UNA DENUNCIA DELLA CGIL: “Monteco indecorosa”
(Rdl)______Una lettera aperta della Funzione Pubblica Cgil Lecce rivela nella pratica quali siano gli effetti del così detto ‘Job act’. Nel documento, firmato dal segretario generale Simone Longo, mandato al prefetto, al sindaco, e al responsabile del settore ambiente della Città di Lecce, nel chiedere un incontro urgente con le contro-parti, viene denunciata una situazione che l’organizzazione sindacale definisce “indecorosa” e che riguarda dodici lavoratori del settore amministrativo del cantiere di igiene urbana del Comune di Lecce, gestito dal 23 aprile scorso dalla società Monteco.
Vediamo di cosa si tratta nel racconto dell’ organizzazione sindacale.
“L’ azienda in maniera unilaterale e in spregio alle prerogative sindacali, ha attivato una procedura di sospensione dal lavoro dei dodici lavoratori e successivamente ha prospettato agli stessi proposte di demansionamento in alternativa al licenziamento, giustificando il tutto con una non meglio precisata e mai affrontata necessità di riorganizzazione aziendale.
Nel frattempo, a fronte della sospensione di questi dodici lavoratori, l’azienda assume altre decine di lavoratori, trentatré per la precisione, di cui alcuni di profilo amministrativo, al pari di quelli sospesi e ai quali si propone demansionamento o licenziamento.
Nel continuare a non comprendere e a contrastare in ogni sede l’atteggiamento incomprensibile, scorretto sindacalmente e irrispettoso della dignità dei lavoratori da parte della Monteco, rileviamo un comportamento altrettanto incomprensibile delle istituzioni interessate, comune e prefettura, rispettivamente stazione appaltante e soggetto mediatore, che finora sono rimaste silenti, alle varie richieste avanzate dalle Organizzazioni sindacali.
Silenzio che appare assordante, in un contesto in cui è in gioco il posto di lavoro, per adesso di dodici persone, il sostentamento delle rispettive famiglie, ma che potrebbe rappresentare, se non adeguatamente contrastato, l’apripista per altre situazioni analoghe e pretese assurde poste in essere da aziende. Posizioni che sono il frutto di interpretazioni a senso unico della recente normativa del lavoro (JOBS ACT), certamente peggiorativa per l’anello debole della catena, i lavoratori”.
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