Preservare la luce

| 3 Maggio 2012 | 0 Comments

 

Jean Flaminien, poeta d’origine guascona, coltiva il giardino della parola e ricerca nel suo senso una poesia di pensiero e di spirito.
Scrive in stato di grazia e le sue contemplazioni sono assolute pennellate di sublime eternità.

Anche in Preservare la luce (Book editore) il poeta si sofferma a meditare sull’impercettibile dell’interiorità che rivela gli infiniti mondi che ognuno ha dentro.
Nella grande oscurità la luce della parola va preservata per colmare le inquietudini del vuoto che assale.
Poesia epifanica che si avvale di un efficace simbolismo contemporaneo, questa di Flaminien arriva al cuore dell’essenza delle cose, dove è importante sentire il flusso della vita ch ci appartiene.
Una meravigliosa metafisica dell’infinito si coniuga con la dirompente forza di quella parola che sa accogliere le molteplici diversità del reale che esprime sempre l’inesprimibile.
Per Flaminien la poesia e questo e soltanto questo: “il paese dell’intima e mutua adozione” in cui l’essenza compiuta si trasforma in spirito.

Nicola Vacca

XLVIII

All’insieme di tutti gli esseri
ogni mattino mostrati nuovo,
gli occhi lassù rivolti;
e divieni per sempre
l’eterno innocente.

XXXVIII

Anche qui,
torniamo da lontano.
Uscire da un bosco,
afferrare la mano
che offre tutto,
persino il mondo
impenetrabile:

non è terra
ciò che si apre
sotto i nostri passi,
ma è sempre il cielo
sepolto.

Category: Costume e società

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