XYLELLA / TASK FORCE? NO GRAZIE. LA PSEUDOSCIENZA E’ CONTENTA COSI’. E LA CATTIVA INFORMAZIONE? ANCHE
di Eleonora Ciminiello__________Mistificazione mescolata a denaro. È questo che accomuna una parte dell’informazione locale dell’ultimo periodo all’albero di leccino ed alla vite.
Madre di ogni verità oggettiva, l’informazione dovrebbe riportare esattamente ciò che chi scrive “ha visto o sentito” soprattutto quando è conscia di dirigere il pensiero dei lettori, di creare le strade maestre per una consapevolezza collettiva. E mi chiedo: «Se l’informazione ha la missione della verità, perché un canale di informazione tende a non cercarla, evitarla, negarla agli occhi dei suoi lettori?»
E leggo all’interno di un articolo in cui si parla della task force indetta dal presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, che:
“ci vuole ben altro per combattere Xylella fastidiosa, sottospecie aggressiva che si è insediata tra Lecce e Brindisi e che sta provocando il disseccamento di decine di migliaia di alberi di Ogliarola e Cellina”.
Una prima affermazione di dubbio valore realistico e scientifico: realistico perché se effettivamente il giornalista conoscesse la realtà salentina saprebbe bene che ad essere segnati con una X rossa non sono solo gli alberi di Ogliarola e Cellina ma anche i leccini; a dimostrazione di ciò basterebbe che il giornalista, come è giusto che sia, facesse un giro per le campagne del Salento, magari in quel di Trepuzzi dove i leccini mandati a morte sono in numero considerevole; scorretta dal punto di vista scientifico perché al momento non sono stati pubblicati i dati di sperimentazioni, analisi, valutazioni scientifiche che possano accertare, contro ogni ragionevole dubbio, che il leccino sia resistente.
A dirlo forse è chi suppone che sia così a seguito di valutazioni visive o che si basano su un caso piuttosto che un altro: voglio pensare che sia questo a spingere verso tali affermazioni, perché sospettare che il reimpianto di leccino sia legato ad un giro di interessi economici ben precisi, sarebbe davvero troppo. Devastare il paesaggio, negando ai posteri il VERO SALENTO, per 3 denari in più accomunerebbe questi individui a degli speculatori, per non dire dei Giuda.
Mancano i dati. Mancano i dati sulla resistenza del leccino così come mancano i dati sulla patogenicità di xylella fastidiosa, così come mancano le analisi complete dei campionamenti effettuati, così come mancano le informazioni sul percorso razionale che in questi anni ha prodotto la scienza occupata ad esplorare il fenomeno. Mancano le informazioni, manca la correttezza nei confronti dei proprietari notificati, mancano quei processi logici di causa ed effetto alla base della scienza: mancano perché ancora oggi non si conoscono le cause del disseccamento ma si è stabilito l’effetto, o forse dovremmo dire la sorte.
Ma, il giornalista mostra di non tener conto di questa verità, non lo sa perché ha un informatore che intende portare avanti una linea protezionistica e quasi proibizionistica dell’accesso alla ricerca, come dimostra il suo attacco alla task force. Secondo il giornalista il termine task force si addice a forze capaci di intervenire per un obbiettivo specifico:
“Michele Emiliano, in questa vicenda, è stato molto ottimista. Ha pensato di poter sovrapporre una realtà politica e amministrativa alla realtà della scienza, che invece è un mondo che funziona con suoi regolamenti, codici anche non scritti, e convenzioni di alcuni secoli”.
Sarà mica che l’informatore è uno “scienziato” ed è stato disturbato dalla task force? Uno di quelli che da “secoli” frequenta l’università e che si è inquietato per la presenza di menti fresche che potevano osservare un problema a cui lui e i suoi colleghi non hanno saputo/voluto dare una soluzione?
Si parla di codici non scritti, regolamenti, convenzioni di alcuni secoli: ma è la scienza quella di cui stiamo parlando o una setta? Il metodo scientifico, mi hanno insegnato a scuola, deve essere libero ed aperto a 360°, solo in questo modo si possono evitare gli errori, solo così si evita di cadere nel peccato capitale dell’onnipotenza, del protagonismo e di conseguenza dell’interesse.
Una grandezza minata alle fondamenta a quanto pare nell’ultimo periodo se la “cattiva informazione” è dovuta ricorrere addirittura al terrorismo per indicare bimbi con gli zaini in spalla, anziani con il bastone, giovani ragazzi, mamme e papà appena usciti dal lavoro che, PER DIFENDERE IL LORO DIRITTO ALLA SALUTE, dopo aver provato ricorsi, convegni, chiarimenti, studi, manifestazioni ed ogni genere di iniziativa possibile, per mostrare all’ITALIA la loro determinazione a RESISTERE, hanno deciso di occupare per qualche ora i binari della stazione di San Pietro Vernotico.
