PER RISTUDIARE IL MERIDIONALISMO DI TOMMASO FIORE
Si è svolta giorni fa, presso l’aula magna del Liceo Palmieri di Lecce, la presentazione del libro “fior…da Fiore. Antologia degli scritti di Tommaso Fiore” di Bianca Tragni e Mariangela Surico, pubblicato da Messaggi Edizioni, che nel frattempo ho potuto leggere e meditare.
Poco prima dell’incontro con gli studenti, ho avuto il piacere di conversare con la professoressa Tragni, che mi ha parlato di come sia stato particolarmente impegnativo realizzare il volume.
Si tratta, infatti, di un lavoro durato trent’anni, iniziato quando lei stessa ha cercato di trovare un libro che racchiudesse le opere di Tommaso Fiore: e così ha avuto la lungimirante idea di crearlo personalmente.
La ricerca di Bianca Tragni, scrittrice e giornalista, docente di Storia e Filosofia, Preside del Liceo Scientifico “Federico II” di Altamura, è stata meticolosa e appassionata. Tutto ciò ha consentito la stesura di un libro che offre un quadro completo della figura di Tommaso Fiore, grande intellettuale, politico, scrittore, poeta pugliese.
Il lavoro condotto da Bianca Tragni è stato affiancato da una giovane studentessa universitaria, Mariangela Surico, che si è laureata con una tesi sul grande meridionalista, nato ad Altamura nel 1884 e morto a Bari nel 1973, cogliendone la profonda umanità del suo operato teso all’unione di tutta la Puglia, al di là di ogni campanilismo.
Concetto che si evince sin dalla copertina del libro, dove compare il volto di Fiore rivolto in direzione dell’immagine della nostra regione come se le stesse esprimendo un caro pensiero, quello per cui si è battuto una vita intera.
Il suo impegnoper la giustizia sociale lo ha mosso a combattere a favore dei più poveri, le plebi appunto. Coloro che sono state abbandonate alla miseria, relegate ad avere un ruolodi poco conto nella società. Una categoria, la loro spesso derisa e sbeffeggiata dallaprepotenza dei nobili terrieri.
L’antologia, suddivisa in sezioni, e arricchita da alcune fotografie del protagonista, esalta, sin dalla prefazione di Nichi Vendola, il personaggio che attraverso “la forza maieutica delle parole” ha offerto una “cognizione lucida” di quella che era la disperata situazione in cui verteva quel “popolo di formiche”, troppo spesso privato della sua dignità.
Fiore restituisce agli instancabili lavoratori la fierezza e la stima schiacciata dall’avidità dei padroni di un tempo.
Tommaso Fiore (nella foto), figlio di genitori umili, nato alla fine dell’Ottocento e cresciuto “in un piccolo claustro di Altamura” impiega la cultura appresa al Seminario di Conversano, poi alla Normale di Pisa, come riscatto sociale della sua gente, rendendo azione politica il suo umanesimo letterario.
Fiore ha affrontato i problemi cruciali della questione meridionale, si è schierato in prima linea contro il fascismo, ha denunciato duramente la corruzione dei politici locali e auspicava fortemente all’eliminazione della differenza tra nord e sud.
Non accettava il divario tra il progredire delle regioni settentrionali e l’arretratezza del Mezzogiorno.
Il testo riporta con straordinaria chiarezza non solo la ricca biografia di Tommaso Fiore che ha vissuto un’esistenza interamente dedita alla difesa della bellezza della sua terra e all’abbattimento delle sue bruttezze, ma offre anche una variegata selezione di scritti da lui vergati. Dall’amore materno alle questioni relative alla guerra, quindi alla difesa di un principio di libertà; dai testi di pedagogia rivolti agli educatori, ai maestri, ai docenti e agli alunni stessi, in cui Fiore li ha esortati a partecipare ad “una gara di nobiltà”, affinchè si estirpasse la piaga delle raccomandazioni e si coinvolgessero quei bambini abbandonati a se stessi.
Di grande poesia sono le pagine in cui descrive alcuni luoghi della sua Puglia raccontandone il glorioso passato e soffermandosi sulle ricchezze artistiche, architettoniche e naturali. Nell’antologia compaiono anche quei contributi che vedono Tommaso Fiore come critico letterario e poi ancora come politico. Di pregevole attenzione è infine l’ultimo capitolo dedicato alla donna verso la quale egli nutriva un profondo rispetto e una sincera ammirazione. Alcune donne sono state particolarmente importanti per la vita di Tommaso Fiore. A raccontarlo è la figlia, Teta Fiore, che in una bellissima intervista descrive come, oltre alla madre, anche Suor Teresa, chiamata da Fiore “zia Monaca” e la duchessa Martucci, avendone intuito le particolari doti, lo hanno avviato agli studi.
Così oggi, con questo pregiato lavoro letterario di Bianca Tragni e Mariangela Surico, possiamo riscoprire le gesta e le opere di un uomo che ha fatto la Storia del nostro Sud.
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