“Noi simpatizziamo con gli studenti” – IL LORO CANTO LIBERO E DISPERATO

| 15 Novembre 2012 | 0 Comments

(Rdl) Il vento della protesta si è levato fortissimo in questo mercoledì 14 novembre 2012 in tutta Italia, da Milano, a Genova, a Roma, a Napoli.

Sono scesi in piazza gli studenti, quelli che ne hanno più diritto degli altri ceti sociali, perché se il governo illegittimo che ci regge ha levato lacrime e sangue a tutti, ai giovani ha levato finanche la speranza.

Oggi, finalmente, in tutta Italia, senza mediazioni di sindacati e partiti, in tanti hanno scoperto la forza dirompente del disagio, e l’agio di porsi contro.

Sono scesi per le strade, a chiedere, in sintesi estrema, ma efficace, il diritto al futuro che spetta alle nuove generazioni e che invece ad essi per la prima volta nella storia è stato levato: perché se si leva ai ragazzi il diritto allo studio libero , pubblico, gratuito, senza privilegi di censo, corporazione e famiglia; se si leva il diritto al lavoro, secondo le proprie attitudini, garantito dalla Costituzione; se si leva la possibilità di accendere un mutuo, avere un prestito, farsi curare e seguire, assicurarsi una pensione, se li si condanna infine a essere precari a vita, questa vita da precari prima o poi essi se la giocheranno per le strade, in un mondo che non li vuole più.

Forse, hanno cominciato questa mattina.

Violenti? Terroristi? Facinorosi?
Provate voi, se non lo siete già, a perdere finanche la speranza, finanche l’illusione, a girare senza soldi, a vivere di espedienti, a sentirvi condannati alla disperazione, e poi capirete come si diventa facinorosi.

Anche a Lecce è arrivato il vento della protesta. Nel servizio della nostra Rachele Caracciolo (“Siamo uno nessuno e centomila, ma non lo accettiamo più”) ben si documenta la versione leccese di questa giornata forse storica. Nelle ragioni dei ragazzi leccesi che oggi sono scesi in strada dai licei, dagli istituti, dalle facoltà, che nel nostro articolo vengono opportunamente ospitate, quale documento importante, emerge la chiarezza, la naturalezza, direi finanche la saggezza, in quella dichiarata volontà di non volersi legare ai partiti, di questi ragazzi.

Fate bene, se ci è consentito commentare soltanto quel passaggio, senza entrare nel merito, perché non vogliamo dire la nostra, ma semplicemente registrare la loro voce, da buoni giornalisti: fate bene, ragazzi. Non fatevi fregare dai partiti che questo governo hanno voluto e che al minimo hanno la responsabilità storica di aver sostenuto negli ultimi anni la casta dei politici che vi ha ridotto senza futuro.

Abbiamo registrato la loro voce emozionata, il loro canto libero, e disperato ed è il nostro modo di lottare insieme a loro.

Qui a Lecce non ci sono stati incidenti. Nelle altre città sì. Questa mattina i nostri ragazzi in tutta Italia hanno fatto a botte con la Polizia. O per meglio dire la Polizia ha cercato di arginare la protesta a colpi di manganellate, arresti e feriti. Noi simpatizziamo con gli studenti.

Agli agenti, comprendendo che devono pur obbedire agli ordini, diciamo che certe volte hanno un compito davvero ingrato e che c’è modo e modo: hanno la loro età, vengono dalle stesse famiglie di quel ceto medio immerso e impoverito, cui siamo stati tutti ridotti dalla casta dei politici, in più essi hanno un minimo di stabilità, ma dovrebbero sentire fratelli e non nemici, questi ragazzi.

Cari poliziotti, a questi studenti si porgono fiori, non manganellate.

Category: Costume e società

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