UNA PETIZIONE PER IL MAESTRO VERGOGNOSAMENTE DA SEMPRE DIMENTICATO DALLA SUA LECCE
Riceviamo e volentieri pubblichiamo (poi commentiamo pure). Da Lecce, Alessandro Presicce ci scrive______
Uno dei più anonimi e periferici slarghi della città di Lecce, è intitolato ad uno dei più grandi autori, nel pieno senso della parola, cui il nostro territorio abbia dato i natali.
Ci riferiamo all’ex Foro Boario, un tempo luogo delle fiere bovine, oggiAggiungi un appuntamento per oggi area destinata a parcheggio di interscambio, denominato Piazzale Carmelo Bene.
Quasi a dispetto della gloriosa toponomastica storica impostata del De Simone (1869), questi ultimi vent’anni di governo della città ci hanno regalato, tra l’altro, una toponomastica bislacca e spesso revisionista.
L’intitolazione a Camelo Bene di uno dei non-luoghi della città, di un vuoto urbano residuato dalla demolizione del vecchio quartiere “Stalingrado” è una scelta irrispettosa non solo nei confronti del uomo e dell’artista, ma anche nei confronti del Patrimonio Culturale del Paese e della Città.
Intendiamo formulare questa petizione al Sindaco per modificare quella intitolazione e legare il nome di Carmelo Bene ad un luogo più degno e centrale, adeguato alla rilevanza del suo genio.
Primi firmatari: Alessandro Presicce, Mauro Marino, Pierpaolo Lala, Stefano Cristante, Antonietta Rosato, Giampaolo Buscicchio, Ass.ne Lecce Bene Comune, Giovanna Falco, Mauro Pascariello, Angelo Salento, Simone Franco, Franco Ungaro, Simone Giorgino, Maurizio Nocera, Piero G. Rapanà, Santa Scioscio, Rosanna Calcagnile______
(g.p.)______ L’ attenzione che la Città ha dedicato a uno dei suoi figli più illustri è una pagina vergognosa, che la dice lunga sul come e perché Lecce sia arrivata ultima, a zero tituli e zero voti, nella corsa per diventare capitale europea della cultura 2019, tanto per dirne una, ma, in generale, su come questa amministrazione continui a considerare l’ intero settore, senza inventiva, senza considerazione, né amore, né consapevolezza, né competenza: bensì quale partita di giro fra addetti ai lavori e pratiche per amici degli amici.
Non un rigo (eppure, fu segnalato e proposto, ma evidentemente non rientrava nelle considerazioni di Airan Berg e di chi l’ aveva messo a guidare l’ ambaradan) fu dedicato nel programma europeo al più talentuoso esponente culturale leccese.
Niente di niente nemmeno nel programma di questa estate per capitale italiana della cultura 2015, che sarebbe andato bene per la sagra delle friselle, piuttosto che per il palinsesto notturno di Retequattro ai tempi di Emilio Fede.
Carmelo Bene viene continuamente studiato e riproposto all’ estero, da noi è caduto nel dimenticatoio. Credete che una petizione serva, amici cari? Servirebbe ben altro. I Leccesi non sanno dove si trovi piazza Carmelo Bene, che per tutti continua ad essere l’ ex Foro Boario, e va bene: ma non sanno nemmeno chi Carmelo Bene sia stato.
Un assessore alla cultura, un sindaco della cultura davvero partecipe, non avrebbe avuto bisogno di petizioni, per dedicare come minimo un luogo più consono al Maestro, così come non avrebbe bisogno di articoli di giornale per imparare qualcosa al riguardo.
Beh, consoliamoci con quello che Carmelo Bene avrebbe detto a costui, se potesse ancora parlare. Direbbe la stessa frase che disse in una memorabile puntata televisiva del “Maurizio Costanzo Show”, quando, rivolgendosi ad un saccente interlocutore, lo fulminò con poche poetiche parole:”Parli con Heidegger e vada a fare in culo”.
Anche se poi a costui dovremmo spiegare pure chi sia stato Heidegger.
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Ottimo commento! Complimenti!