METAFISICA DI UNA SCOPERTA / MINERVA E’ RITORNATA SUL PROMONTORIO PER GUIDARE IL POPOLO SALENTINO ALLA VITTORIA
“Si gonfiano i venti tanto desiderati e già il porto si rivela vicino, appare il tempio sul promontorio di Minerva.
I compagni legano le vele e volgono le prue verso la spiaggia“.
I compagni sono quelli di Enea, il promontorio è quello di Castro, a parlarne è Virgilio nell’Eneide.
Siamo in Salento, una terra che ancora una volta si rende protagonista di un leggendario ritrovamento, pronto a cancellare una delle dispute archeologiche più ostiche: il CastrumMinervae in cui sarebbe sbarcato Enea è ormai certo esser Castro.
Il 4 luglio scorso, infatti, il professore Francesco d’Andria, di cattedra presso l’Università del Salento, e dirigente scientifico dei lavori di scavo, ha assistito al recupero del busto di una statua ellenistica del IV sec. a.C. realizzata, come sostiene Luigi La Rocca, sovraintendente per i Beni Archeologici della Puglia, da maestranze tarantine in pietra leccese.
Il busto, lungo più di un metro e mezzo, doveva appartenere ad una statua oggetto di culto, protagonista all’interno di un santuario dedicato ad Atena Iliaca, posto nella località “Capanne”, in pieno centro storico del bellissimo paesino del Salento.
Lo scavo porta la firma dell’archeologo Amedeo Galati, il quale, assieme allo staff di topografi, ha compreso come le intuizioni che avevano condotto il team nel 2007, a Castro, fossero assolutamente corrette.
L’entusiasmo del ritrovamento ha spinto la squadra ad intensificare le ricerche: la posizione in cui era riposta la statua, fa supporre che era lì per essere ritrovata e riposizionata nella sua dimora.
Nei giorni successivi gli archeologi hanno riportato alla luce la mano destra di Atena Minerva, e finalmente ieri anche il braccio.
Un corpo che si ricompone quello di Atena quasi a voler ricostruire e ricordare non una storia ma i valori dell’umanità, tanto più che questi ritrovamenti giungono proprio mentre il popolo salentino lotta per difendere la sua cultura, le sue radici, la sua stessa vita.
Un busto, un dito, una mano, un braccio.
Elementi molto significativi, tanto più se si riferiscono ad una Dea incredibile, sia dal punto di vista fisico, sia morale.
Atena era una Dea bellissima, balzata fuori dal cervello di Zeus dopo che egli aveva ingurgitato la sua sposa Metis. La mitologia la raffigura armata, raggiante, partorita com’era dalle lotte celesti. Bellicosa Atena Minerva, non poteva esser somigliata ad una Dea della guerra pura, visto che è era considerata anche la dea della luce celeste più quieta e serena, della pace, della giustizia, della prudenza.
Atena, la Dea dalle mille virtù, darà anche il nome alla città di Atene e, inizialmente, a tutta la regione dell’Attica. Zeus infatti, aprì una gara promettendo l’assegnazione dell’intera regione, a chi fra gli dei avrebbe offerto il dono più utile: Poseidone consegnò il cavallo, ed Atena gli ulivi.
Da quel momento l’albero dell’ulivo e la Dea guerriera hanno un destino che si interseca, e che è legato a filo doppio, tanto da ripresentarsi ancora oggi, con il sorprendente ritrovamento a Castro.
La Dea risorge proprio quando le sue creature hanno più bisogno d’aiuto.
Il busto, custode del cuore d’Atena Minerva, tornato per primo alla luce, ha voluto quasi sottolineare che il popolo deve ricominciare ad ascoltare la propria anima, lottare contro la meschinità, gli interessi personali, e tutti coloro che intendono sfruttare il Salento per trasformarlo in una terra colonizzata.
Il dito, che punta all’ingiustizia, ha cominciato a far riaprire gli occhi ai ciechi, indirizzandoli verso un nemico che diventa sempre più tangibile e che sta tentando di celare la verità, e di calpestare la scienza in nome di interessi economici forti.
La mano destra, che solitamente conduce o attende la civetta, è portatrice di luce e verità, una verità necessaria ad illuminare coloro che brancolano nel buio, nella rabbia, nello sconforto. La mano destra è la lucidità necessaria ad osservare il nemico, per attaccarlo e vincerlo.
La civetta, forse quella di Atena, è stata ritrovata ferita nei giorni scorsi a Trepuzzi.
Il braccio destro è l’intuito. Un invito di Atena Minerva a tutto il popolo salentino, un invito a saper guardare oltre per riuscire ad agire con consapevolezza.
La Dea guerriera, la sostenitrice delle lotte dei giusti riemerge, per affiancare un popolo che rischia di essere schiacciato da chi intende sfruttarlo, ammalarlo, svilirlo, colpendo le creature sacre ad Atena Minerva.
Il grifone di Atena è già arrivato in Salento, e non attende altro che ristabilirsi sul suo posto d’onore: l’elmo d’Atena Minerva.
Quando il volto della Dea riemergerà dalla terra il nemico degli ulivi dovrà tremare: lo sguardo accusatore di Atena sarà come una lancia e tutti coloro che hanno tentato di piegare gli ulivi, di calpestarli, di annientarli avranno il fiato della Dea sul collo.
Atena sta chiamando a raccolta le sue truppe: il popolo degli ulivi sta serrando le fila. Sotto la guida della Dea la guerra non potrà che condurre alla vittoria, perché Atena non è nata per combattere, ma solo per Vincere.
Category: Cultura
Bellissimo commento….. sentito fino al centro delle mie radici. E’ la stessa lotta che combatto come donna salentina per portare luce alla nostra amata terra.Io lo faccio scoprendo archetitipi antichi dei nostri fiori vicino a dolmen, menhir,cerchi di pietre …. e Minerva ciha ascoltati ed ora risponde.
Rosanna Toraldo