PRIMO GIORNO DI SCUOLA A BARI. IL CONSIGLIO REGIONALE SCEGLIE IL PRESIDENTE, DEL PD, OVVIO. MAGGIORANZA DI CENTRO – SINISTRA E ‘OPPOSIZIONE’ DI CENTRO DESTRA SI SPARTISCONO L’ IMPORTANTE UFFICIO DI PRESIDENZA, ORGANO DI CONTROLLO E GESTIONE DEI FONDI, LASCIANDO FUORI IL M5S. ANTONELLA LARICCHIA A MUSO DURO: “Vi sfiancheremo!”
(g.p.)______Primo giorno di scuola a Bari al nuovo consiglio regionale della Puglia.
“Io sono il presidente, ma l’organo della sovranità popolare è il Consiglio, e io in questo Consiglio posso solo fare il consigliere, niente di più“, frammenti di un discorso amoroso di Michele Emiliano, seguito con straordinaria attenzione ed eccezionale partecipazione emotiva (nella foto) dai consiglieri della sua stessa maggioranza.
Interventi dei rappresentanti di tutte le forze politiche. Per il M5s prende la parola un emozionato, quanto determinato – ” gli elettori ci hanno chiesto di essere una opposizione seria, concreta nelle proposte e nel dialogo, ma ferma rispetto a chi ha tentato di comprare il silenzio con le poltrone” – Cristian Casili, che ricorda a tutti: “Il primo problema in Puglia è la povertà. Il 28,2% dei cittadini pugliese vive sotto la soglia di povertà. Il tasso di disoccupazione è balzato nella nostra Regione al 19,2%, con il 41,5% di disoccupazione giovanile. Attualmente 280mila pugliesi sono in cerca di occupazione. Siamo una Regione che fa fuggire le eccellenze, visto che sempre più giovani menti ma anche famiglie intere lasciano la nostra amata terra. Una Regione che non riesce più a trattenere donne e uomini di valore non è una Regione“.
Si passa poi all’ elezione del nuovo presidente del consiglio regionale, carica che assicura una discreta visibilità e ottimi margini di intervento nel sottobosco della politica, e subito dopo dell’ ufficio di presidenza del consiglio, composto da due vicepresidente e due segretari, organo importantissimo perché svolge funzioni di controllo, indirizzo e gestione dei fondi.
Viene applicato lo stesso metodo del parlamento nazionale: Pd pigliatutto il meglio, qualche carica all’ opposizione, dove per opposizione si intende la spartizione con il centro – destra.
Mario Loizzo, ovviamente del Pd, è il nuovo presidente del Consiglio regionale, il nuovo che è avanzato. Barese di Sannicandro, 64 anni, una vita in Regione, dove aveva fatto già un po’ di tutto: gli mancava appunto di fare il presidente del consiglio.
L’Ufficio di presidenza è stato completato con l’elezione dei due vicepresidenti, Giuseppe Longo (Popolari) e Giacomo Gatta (Fi), e dei segretari, Giuseppe Turco (La Puglia con Emiliano) e Luigi Morgante (Movimento Schittulli-Area popolare), come si vede salomonicamente divisi a metà, fra maggioranza di centro sinistra e minoranza di centro – destra.
La seduta è tolta, suona la campanella, per davvero, perché avviene la cerimonia simbolica del passaggio di consegne fra vecchio e nuovo presidente del consiglio regionale, come tradizione dei riti parlamentari al suono di una campanella di bronzo, usata per regolare i lavori dell’ aula.
Seguito rumoroso, raffica di comunicati, di dichiarazioni, di rendiconti degli interventi tenuti in aula.
Michele Mazzarano del Pd parla di “momento solenne” e, nonostante un ossimoro conclamato, tesse un fenomenale panegirico del nuovo presidente del consiglio: “una personalità collaudata, un profondo conoscitore della Puglia e un attento osservatore delle dinamiche sociali pugliesi.
Offriamo a questa assise un uomo dalla tempra forte, dalla determinazione inflessibile, caratteri propri di una ricca militanza sindacale e politica.
Noi pensiamo che Mario Loizzo possa essere il presidente di tutti.
Non perché egli non sia un uomo di parte. Nel mondo del lavoro, nelle lotte dei braccianti e degli operai, nelle conquiste della civiltà del lavoro, vi è la bussola della sua militanza sindacale e della sua formazione politica ed istituzionale“.
Ignazio Zullo di ‘Oltre con Fitto’ si compiace della collaborazione con la maggioranza: “nella speranza di una proficua collaborazione, pur nel gioco delle reciproche posizioni, e nella consapevolezza che il rispetto e la lealtà istituzionale non mancheranno mai nell’azione politica del gruppo a supporto dell’attività di governo”.
Antonella Laricchia del M5s non sa, e giustamente, se essere più indignata, o incazzata: ““L’Ufficio di Presidenza tiene fuori la prima forza di opposizione, la seconda forza politica del Consiglio, il primo candidato Presidente non eletto.
Io vi ringrazio di cuore, perché quando agite così, senza vergogna alcuna, pensate forse di abbatterci, di vincere una prova di forza, invece ciò che fate è rinforzare il nostro consenso, perché buttate via la maschera davanti ai cittadini e ravvivate la motivazione che è in noi, ed è fortissima, quella per cui abbiamo scelto di dedicarci con una dedizione ed un impegno che vi sfiancheranno.
Oggi siamo più forti. Saremo un’opposizione durissima, perché non meritate i nostri voti che, infatti, abbiamo scelto di non mettere al mercato delle vacche che, invece, voi avete, naturalmente, tenuto in questi giorni. In verità, non meritate, purtroppo, neanche un briciolo della nostra stima e di quella degli elettori”.
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