi contatori e l’altra quota parte, gravante sul bilancio della Regione Puglia, risulta essere tutt’altro che esigua, è necessario ottenere una risposta chiara dai vertici dell’Acquedotto Pugliese sul relativo modus operandi dinanzi a tale novità tecnologica.
Ciò anche alla luce dei dubbi avanzati dal presidente della ANACI Lecce, avvocato Carlo Mignone, secondo il quale i contatori di nuova generazione servirebbero solo a capire chi paga e chi no ma, trattandosi di contratti (e bollette) unici tra l’Acquedotto e le autogestioni condominiali, le conseguenze continuerebbero a riverberarsi su tutti.
In realtà, appare evidente che il problema potrebbe risolversi solo con l’installazione di contatori individuali e che a ben poco possono servire i contatori di sottrazione sinora posti in opera. Infatti, ci si domanda cosa accadrebbe, ad esempio, se in uno stabile composto da dieci appartamenti cinque inquilini pagassero regolarmente e cinque fossero morosi. L’Acquedotto Pugliese chiuderebbe le utenze per i soli morosi continuando a fornire il servizio idrico ai cinque in regola o, trattandosi di contatore unico, non potrebbe fare altro che presentare il conto all’amministrazione condominiale e, in caso di mancato integrale pagamento, interrompere la fornitura per tutti?
E’ un quesito non di poco rilievo e che viene sottoposto anche all’assessore al Welfare Salvatore Negro, considerato che, se da queste installazioni non dovesse derivare alcuna tutela e vantaggio per gli inquilini “diligenti”, queste ingenti spese sinora sostenute dagli stessi e dalla Regione per i contatori elettrici risulterebbero inutili e avrebbero arrecato benefici solo a chi li produce e commercalizza.
Senza considerare i potenziali rischi per la salute legati alle emissioni di tali dispositivi (l’Assemblea Parlamentare del Consiglio Europeo ha da tempo sancito l’applicabilità del criterio di precauzione ALARA – “tanto basso quanto ragionevolmente possibile” – in materia di emissioni elettromagnetiche, potenzialmente nocive specialmente per i bambini e gli anziani) e che il problema delle palazzine ex IACP salentine non si limita al frequente venir meno del servizio idrico ma coinvolge tutte le utenze (energia, gas…) e i servizi essenziali (ascensori, autoclavi, servizi di pulizia…), rendendo oltremodo precaria la qualità della vita al loro interno.
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