Pericolosi, pericolosi perché coscienti, pericolosi perché non sottomessi, terroristi perché capaci di “combattere” e dire NO ad una legge ingiusta che dipingerà il deserto laddove ora regna il polmone di Puglia.
PERICOLOSI PERCHE’ VOGLIONO ESSERE SANI E NON MALATI, TERRORISTI. Così la mala-stampa li ha chiamati, anzi CI ha chiamati. Perché chi ama il Salento è chiamato terrorista oggi, chi ama il Salento e si alza ogni mattina alle 5 per assicurarsi che nessuna ruspa espianti gli ulivi, chi è pronto a difendere gli ulivi con il proprio corpo, chi partecipa alle manifestazioni coi bambini, chi cerca di sensibilizzare gli anziani sulla necessità di tenerci stretta la nostra terra oggi è terrorista: non ha bombe in tasca, ma solo amore per la vita, e disprezzo nei confronti di quella pseudoscienza che tutto sa ma niente studia, e nonostante ciò ha avuto la possibilità di imporre l’inferno.
Ma il tempo sta per scadere per la pseudoscienza, onnipotente e segnata da manie di grandezza, se anche i membri dell’Unione Europea non credono più alle loro analisi ed alle loro indagini tanto che hanno deciso di chiedere ad EFSA cosa era giusto fare riguardo la vite. La commercializzazione è stata accordata ma solo dopo aver effettuato il costosissimo trattamento termico già utilizzato per la flavescenza dorata.
Il Ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina lo definisce un successo assieme all’europarlamentare Paolo De Castro: ma sanno di cosa parlano?
Forse no, visto che alla scienza italiana, ed in particolar modo al Cnr di Bari è stato dato un sonoro schiaffo dall’Unione che non ha tenuto assolutamente conto dei test ed ha preso in considerazione solo Efsa e la sua proposta di trattamento termico obbligatorio. Il Ministro Martina e l’europarlamentare De Castro conoscono i costi di questa operazione? Sanno che ci sarà un aggravio economico pesantissimo per i vivaisti? Sanno che a seguito del trattamento una parte delle talee potrebbe andare persa? Forse no, non lo sanno, altrimenti non avrebbero definito questo un successo, perché la realtà oggettiva è che prima di poter ricominciare a vendere le barbatelle ci si dovrà dotare del macchinario necessario ad eseguire la termoterapia, spendere dei soldi che dopo il lunghissimo divieto di esportazione in tanti non hanno, e magari ritrovarsi a perdere parte delle talee, bruciate dalla nuova macchina.
Qualcuno dopo l’annuncio del successo ha festeggiato. Ma per cosa? È palese la batosta, ed anche chi grida al successo lo sa, ma forse non vuole creare panico, o ancora peggio un moto di RABBIA.
Il trattamento imposto dall’UE non è sostenibile, non è sostenibile soprattutto ora. I vivaisti del Salento saranno costretti a chiudere o delocalizzare la loro attività altrove. A pagarne le spese ancora una volta gli operatori e l’economia salentina. A chi dire grazie? Prima o poi qualcuno si farà avanti.
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Sono costernato dalle dichiarazioni fatte in questo articolo, in merito alla presenza in loco – CRSFA “B. Caramia” di Locorotondo – del macchinario per il trattamento HWT delle barbatelle di vite. Lavoriamo in strettissimo contatto con il Centro e con tutti i ricercatori del CNR di Bari, e tutti insieme da sempre abbiamo condotto azioni e coadiuvato il lavoro che tecnici e scienziati hanno effettuato per svincolare la vitis dall’allegato 1 della Decisione Esecuzione EU 789/201, i test di patogenicità lo affermano: la vite è immune al patogeno XF specie paura ceppo Codiro. Avremmo voluto, tutti quanti, che il parere dell’EFSA avrebbe confermato i reports inviati dal CNR, ma come ben sapete è valso il principio di precauzione per il quale ci impone di dover trattare con termoterapia in acqua calda le nostre barbatelle prima della loro commercializzazione. Ma voi che fate informazione dovete essere certi delle vostre dichiarazioni prima che vi si ritorcano in modo inequivocabile. Pertanto, posso affermare senza ombra di dubbio che non esiste nessuna macchina adibita al trattamento HWT nel Centro in questione, né in nessun altro centro in tutta la Puglia.
Saluti
Il Presidente CVVP
Fernando Miggiano
Gentile Presidente Miggiano,
abbiamo provveduto a rettificare l’articolo. Il disguido è nato dalla presenza sul portale ufficiale del CRSFA a questo link http://www.crsfa.it/crsfa-risanamento/ dell’applicazione di un risanamento termoterapico sui virus. Da indagini più approfondite è emerso, come lei sostiene, che tale risanamento è di micropropagazione, e non meristematico come richiesto da EFSA. Gliene diamo atto e La ringraziamo della precisazione.
La buona informazione serve anche a questo: raccogliere i dati, verificare, approfondire e, se in errore, rettificare avendo come obiettivo ultimo la verità. Ringraziandola quindi dell’appunto
Inviamo Cordiali Saluti