A PROPOSITO DI REDDITO MINIMO GARANTITO NICHI VENDOLA, SAVERIO CONGEDO E AMARTYA SEN

| 9 Novembre 2012 | 0 Comments

(Rdl) Il presidente della Regione Puglia, o, per meglio dire, il suo partito, Sel, lanciano la proposta di legge di iniziativa popolare, quindi con relativa raccolta di firme, per il così detto “reddito minimo garantito”, in pratico il riconoscimento a tutti i disoccupati di un minimo di disponibilità economica, in un sistema di stato assistenziale sofisticato, cioè ai massimi livelli.

Gli interessati, possono trovarne il testo completo e conoscere tutte le informazioni utili per sostenere la campagna di mobilitazione, del resto già partita a giugno, sul sito www.redditogarantito.it

Questo è quanto si è appreso nelle ultime ore.

Tanto è bastato al consigliere regionale del Pdl Saverio Congedo per un commento al vetriolo:

Non si può non ammirare la straordinaria dose di faccia tosta di Vendola e del suo Partito, esplosa in termini quasi esilaranti nella solenne presentazione anche a Lecce di una proposta di legge di iniziativa popolare in materia di “reddito minimo garantito”.  Evidentemente, da quelle parti, si conta molto sulla corta memoria degli pugliesi, che una identica, allettante  promessa si videro comminare dal Governatore di Puglia alla vigilia delle elezioni regionali del 2005. Sta di fatto che, vinte sia quelle che le successive del 2010, di tale balla non si è vista più traccia, fino a questa riesumazione guarda caso a ridosso delle imminenti Primarie e  Politiche.

 Al contrario, da Vendola i Pugliesi hanno ricevuto un aumento pesante di disoccupazione (quattro punti soltanto negli ultimi mesi), una crescita esponenziale dell’emigrazione intellettuale e giovanile, il significativo, prematuro  esaurimento delle risorse per la Cassa Integrazione, la desertificazione dei servizi sociali, una pressione fiscale asfissiante.

 Come documentato anche in mai smentite e politicamente non sospette pubblicazioni,  una scorciatoia per aggirare tutto questo sembrerebbe esserci: aderire  alle “fabbriche di Nichi” o a qualcosa che comunque vi assomigli. Come per incanto, si aprono le porte”.

________________________ISPIRATO/L’economista indiano premio Nobel Amartya Sen

Adempiuti i nostri doveri di informazione corretta minima garantita, ci siano concesse alcune considerazioni di merito, che affidiamo alla valutazione dei nostri  lettori protagonisti della nostra community, verso i quali, sempre, oltre alla correttezza delle notizia, diamo anche indicazioni di approfondimento, che poi ognuno di essi ordina e dispone come meglio crede, potendole recepire, rifiutare, commentare, disporre, e quant’altro di tutto e di più.

Allora, l’obiettivo indicato non è un’utopia. Esiste, appunto, in alcune realtà di stati europei, anche vicini a noi, per cui chi è senza lavoro viene messo nelle condizioni “cu campa”, ecco, l’espressione dialettale leccese è più efficace di ogni altra possibile. Ma è frutto di processi concreti, di volontà statali, di opportune e serie predisposizioni, non di trovate pubblicitarie.

Sacrosanta la lotta alla precarietà a tutti i livelli, poi, è cosa buona e giusta.

Il problema è che in Italia una simile politica, davvero rivoluzionaria, può essere intrapresa con una vera e propria rivoluzione, prima ideologica, poi economica, ma non dell’economia e della finanza di oggi, un’economia e una finanza che siano guidate dalla politica, e non viceversa come è adesso, per di più un’economia sorretta da solide fondamenta filosofiche.

Ecco, il premio Nobel Amartya Sen, per esempio… (Ma non vogliamo annoiare nessuno, lasciamo alla libertà dei più volenterosi di approfondire ).

Tutto il resto è noia, come invece diceva il poeta. Perché – e sarà “avvelenato”, ma le cose stanno proprio così, come le dice Saverio Congedo – pure la propaganda annoia, soprattutto quando è fine a sé stessa, un sia pur sofisticato artificio.

Non occorre essere maghi, o indovini, per sapere già che la proposta di legge di iniziativa popolare farà la fine di tutte le altre analoghe presentate in questi decenni di storia repubblicana, cioè sarà recepita dal parlamento e messa a marcire, scatoloni di firme comprese, in qualche scantinato, perché è stato sempre così e quindi siccome questo è conosciuto da tutti i politici, addetti ai lavori, chi di essi se ne serve non per raggiungere l’obiettivo stabilito, ma semplicemente quale strumento di propaganda personale.

Infine, c’è un altro scandalo vero e proprio della nostra squallida politica, che non riguarda certo soltanto Vendola, ma anche altri, certo, ma che a lui ora imputiamo con sicura precisione: che uno pagato – ma non è questione di soldi, è questione di responsabilità – per fare il presidente della Regione Puglia, ma pure il sindaco di Firenze, certo, se ne vada sempre in giro per l’Italia e faccia il leader politico nazionale, concorra alle elezioni di tutti i generi possibili e immaginabili e quant’altro ancora ognuno di voi potrà aggiungere.

E non veniteci a dire che uno si organizza…Fare il consigliere comunale di Lecce, se uno lo fa bene, lo fa con partecipato dovere, lo fa al servizio di chi lo ha eletto, richiede un impegno totale: cioè fra lavori in aula e commissione, studio, disponibilità, reperibilità e quant’altro, non lascia altri margini, a lavori privati o ad altri incarichi pubblici.

Figurarsi fare il sindaco di Firenze, o il presidente della Regione Puglia: ovvio, che simili incarichi siano dai nostri aspiranti leader di sinistra trascurati, anzi, siano diventati per loro quasi un fastidio, e siano buoni solamente per servirsene a fini pubblicitari., appunto.

Category: Costume e società

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