IL PERSONALE E’ POLITICO / ECCO COSA C’E’ DIETRO LE ACCUSE DI CORRADINO MINEO A MATTEO RENZI PER LA LIAISON CON MARIA ELENA BOSCHI

| 5 Novembre 2015 | 0 Comments

di Giuseppe Puppo______

L’ inizio del declino politico di Silvio Berlusconi cominciò a causa di una donna, o, per meglio dire, di una minorenne, all’ epoca dei fatti, quando, nonostante dei bunga bunga nessuno sapesse niente, si iniziò ad aver sentore delle sue malcelate frequentazioni, e da più parti gli si chiese conto di quella tresca.

Anche per Gianfranco Fini i problemi politici con il suo alleato di potere prima, e il suo declino poi, cominciarono e continuarono a causa della nuova compagna che si era trovato.

Vuoi vedere che…

Per ora a Matteo Renzi nessuno ha chiesto niente, almeno in pubblico, per le solite ragioni, della nostra stampa asservita. Probabilmente, in privato, la moglie gli avrà fissato, appena tornerà a casa nel fine settimana, una verifica di maggioranza famigliare, cui egli risponderà come hanno imparato a fare sempre in casi come questo tutti i maschi italiani, messi alle strette: negare, negare sempre, negare tutto, anche l’ evidenza.

Se la caverà? Probabilmente sì, perché nella fattispecie mancano le prove. Però ci saranno tanti indizi, tanti indizi che nella mente femminile diventano, sempre in casi come questo, una prova, comunque rimarrà il sospetto, e il sospetto – funziona così – è l’ anticamera della verità.

Ma non è di tali beghe famigliari che dobbiamo occuparci.

Dobbiamo interessarci invece di ben altro, perché intanto la questione rimane, pesante, pesantissima.

Abbiamo un presidente del consiglio apparentemente decisionista e spaccone, che invece prende ordini ed è anzi completamente succube di una donna che frequenta? E a che titolo, sia prende ordini, sia la frequenta?

Scusate se è poco.

Se non fossimo avvolti da questo clima dominante di servilismo dei nostri organi di informazione, e dalla loro particolare acritica accettazione del potente di turno, ci sarebbe invece molto cui pensare.

Proviamo a farlo tutti noi nel nostro piccolo e con le nostre capacità.

***

E’ successo ieri, è continuato oggi, ma le ragioni stanno nelle puntate precedenti.

Corradino Mineo covava da mesi divergenze politiche con il presidente del consiglio, nonché segretario del partito con cui è stato eletto, e fin qui non c’è niente di strano.

Poi però piano piano i dissapori politici sono diventati pesanti allusioni e sostanziali offese personali, chiaramente avvertite e a stento soffocate.

Nei giorni scorsi, egli ha abbandonato il gruppo parlamentare del Pd.

Renzi non ha perso tempo, ha preso subito la palla al balzo, per sottolineare che avrebbe fatto meglio a dimettersi da parlamentare. In generale, ha pure ragione, perché dovrebbe funzionare così, anche se nessuno mai lo fa.

Però tanto è bastato al dissidente per andare giù duro, con una dichiarazione al vetriolo, in cui nella forma si avverte l’ eco silenziosa, ma precisa, del celebre j’a accuse di Pier Paolo Pasolini: io so, ma non posso fare i nomi.

L’ accusa rivolta al segretario – presidente, in buona sintesi, anzi, in una sintesi giornalistica che piacerebbe al professionista dell’ informazione, quella di essere succube di una donna, “bella e decisa”, di prendere ordini da lei e di eseguirli nelle scelte politiche.

Oggi, nella nuova, lunghissima puntata della telenovela, andata in onda su Facebook, con annessi appendici di post vari e commenti a profusione, Corradino Mineo sembra fare una mezza marcia indietro, precisando che non era sua intenzione fare pettegolezzi, né mandare avvertimenti mafiosi e nemmeno alludere alla sfera sessuale.

In realtà, oltre a ribadire tutto quanto, e aggiungere imbarazzanti retroscena, rincara la dose, per esempio (ma sono tanti gli spunti per i politologi e per gli appassionati del settore, come tutti noi dovremmo essere), accusando il premier di essere alla guida di “una macchina informativa sui giornali e in rete” (toh? Che avessimo visto giusto, noi pochi che lo sostenevamo da tempo?) con cui modifica a piacimento gli eventi e condiziona la realtà.

Scusate se è poco, scusate se è poco.

Per finire ammette pure il nome della donna fatale, anche se oramai non più misteriosa, perché in più di uno l’ avevano capito: la fedelissima, renziana di lungo corso, attuale ministro del governo, Maria Elena Boschi.

Proprio quella che a Firenze prima, e a Roma poi,  è arrivata dalle campagne  di Arezzo: come Denis Verdini, come Licio Gelli.

Proprio quella impegnata ad accreditare di sé un’ immagine edulcorata, sui compiacenti settimanali patinati, tutta casa e politica, senza tempo per gli “spasimanti”.

E certo…

***

La mia educazione sentimentale è avvenuta negli anni Settanta, in cui si diceva che ‘il personale è politico’.

Giusto, giusto, più che giusto.

Politicamente c’è da notare che Corradino Mineo viene da una cultura di sinistra cui, checché ne dica e checché si richiami al partito di cui è segretario, Matteo Renzi è completamente alieno.

C’è da aggiungere, a dirla tutta, nel caso specifico, che è quella cultura della sinistra più buona e formativa, scolastica, gramscianamente nazionalpopolare, con cui tutti, nel nostro percorso scolastico, vuoi per i testi, vuoi per i professori, siamo stati chiamati a confrontarci.

La ‘sinistra’ di Matteo Renzi ha subito una mutazione antropologica, come direbbe Pier Paolo Pasolini, studiato da Corradino Mineo.

Adesso è la sinistra radical chic francamente insopportabile, che prima leggeva Cesare Pavese, ma ora legge Alessandro Baricco; che prima faceva la spesa alla Coop, e adesso la fa da Oscar Farinetti; che prima metteva i risparmi alla mutua sociale e adesso fa affari con Fabrizio Palenzona; che prima scendeva in piazza con i lavoratori, e oggi li condanna alla subalternità e al precariato; che prima difendeva l’ ambiente, e oggi difende i gasdotti, le alte velocità e le trivelle in mare dei petrolieri; che prima aveva a cuore il proletariato, e oggi ha a cuore speculatori, lobbysti e finanzieri; insomma, quella che prima votava per Enrico Berlinguer, e oggi vota, senza turarsi niente, per Matteo Renzi, appunto.

Sono queste le reali dimensioni della querelle.

***

Quanto al personale, e in questo vorrei essere breve, anzi lapidario, beh, checché ne dica questa volta l’ accusatore, senza con ciò fare psicologia all’ acqua di ciclamini, né metafisica in brodo di giuggiole, le implicazioni sentimentali e le complicazioni sessuali, ci sono, eccome.

Se un uomo diventa succube di una donna – e questo l’ accusatore lo ha ribadito – in un rapporto in cui i labili confini fra frequentazione, carriera politica, amicizia, attrazione e amore, già di per sé abbastanza aleatori e confusi, saltano del tutto, una ragione ci sarà, e non ci vuole molta fantasia ad immaginare quale essa sia.

 

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Category: Costume e società, Cronaca, Politica

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