A NARDO’ PER COMBATTERE IL CAPOLARATO SI CANTA IN PIAZZA
La morte di Mohammed Abdullah, 47enne sudanese, nelle campagne di Nardò, quella di Paola Clemente, nelle campagne di Andria e di Arcangelo De Marco nel tarantino, nell’ambito del tragico scenario delle morti sul lavoro, lasciano una ferita ancora più dolorosa e profonda, perché non è solo la mancanza e l’inosservanza delle più elementari norme di sicurezza, ma lo sfruttamento del lavoro e la riduzione in schiavitù di un essere umano, la sopraffazione di un uomo sull’altro, sullo sfondo dell’illegalità e della connivenza. Non è sufficiente parlare dell’evento solo quando si verifica, non servono più le denunce mediatiche, i proclami e le dichiarazioni di intenti, ma azioni concrete perché non accada mai più di morire nei campi, stroncati dalla fatica e da condizioni disumane di lavoro. Questo dovrebbe implicare, naturalmente, maggiori controlli (attraverso ispezioni quotidiane nei campi ) e un ruolo più attivo e mirato delle Istituzioni, in sinergia con le Organizzazioni Sindacali, attraverso una vera attività di contrasto al lavoro nero e al Caporalato. L’iniziativa del prossimo 20 settembre a Nardò in piazza Salandra, 13 ore di musica in piazza tante quante sono le ore di sfruttamento nei campi, proposta dal cantautore Mino De Santis (a cui hanno aderito vari comuni tra cui Nardò) e’ un’iniziativa a cui anche la Fisac -Cgil di Lecce (Lavoratori/Lavoratrici del Credito-Assicurazioni-riscossioni) aderisce, condividendo lo spirito che muove gli organizzatori nel continuare a dire no al caporalato e ad ogni forma di schiavitù e sfruttamento sul lavoro. Come nel
Category: Costume e società