NEANCHE LA PROVVIDENZA DIVINA PUO’ IMPEDIRE IL CRACK DI CINQUECENTO MILIONI DI EURO. L’ INCHIESTA DEI GIUDICI DI TRANI: 10 ARRESTATI, FRA CUI DUE SUORE DELL’ ISTITUTO RELIGIOSO. IN SENATO E’ GIA’ ARRIVATA LA RICHIESTA DI AUTORIZZAZIONE PER ANTONIO AZZOLINI, DEL NCD. RIPERCUSSIONI PER LA GESTIONE DELLA SANITA’

| 10 Giugno 2015 | 0 Comments

(Rdl)______Clamorosi sviluppi questa mattina nell’ ambito dell’ inchiesta avviata dalla magistratura di Trani sulla gestione delle case sanitarie ‘Divina Provvidenza’, grossi centri di assistenza, riabilitazione, e cura, presenti a Bisceglie, Foggia e Potenza, falliti e posti in amministrazione straordinaria, un crack da cinquecento milioni di euro, dopo numerosi episodi di distrazione e dissipazione delle risorse dell’ ente che le gestiva, sotto forma di Onlus.

Su provvedimenti firmati dal gip Rosella Volpe, su richiesta del procuratore aggiunto Francesco Giannella e del sostituto procuratore Silvia Curone, tre persone sono finite in carcere e sette agli arresti domiciliari, accusate a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta: sono dirigenti, consulenti e dipendenti dell’ ente, fra cui ci sono due suore, la madre superiora Marcella Cesa e suor Assunta Puzzello. Altre quindici persone, fra professionisti e amministratori, risultano indagate.

Fra gli arrestati, o, meglio, fra i destinatari dei provvedimenti di custodia cautelare, un politico di peso, già coinvolto in altri procedimenti giudiziari, nonostante i quali è diventato senatore prima, e attualmente presidente della commissione bilancio di Palazzo Madama, Antonio Azzolini, 62 anni, di Molfetta, del Nuovo Centro Destra: l’ autorizzazione all’ arresto è già arrivata in Parlamento, dove a breve sarà esaminata dalla competente commissione. Inevitabili i contraccolpi sulla maggioranza che sostiene l’ esecutivo di Matteo Renzi, già in questi giorni alle prese con i grossi problemi derivanti dalle inchieste di ‘Mafia capitale’.

Antonio Azzolini (nella foto), 62 anni,  Antonio Azzolini, di Molfetta, ex Psiup, ex Verdi, ex Pci, poi già del Popolo della Libertà, e infine ora del Nuovo Centro Destra

Sostanzialmente, secondo l’ accusa, i responsabili a vario titolo della Onlus avrebbero sottratto alle casse dello Stato somme ingenti, altrimenti dirottate e, per sfuggire alle legittime richieste dell’ erario, avrebbero ‘dirottato’ beni mobili e immobili su altre ‘strutture religiose parallele’.

La notizia è vera, ma non faccio commenti sui procedimenti che mi riguardano. Sono serenissimo. La legge non prevede che io mi debba dimettere da parlamentare“, queste le parole con cui Azzolini ha commentato  la notizia di questa mattina.

Raggiunto dalle indagini della magistratura sin dal 2012, e sottoposto ad amministrazione straordinaria, l’ ente gestore, la congregazione delle Ancelle della Divina Provvidenza, nell’ ottobre del 2013 era stato commissariato dalle autorità ecclesiastiche, che avevano nominato alla sua guida monsignor Luigi Martella, vescovo di Molfetta.

La portata della vicenda, che arriva inevitabilmente anche a comprendere i criteri di gestione della sanità nella nostra Regione, è chiarita puntualmente dalle carte degli inquirenti, rese pubbliche questa mattina:

La Procura della Repubblica di Trani ha messo in luce l’innumerevole serie di reati che hanno portato ad un clamoroso crack da oltre 500 mln, di cui oltre 350 sono rappresentati da debiti nei confronti dello Stato. L’ analisi della gestione dell’Ente prima del commissariamento ha consentito di comprendere le cause del default: una gestione totalmente svincolata dai criteri di una corretta amministrazione aziendale, in cui per decenni è mancata persino una contabilità ed organi che controllassero la rispondenza ad economicità delle operazioni gestionali; una inesauribile serie di appropriazioni, sperperi, dissipazioni, forniture fuori mercato con contratti a tutto favore dei terzi ed ad tutto danno dell’Ente; assunzioni clientelari in momenti di crisi, allorchè contemporaneamente si procedeva a consistenti riduzioni di personale per poter accedere agli ammortizzatori sociali previsti dalle norme vigenti; assunzioni di personale inutile oppure destinato a mansioni del tutto svincolate dalle professionalità richieste. Il caso più clamoroso di sottrazione di patrimonio aziendali è rappresentato dagli oltre 30 milioni e da un immobile destinato a clinica privata in Guidonia fittiziamente intestati ad altri Enti Ecclesiastici paralleli gestiti dalle suore della Congregazione, nel tentativo di sottrarli ai creditori e quindi anche allo Stato“.

Nei confronti del senatore Antonio Azzolini, i magistrati parlano di intimidazioni anche volgarmente rivolte alle monache, al fine di instaurare una gestione di potere, che si concretizza “nel far assumere persone di fiducia per dirigere di fatto l’ente, controllarne quotidianamente gli affari, pilotare assunzioni e rapporti negoziali”.

 

 

Category: Cronaca

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