ARRESTATO DAI CARABINIERI DI TRICASE. “TEMPO SCADUTO” PER CENGS DE PAOLA
A fianco la foto del Municipio di Acquarica del Capo e sotto, quella del Comandante dei carabinieri della provincia di Lecce, il colonnello Maurizio Ferla.
I Carabinieri della Compagnia di Tricase hanno arrestato questa mattina Cengs De Paola, 37 anni, di Acquarica del Capo, pregiudicato e ritenuto dagli inquirenti sodale della Sacra Corona Unita, clan Scarlino – Giannelli, con l’accusa di tentata estorsione continuata e aggravata dal metodo mafioso: in pratica, avrebbe minacciato ripetutamente il sindaco e due assessori del paese, al fine di ottenere l’affidamento di lavori pubblici di importo considerevole.
“Il tempo è scaduto”…De Paola pare fosse solito concludere così negli ultimi tempi i propri “discorsi” agli amministratori che aveva preso di mira: Francesco Ferraro, il primo cittadino, e due suoi assessori, dal primo dei quali, in particolare, avrebbe voluto una sponsorizzazione mentre dall’altro, il proprietario del rinomato Lido Marini, a marina di Ugento, avrebbe voluto ottenere la gestione della “sicurezza” della spiaggia.
Ma il vero bottino erano i quasi due milioni di euro, somma già stanziata dal Ministero per l’Ambiente, di lavori pubblici che l’amministrazione aveva in programma di spendere a breve per la riqualificazione delle scuole pubbliche del paese.
Incurante di ogni norma di legge per l’espletamento di lavori pubblici, che pure limitano l’affidamento diretto a somme di gran lunga minori, Cengs De Paola avrebbe cominciato a minacciare in vari modi gli amministratori, con la pretesa di ottenere, farsi affidare insomma, i previsti lavori di riqualificazione delle scuole di Acquarica del Capo, cinquemila abitanti, a dieci chilometri dal mare Jonio, nel basso Salento.
Oggi i Carabinieri hanno intimato “tempo scaduto” a lui, con esecuzione dell’ordine di custodia cautelare in carcere, emesso dal giudice per le indagini preliminari Antonia Martalò e richiesto dal procuratore aggiunto della Repubblica presso il tribunale di Lecce, Antonio De Donno.
Come ha sottolineato il colonello Maurizio Ferla, comandante provinciale dell’Arma, da tempo impegnato in particolare nel controllo degli appalti pubblici, c’è stata la più ampia collaborazione da parte dei politici e amministratori presi di mira, che non hanno avuto paura delle minacce, il che fa ben sperare per casi analoghi.
Casi analoghi che il magistrato inquirente, il procuratore Antonio De Donno, titolare dell’indagine, non si sente di escludere, pur senza voler generalizzare: “Non si tratta di un caso isolato. L’interesse della criminalità organizzata per appalti, lavori pubblici e attività economiche private, per il controllo del territorio, insomma, è costante, queste situazioni sono a rischio continuo di infiltrazioni mafiose. E’ necessario da parte nostra tenere sempre desta l’attenzione, non abbassare mai la guardia”.
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